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venerdì 24 maggio 2002

LA DIVISIONE DANNEGGIA LA PREDICAZIONE DEL VANGELO


CITTA' DEL VATICANO, 24 MAG. 2002 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha celebrato la Santa Messa, in privato, nella Cappella della Nunziatura Apostolica a Sofia e successivamente si è recato al Palazzo Presidenziale per una visita di cortesia al Presidente della Repubblica, Signor Georgi Parvanov. Successivamente il Pontefice si è diretto alla Cattedrale Patriarcale di S. Alexander Nevski, la Chiesa Ortodossa più grande della penisola balcanica, portata a termine nel 1912 ed intitolata a Nevski, Principe di Novgorod, in onore dei liberatori russi dopo cinque secoli di dominio ottomano.

Al termine della visita alla Cattedrale, il Santo Padre si è recato al Monumento dei Santi Cirillo e Metodio, dove è stato deposto un omaggio floreale. Di qui ha proseguito per il Palazzo Patriarcale a Sofia dove è stato accolto da Sua Santità Maxim, Patriarca Ortodosso di Bulgaria e dai cinque membri del Santo Sinodo.

Ascoltate le parole pronunciate dal Patriarca Maxim, il Papa ha ricordato all'inizio del suo discorso, in lingua bulgara, che il 24 maggio - Festa dei Santi Cirillo e Metodo - è un giorno molto significativo, perché sin dall'inizio del suo Pontificato, ha potuto ricevere in Vaticano le Delegazioni Bulgare il 24 maggio di ogni anno. Queste visite sono state "gradite occasioni di incontro non solo con la nobile Nazione bulgara, ma anche con la Chiesa ortodossa di Bulgaria e con Vostra Santità, nelle persone dei Vescovi che La rappresentavano. Oggi il Signore ci permette di incontrarci di persona e di scambiarci 'il bacio di pace'".

"Vengo a voi" - ha detto il Pontefice - "con sentimenti di stima per la missione che la Chiesa ortodossa di Bulgaria sta svolgendo, e intendo testimoniare rispetto e apprezzamento per il suo impegno a vantaggio di queste popolazioni".

Elogiando la perseveranza della Chiesa Ortodossa di Bulgaria nell'annuncio del Vangelo lungo i secoli, nonostante vicende storiche "complesse e a volte ostili", Giovanni Paolo II ha sottolineato che la sua visita "che per la prima volta nella storia un Vescovo di Roma compie in questo Paese, (…) è giustamente un momento di gioia, perché è segno di una progressiva crescita nella comunione ecclesiale", aggiungendo che: "Questo, tuttavia, non può distoglierci da una franca constatazione: Cristo Signore ha fondato la Chiesa una e unica, ma noi, oggi, ci presentiamo al mondo divisi come se Cristo stesso fosse diviso". Il Papa ha ribadito che tale divisione è di "scandalo" per il mondo e danneggia la "predicazione del Vangelo".

"Un dato, tuttavia, ci conforta" - ha proseguito il Pontefice - "l'allontanamento avvenuto tra cattolici ed ortodossi non ha mai sopito in loro il desiderio di ristabilire la piena comunione ecclesiale. (…) Oggi possiamo rendere grazie a Dio perché i vincoli esistenti tra noi si sono fortemente rinsaldati". Il Papa ha ricordato che già il "Concilio Vaticano Secondo sottolineava, in proposito, che le Chiese ortodosse 'hanno veri sacramenti e soprattutto, in forza della successione apostolica, il Sacerdozio e l'Eucaristia'", riconoscendo inoltre "che 'una certa diversità di usi e consuetudini…non si oppone minimamente all'unità della Chiesa'".

Il Papa ha citato come esempio di unità i Santi Fratelli Cirillo e Metodio affermando che: "Alla loro testimonianza possono guardare coloro stessi che, in ambito politico, si stanno impegnando nel processo di unificazione europea. (…) L'intera Europa, quella Occidentale e quella Orientale, attende il comune impegno di cattolici e di ortodossi in difesa della pace e della giustizia, dei diritti dell'uomo e della cultura della vita". Giovanni Paolo II ha quindi sottolineato che l'esempio dei Santi Cirillo e Metodio è "emblematico soprattutto per l'unità dei cristiani nell'unica Chiesa di Cristo". Ha inoltre ricordato che, inviati dal Patriarca di Costantinopoli per portare la vera fede ai popoli slavi nella loro lingua, "di fronte agli ostacoli posti alla loro impresa dalle diocesi occidentali confinanti, che ritenevano loro responsabilità portare la Croce di Cristo ai Paesi slavi, vennero dal Papa per far autenticare la loro missione".

Infine Giovanni Paolo II ha offerto alla comunità ortodossa bulgara di Roma "Proprio con l'intento di alimentare la conoscenza reciproca, la carità vicendevole e la fraterna collaborazione", "l'uso liturgico della Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Fontana di Trevi". Il Papa ha anche fatto dono alla Chiesa Ortodossa di Bulgaria una reliquia di San Dasio, soldato di Silistra, martirizzato nel IV secolo a Roma, fche finora è stata custodita nell'Arcidiocesi di Ancona-Osimo.

Al termine dell'Incontro, il Papa è ritornato alla sede della Nunziatura Apostolica per il pranzo con i Vescovi cattolici della Bulgaria.
PV-BULGARIA/PATRIARCA MAXIM/SOFIA VIS 20020524 (780)

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