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lunedì 21 febbraio 2005

LETTERA PONTIFICIA COMUNICAZIONE: "CAPOLAVORO INTUITO"

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2005 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, l'Arcivescovo John P. Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha presentato la Lettera Apostolica del Santo Padre Giovanni Paolo II "Il rapido sviluppo" indirizzata agli operatori della comunicazione. Alla Conferenza Stampa hanno partecipato il Vescovo Renato Boccardo, Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ed il Dottor Angelo Scelzo, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio. Questa mattina ha inoltre avuto inizio l'Assemblea Plenaria del Dicastero.

Ricordando che il 4 dicembre 1963, sia il Santo Padre Giovanni Paolo II, allora Vescovo e Padre Conciliare, e lui stesso, sacerdote giornalista, si trovavano nella Basilica di San Pietro in occasione della promulgazione del Decreto del Concilio Vaticano II "Inter Mirifica" sulle comunicazioni sociali, l'Arcivescovo Foley ha affermato che per la prima volta un Concilio della Chiesa trattava il tema delle comunicazioni sociali e il Decreto "chiedeva la preparazione di un'istruzione pastorale sulle comunicazioni sociali" e "la costituzione di uno speciale dipartimento Vaticano che si occupasse di tutti i mezzi di comunicazione sociale".

La Lettera che presentiamo oggi, ha proseguito l'Arcivescovo Foley, è il risultato del desiderio espresso un anno fa dal Santo Padre di commemorare l'anniversario del Decreto "Inter Mirifica" con un nuovo documento. "Mi sono sinceramente emozionato" - ha detto l'Arcivescovo Foley - leggendo le parole del Papa. "Il documento è per me una meditazione personale, una sfida ed un piano di azione".

"Il Documento 'Il rapido sviluppo'" - ha sottolineato il Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali - "è un capolavoro di intuizione sul significato dei mezzi di comunicazione sociale nella nostra epoca. Prestate attenzione a queste frasi riportate nel paragrafo N. 3: 'I mezzi di comunicazione sociale hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali. (...) La nostra è un'epoca di comunicazione globale, dove tanti momenti dell'esistenza umana si snodano attraverso processi mediatici, o perlomeno con essi devono confrontarsi'".

Il Vescovo Boccardo ha detto a sua volta che: "Più volte nei suoi interventi Giovanni Paolo II ha affermato che le questioni poste dalle comunicazioni sociali nel loro nocciolo sono di natura eminentemente antropologica". Il Papa "pensa ai media come agenti attivi nella costruzione di orizzonti culturali e valoriali entro i quali ciascun uomo e ciascuna donna comprende se stesso, gli altri, il mondo".

Relativamente al alcuni problemi del mondo delle comunicazioni, il Vescovo Boccardo ha affermato che: "i media vanno costruendo modelli di percezione della realtà che spesso obbediscono a visioni antropologiche non più cristianamente determinate. Senza voler apparire apocalittici ma neppure cedendo ad ingenue visioni fin troppo ottimistiche, non possiamo tacere come la rappresentazione del senso della vita che essi oggi gettano nell'arena del pubblico dibattito sia quasi del tutto al di fuori di ogni comprensione cristiana della vita stessa. (...) Basti ricordare, inoltre, come troppo spesso la televisione diviene strumento potente di aggressioni personali, occasione di denigrazione e agorà di battaglie spesso volgari e senza gusto. A questo processo degenerativo non è esente la pubblicità".

Il Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ha ribadito la necessità di avviare una seria riflessione etica sulla responsabilità personale e sociale degli operatori del mondo delle comunicazioni, in particolare con i nuovi strumenti a nostra disposizione ed ha affermato: "Internet ridefinisce in modo radicale il rapporto psicologico di una persona con lo spazio e con il tempo. Attrae l'attenzione ciò che è tangibile, utile, subito disponibile. Può venire a mancare lo stimolo ad un pensiero e a una riflessione più profondi. (...) L'uomo on line è l'uomo del presente, dell'immediata soddisfazione, delle relazioni de-somatizzate, l'uomo al quale è continuamente sottratta la necessità della scelta perché la grande Rete è magazzino di esperienze sempre disponibili".

"Di fronte a questi scenari" - si è chiesto il Vescovo Boccardo - "come è possibile per la Chiesa aiutare uomini e donne che lavorano nei media e coloro che ne fruiscono a intraprendere la strada di un nuovo umanesimo, di una rinnovata centralità della persona umana?" ed ha ricordato che: "Tra le molte strade, Giovanni Paolo II ne segnala tre: la formazione, la partecipazione e il dialogo".

"Ai credenti, uomini e donne" - ha concluso il Vescovo Boccardo - "che hanno a cuore il destino dell'umanità, è consegnata la responsabilità nel discernimento culturale. In fondo non ci viene chiesto di possedere una luccicante armatura per vincere Golia, ma semplicemente di saper scegliere pochi e giusti ciottoli con la sapienza e il coraggio di Davide".

Per consultare il testo integrale del documento cliccare qui.
OP/IL RAPIDO SVILUPPO/FOLEY:BOCCARDO VIS 20050221 (760)

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