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martedì 23 settembre 2003

SANTA SEDE AL CONGRESSO INTER-RELIGIOSO KAZAKHSTAN


CITTA' DEL VATICANO, 23 SET. 2003 (VIS). Il Cardinale Jozef Tomko, Prefetto emerito della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, guida la Delegazione della Santa Sede che partecipa al Congresso Inter-Religioso in corso oggi e domani ad Astana, capitale del Kazakhstan.

La Delegazione della Santa Sede è inoltre composta da: l'Arcivescovo Renato Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; l'Arcivescovo Pier Luigi Celata, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso; l'Arcivescovo Józef Wesolowski, Nunzio Apostolico in Kazakhstan; l'Arcivescovo Tomasz Peta, di Astana; il Monsignore Julio Murat, Officiale della Segreteria di Stato; il Padre Jozef Maj. S.J., Officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani".

Il Dr. Joaquín Navarro-Valls, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha rilasciato, prima dell'inizio del Congresso, la seguente dichiarazione: "È, infatti, a tutti noto che la Chiesa Cattolica favorisce il dialogo inter-religioso e, come insegna la Dichiarazione 'Nostra Aetate', del Concilio Ecumenico Vaticano II, 'essa esorta i suoi figli affinché con prudenza e carità, per mezzo dei colloqui e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, testimoniando la fede e la vita cristiana, riconoscano, conservino e promuovano quei beni spirituali e morali e quei valori socio-culturali che in essi si trovano' (n° 2)".

"In tale spirito, Sua Santità Giovanni Paolo II, nei 25 anni del Suo Pontificato, ha incontrato numerosi Capi religiosi, al fine di promuovere nel mondo i valori spirituali e morali e favorire così la riconciliazione e la pace fra i popoli. L'anno scorso, convocando ad Assisi i Rappresentanti delle Religioni del mondo, Sua Santità ha ribadito che 'è doveroso che le persone e le comunità religiose manifestino il più netto e radicale ripudio della violenza, di ogni violenza, a partire da quella che pretende di ammantarsi di religiosità facendo addirittura appello al nome sacrosanto di Dio per offendere l'uomo. L'offesa dell'uomo è, in definitiva, offesa di Dio. Non v'è finalità religiosa che possa giustificare la pratica della violenza dell'uomo sull'uomo'".

"La Santa Sede, pertanto, esprime fervidi voti per il successo dell'incontro di Astana, ed auspica che possa contribuire a promuovere la pace e la concordia della famiglia umana, nel rispetto dei diritti di ogni persona".
DELSS/CONGRESSO INTER-RELIGIOSO/TOMKO VIS 20030923 (370)

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