CITTA' DEL VATICANO, 16 DIC. 2010 (VIS). Questa mattina ha avuto luogo nella Sala Stampa della Santa Sede, la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la XLIV Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio 2011), sul tema: “Libertà religiosa, via per la pace”.
Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente, il Vescovo Mario Toso, S.D.B., Segretario, il Monsignor Anthony Frontiero ed il Dottor Tommaso Di Ruzza, Officiali del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
Il Cardinale Turkson ha spiegato che il Messaggio di quest’anno inizia con “un riferimento introduttivo sull’attacco contro i cristiani in Iraq, (...) presenta il significato di libertà religiosa e le varie modalità in cui esso modella la pace e le sue esperienze, e conclude con una riflessione sulla pace come un dono di Dio e al tempo stesso opera degli uomini e delle donne di buona volontà, e dei credenti in primis”.
“La libertà religiosa” – ha detto il Cardinale Turkson – “è il tema del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace, non solo perché questo argomento è al centro della dottrina sociale della Chiesa, ma anche perché la vita della libertà religiosa – una vocazione fondamentale dell’uomo, un diritto umano inalienabile e universale e una chiave per la pace – continua ad essere oggetto di minaccia: da parte del secolarismo aggressivo, che è intollerante verso Dio e verso ogni forma di espressione della religione; dal fondamentalismo religioso, della politicizzazione della religione e dell’imposizione di religioni di Stato; dalla nascita di un relativismo culturale e religioso che si sta facendo sempre più presente e pressante ai nostri giorni”.
“Il Santo Padre, nel suo Messaggio, vede la tutela della libertà religiosa nel nostro mondo multiculturale, multi-religioso e secolarizzato come uno dei modi per salvaguardare la sua pace”.
“Uno dei compiti importanti che il nostro mondo si è proposto dopo la seconda guerra mondiale” – ha detto ancora il Cardinale – “è stata l’elaborazione, l’adozione e la promulgazione della ‘Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo’ del 1948” ed ha sottolineato che Benedetto XVI ha lodato la Dichiarazione ma “anche si è dimostrato preoccupato per l’aumento delle istanza di negazione dell’universalità di questi diritti in nome di differenti visioni culturali, politiche, sociali e persino religiose”.
“La libertà religiosa” – ha proseguito il Porporato – “non è un diritto concesso dallo Stato” esso “è derivato (...) dalla legge morale naturale e dalla dignità della persona, che sono parte della creazione. Lo Stato e le altre istituzioni pubbliche, ricorda Benedetto XVI nel Messaggio, necessitano di riconoscerlo come intrinseco alla persona umana, come elemento indispensabile per la sua integrità e pace”.
“La libertà religiosa è il compito dell’Autorità pubblica (...) non è un diritto illimitato. (...) si riferisce al diritto dell’uomo di esprimere il suo essere ‘capax Dei’: la sua libertà di rispondere alla verità della sua natura in quanto creato da Dio e creato per la vita con Dio, senza coercizione o impedimenti. È in questo che l’uomo trova la sua pace, e diviene uno strumento di pace”.
“La libertà religiosa” – ha proseguito il Cardinale Turkson – “non implica che tutte le religioni siano uguali. Non è neppure un motivo di relativismo religioso o indifferentismo. La libertà religiosa è compatibile con la difesa della propria identità religiosa contro il relativismo, il sincretismo e il fondamentalismo: tutte forme abusate della libertà religiosa”.
“La libertà religiosa non si limita al libero esercizio del culto” – ha sottolineato il Porporato – “Ha una dimensione pubblica, il che consente ai credenti di dare il loro contributo nella costruzione dell’ordine sociale”.
“Negare il diritto di professare la propria religione in pubblico e il diritto di portare la verità della fede a supporto della vita sociale comporta conseguenza negative sul vero sviluppo”.
“L’esercizio del diritto di libertà religiosa come via per la pace implica, dunque, il riconoscimento dell’armonia che deve esistere tra le due aree e forme di vita: privato e pubblico, individuo e comunità. (....) Di conseguenza, lo sviluppo e l’esercizio della propria libertà religiosa, è anche il compito della propria comunità”.
“Sebbene la libertà religiosa non sia ‘creata’ dallo Stato, esso, tuttavia, deve riconoscerla come intrinseca alla persona umana e le sue espressioni pubbliche e comunitarie. Questo riconoscimento (della libertà religiosa) e il rispetto per l’innata dignità di ogni persona implicano anche il principio della responsabilità di proteggere da parte della comunità, della società e dello Stato”.
“Gli appelli della Chiesa per la libertà religiosa non sono basati su una semplice richiesta di reciprocità da parte di una comunità di credenti disposta a rispettare i diritti dei membri di altre comunità a condizione che queste ultime siano rispettose dei diritti dei propri membri. Piuttosto, gli appelli per la libertà religiosa sono basati sulla dignità della persona. Rispettiamo i diritti degli altri perché è la cosa giusta da fare, non in cambio di un suo equivalente o per un favore ricevuto. Allo stesso tempo, quando gli altri soffrono persecuzione a causa della loro fede e pratica religiosa, offriamo a loro compassione e solidarietà”
“Tutto l’annuncio del Vangelo” – ha concluso il Cardinale Turkson – “come la buona novella di Gesù Cristo, è un tentativo di risvegliare la libertà (libertà religiosa) dell’uomo per desiderare e abbracciare la verità del Vangelo. (...) Evangelizzazione e svolgimento del compito missionario, quindi, non si contraddicono e non si oppongono al significato della libertà religiosa”.
“Con il suo Messaggio, Benedetto XVI invita” – ha detto il Vescovo Mario Toso – “in particolare, ad approfondire la verità del diritto alla libertà religiosa, ossia le sue implicanze antropologiche, etiche, giuridiche, politiche, civili e religiose. (...) Al di là della mera tolleranza” – ha sottolineato il Presule – “la libertà religiosa è il modello di ogni moralità e libertà, del rispetto reciproco, della pace”.
“Nel Messaggio sono criticati in pari modo il fanatismo, il fondamentalismo e il laicismo, perché ignorano l’essenza della libertà religiosa, che è ricerca, libera e comunitaria, della verità trascendente”.
“Per la Chiesa, il dialogo tra i seguaci di diverse religioni costituisce uno stimolo importante a collaborare con tutte le comunità religiose per la promozione della pace. È così che, in un mondo globalizzato, caratterizzato da società sempre più multietniche e multi-confessionali, le grandi religioni possono costruire non un problema bensì una risorsa, un importante fattore di unità e di concordia”.
Per leggere il Messaggio del Papa cliccare qui.
AC/ VIS 20101216 (1060)
Nessun commento:
Posta un commento