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martedì 27 settembre 2011

SEMINARIO: TEMPO DI DISCERNIMENTO E APPRENDIMENTO

CITTA' DEL VATICANO, 27 SET. 2011 (VIS). Sabato 24 settembre, nel corso del suo Viaggio Apostolico in Germania, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i seminaristi di Freiburg ed ha rivolto loro un discorso a braccio, in lingua tedesca, del quale riportiamo alcuni estratti.

Il Papa si è interrogato, con i futuri sacerdoti, sul significato del tempo trascorso in Seminario, e partendo dal brano del Vangelo di San Marco che descrive la costituzione della comunità degli Apostoli, ha detto: “Il Signore fece i Dodici. Egli creò qualcosa. (...). Ed Egli li fece, ‘perché stessero con Lui per mandarli (...). Devono stare con Lui per arrivare a conoscerLo (...), ma allo stesso tempo devono essere inviati, che trasmettono ciò che hanno imparato, che portano agli altri uomini in cammino – verso la periferia, nel vasto mondo e verso coloro che sono molto lontani da Lui. (...) Imparare ciò, l’andare insieme, l’essere mandati, e l’essere con Lui, il rimanere presso di Lui, è – credo – proprio ciò che dobbiamo imparare in seminario”.

“Il seminario è dunque tempo di esercitazione; certamente anche di discernimento e apprendimento. (...) La vocazione deve essere verificata, e di questo fa poi parte la vita comunitaria e il dialogo con le vostre guide spirituali (...). Apprendere la fiducia: se Dio lo vuole, allora posso affidarmi a Lui. Nel mondo di oggi (...) in cui tutto cambia continuamente, in cui i legami umani si allentano (...) diventa sempre più difficile credere: resisterò per tutta la vita. (...) Se Dio mi vuole, mi darà anche fiducia, mi sorreggerà (...) nell’ora del pericolo sarà presente, porrà persone sulla mia strada, mi mostrerà vie, mi sosterrà. E la fedeltà è possibile, perché il Signore è sempre presente, e perché Egli esiste ieri, oggi e domani”.

Non soltanto tempo di discernimento, di apprendimento, di chiamata, il Seminario è anche, ha sottolineato il Papa, “tempo di preghiera (...). Un apprendere ad ascoltare veramente il Signore – nella Parola della Sacra Scrittura, nella fede della Chiesa, nella liturgia della Chiesa – ed apprendere l’attualità della sua Parola. Nell’esegesi impariamo tante cose sull’ieri: tutto ciò che c’era ieri, le fonti, quali comunità esistevano e così via. Anche questo è importante. Ma più importante è che in questo ieri noi apprendiamo l’oggi; che il Signore con queste parole parla adesso, esse portano tutte in sé il loro oggi, e, al di là del loro inizio storico, recano in sé una pienezza che parla a tutte le epoche”.

“’La fede viene dall’ascolto’ – ha detto Santo Padre citando le parole di San Paolo ed ha spiegato che la fede ha bisogno “della parola vivente (...) delle parole della Chiesa in tutte le epoche, della parola attuale che la Chiesa rivolge attraverso i sacerdoti, i Vescovi e i fratelli e le sorelle. Fa parte della fede il ‘tu’ del prossimo e fa parte della fede il ‘noi”.

Il Papa ha in merito sottolineato l’importanza di accogliere l’altro con le sue peculiarità e di essere consapevoli della sopportazione vicendevole. Solo così si può diventare un “noi” che sia una vera comunità per “essere insieme in cammino verso il Dio vivente. (...) Il ‘noi’ è l’intera comunità dei fedeli, di oggi, di tutti i luoghi e di tutti i tempi. (....) Noi siamo Chiesa. Lo siamo proprio nell’aprirci e nell’andare al di là di noi stessi e nell’esserlo insieme con gli altri!”.

Infine, nel ricordare ai seminaristi l’importanza dello studio nella preparazione al sacerdozio, Benedetto XVI ha detto: “Sappiamo tutti che San Pietro ha detto: ‘Siate sempre pronti ad offrire a chiunque vi domandi, come risposta, la ragione, il ‘logos’ della vostra fede’. Il nostro mondo oggi è un mondo razionalistico e condizionato dalla scientificità, anche se molto spesso si tratta di una scientificità solo apparente. (...) La fede non è un mondo parallelo del sentimento, che poi ci permettiamo come un di più, ma è ciò che abbraccia il tutto, gli dà senso, lo interpreta e gli dà anche le direttive etiche interiori, affinché sia compreso e vissuto in vista di Dio e a partire da Dio. Per questo è importante essere informati, comprendere, avere la mente aperta, imparare. (...) Studiare è essenziale: soltanto così possiamo far fronte al nostro tempo ed annunciare ad esso il ‘logos’ della nostra fede”.
PV-GERMANIA VIS 20110927 (750)

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