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lunedì 11 novembre 2002

INTERVENTI SANTA SEDE O.N.U.: RIFUGIATI E DIRITTI UMANI


CITTA' DEL VATICANO, 9 NOV. 2002 (VIS). L'Arcivescovo Renato Martino, Capo della Delegazione della Santa Sede ed Osservatore Permanente presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto in questi giorni in merito al problema dei rifugiati e sui diritti umani. Il 7 novembre ha pronunciato un discorso davanti al Terzo Comitato dell'Assemblea Generale in merito al Rapporto dell'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'O.N.U. (UNHCR), e l'8 novembre è intervenuto sull'Articolo 109, relativo ai diritti umani.

  In merito al tema dei rifugiati, l'Osservatore Permanente ha espresso soddisfazione per la leggera diminuzione, da 21,1 milioni nel 2000 a 19,8 milioni nel 2001, del numero delle "persone in situazioni difficili" secondo l'UNHCR, ma ha rilevato che: "secondo le statistiche in possesso dell'O.N.U. esistono, nel mondo, più di 50 milioni di profughi interni nel loro paese di provenienza".

  "La mia Delegazione è molto preoccupata" - ha sottolineato l'Arcivescovo - "per il fatto che il Rapporto rileva che alcuni gruppi rimangono bloccati ai confini, subiscono violenze, xenofobia e sono vittime del mancato rispetto dei diritti umani". L'Arcivescovo ha detto che: "la Santa Sede prende atto che il mondo ha subito molti cambiamenti in quest'ultimo anno" ed ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mediante una varietà di agenzie, continuerà ad assicurare il suo aiuto ai rifugiati e ai profughi. Tutte le agenzie e le istituzioni che si occupano di questi problemi, ha affermato l'Arcivescovo Martino, devono "continuare ad assegnare un 'viso' al rifugiato e all'immigrato, non occupandosi di statistiche e numeri ma andando incontro e aiutando coloro che si trovano nel bisogno".

  Parlando ieri all'O.N.U. sui diritti umani, il Presidente eletto del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha ribadito che: "la Santa Sede ha sempre difeso e promosso il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutti i popoli. (…) La Santa Sede esprime la sua preoccupazione poiché in molte parti del mondo, ancora esistono politiche discriminatorie e intolleranti nei confronti di minoranze in Stati che hanno una religione ufficiale. Inoltre, la combinazione di persecuzioni etniche e religiose in molte parti del mondo, il disprezzo, fin troppo evidente, e la mancanza di rispetto per le chiese, i santuari ed altri luoghi spirituali, sono motivi di grave preoccupazione".

  L'Arcivescovo Martino ha affermato che: "il diritto alla vita, il diritto alla libertà di religione e il rispetto per il patrimonio religioso e culturale sono le premesse di fondo dell'esistenza umana. Il fatto che esistano ancora molti luoghi dove il diritto a riunirsi per il culto o non è riconosciuto o è limitato ai membri di una sola religione, o il credo religioso è messo da parte in nome dello sviluppo e del 'pensiero moderno', è un triste dato di fatto relativamente alla necessità di un mondo più giusto e pacifico, dove i diritti e le libertà fondamentali, devono essere più ampiamente promossi e rispettati".

  Al termine del suo discorso l'Osservatore Permanente ha ribadito la ferma "convinzione" della Santa Sede "che il ricorso alla violenza, in nome della religione, è una perversione degli insegnamenti delle maggiori religioni".
DELSS/RIFUGIATI:DIRITTI UMANI/ONU:MARTINO     VIS 20021111 (500)

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