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lunedì 11 novembre 2002

COMUNICARE IL VANGELO CON LINGUAGGIO E SENSIBILITÀ ATTUALI


CITTA' DEL VATICANO, 9 NOV. 2002 (VIS). Questa mattina, nell'Aula Paolo VI, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i partecipanti al Convegno per gli operatori della comunicazione e della cultura promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, che nei giorni scorsi hanno riflettuto sul tema: "Comunicazione e cultura: nuovi percorsi per l'evangelizzazione del terzo millennio".

  Il Papa, rivolgendosi a coloro che operano nel campo della cultura e della comunicazione, ha detto che essi sono chiamati "a leggere e interpretare il tempo presente e a individuare le strade per una comunicazione del Vangelo secondo i linguaggi e la sensibilità dell'uomo contemporaneo".

  Nel campo della comunicazione "servono operai che, con il genio della fede, sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione non come tempo di alienazione e di smarrimento, ma come tempo prezioso per la ricerca della verità e per lo sviluppo della comunione tra le persone e i popoli".

  Il Santo Padre ha esortato a mettersi ancora una volta in ascolto dell'insegnamento di Cristo: "affinché il moltiplicarsi delle antenne sui tetti, (…) sia il segno di una comunicazione che cresce a servizio dell'uomo e del progresso integrale di tutta l'umanità".

  "La testimonianza dei credenti" - ha proseguito il Pontefice - "trova nel mondo dei media e della cultura un campo vastissimo di espressione. (…) Soprattutto ai fedeli laici è chiesto di dare prova di professionalità e di autentica coscienza cristiana".

  Il Papa ha invitato tutti coloro che operano nei media e fanno cultura, ad essere consapevoli delle proprie responsabilità "soprattutto di fronte ai soggetti più indifesi, che spesso sono esposti, senza alcuna tutela, a programmi pieni di violenza e di visioni distorte dell'uomo, della famiglia e della vita". Per questo le autorità pubbliche e le associazioni per la tutela degli spettatori sono chiamati ad operare "affinché i media conservino alta la loro finalità primaria di servizio alle persone e alla società".

  "L'assenza di controllo e di vigilanza non è garanzia di libertà, come molti vogliono far credere, e finisce piuttosto per favorire un uso indiscriminato di strumenti potentissimi che, se usati male, producono effetti devastanti nelle coscienze delle persone e nella vita sociale. In un sistema di comunicazioni sempre più complesso e ad estensione planetaria, servono anche regole chiare e giuste a garanzia del pluralismo, della libertà, della partecipazione e del rispetto degli utenti".
AC/COMUNICAZIONE:CULTURA/…                 VIS 20021111 (400)

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