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martedì 7 settembre 2004

SAN GERARDO MAIELLA: VITA DI PREGHIERA, PENITENZA E CARITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 7 SET. 2004 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico un Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II al Padre Joseph William Tobin, Superiore Generale della Congregazione del Santissimo Redentore, in occasione dello "Anno Gerardino", che celebra il centenario della canonizzazione, l'11 dicembre 1904, ed il 250° anniversario della morte, il 16 ottobre 1755, giorno della memoria liturgica, di San Gerardo Maiella, uno dei figli più illustri della Congregazione.

Nel Messaggio, datato 6 agosto, il Papa scrive che questo grande discepolo del Fondatore dei Redentoristi, Sant'Alfonso Maria de' Liguori, "entrò nell'Istituto missionario redentorista con la decisa volontà di 'farsi santo'". Dedicò la vita alla preghiera, alla penitenza, alla "carità attenta alle necessità spirituali e materiali del prossimo, soprattutto dei più poveri. (...) La fama della sua santità e la fiducia nella sua intercessione continuarono a crescere dopo la sua morte. (...) San Gerardo è fulgido esempio per il suo amore al Crocifisso e all'Eucaristia e per la sua devozione alla Madonna".

Il Papa ricorda ancora che: "Per i peccatori Gerardo non risparmiava energie, preghiere, penitenze" e, di fronte al: "diffuso affievolirsi del senso del peccato e, di conseguenza, dell'importanza del sacramento della Riconciliazione" che permea "l'odierna società" esorta i Redentoristi "ad imitare il vostro santo Fondatore, sempre sensibile verso i peccatori e pronto ad accoglierli nel sacramento della Riconciliazione con l'amorevolezza di padre e la saggezza di medico".

"San Gerardo Maiella nutriva un'attenzione particolare anche verso la vita nascente e verso le madri in attesa, soprattutto quelle in difficoltà fisiche e spirituali". - scrive inoltre il Santo Padre - "Ecco perché anche oggi egli viene invocato come speciale Protettore delle gestanti". Il Papa invita perciò a riflettere sulle "minacce che continuano a levarsi contro la vita, specialmente verso quella nascente. Deve far riflettere soprattutto il preoccupante diffondersi di una 'cultura della morte', che spinge larghi strati dell'opinione pubblica a giustificare alcuni delitti contro la vita in nome dei diritti della libertà individuale e, su tale presupposto, ne pretende la legittimazione da parte dello Stato".

Giovanni Paolo II conclude il suo messaggio auspicando che l'"Anno Gerardino" incoraggi i cristiani a contrastare la cultura della morte e ad adoperarsi per servire la cultura della vita.
MESS/SAN GERARDO/REDENTORISTI:TOBIN VIS 20040907 (380)

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