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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 3 dicembre 2007

FAR PERCEPIRE AI MALATI AMORE MISERICORDIOSO DI CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 2 DIC. 2007 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita all'Ospedale romano "San Giovanni Battista" alla Magliana, del Sovrano Militare Ordine di Malta, centro specializzato nella neuroriabilitazione e nella cura dei cerebrolesi.

  Dopo la celebrazione della Santa Messa per i malati e le loro famiglie, il Papa ha visitato l'Unità del Risveglio, una struttura all'avanguardia specializzata nel trattamento dei pazienti traumatizzati cranio-encefalici in fase di "risveglio" dal coma.

 Rivolgendosi nell'omelia ai degenti ed ai loro familiari, riuniti in un padiglione coperto dell'Ospedale, il Papa ha assicurato la sua vicinanza spirituale e la sua quotidiana preghiera ed ha invitato i malati "a trovare in Gesù sostegno e conforto e a non perdere mai la fiducia".

  "Nella prova e nella malattia Dio ci visita misteriosamente e, se ci abbandoniamo alla sua volontà, possiamo sperimentare la potenza del suo amore. Gli ospedali e le case di cura, proprio perché abitati da persone provate dal dolore, possono diventare luoghi privilegiati dove testimoniare l'amore cristiano che alimenta la speranza e suscita propositi di fraterna solidarietà".

  Papa Benedetto, salutando Fra' Andrew Bertie, Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, ha ricordato che l'Ordine "fin dagli inizi si è dedicato all'assistenza dei pellegrini in Terra Santa mediante un Ospizio-Infermeria" e si è prodigato "nel curare i malati, specialmente quelli poveri ed emarginati. Testimonianza di quest'amore fraterno è anche quest'ospedale che, sorto intorno agli anni '70 del secolo scorso, è diventato oggi un presidio di alto livello tecnologico e una casa di solidarietà, dove accanto al personale sanitario operano con generosa dedizione numerosi volontari".

  "Cari Cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta" - ha esortato il Papa - "cari medici, infermieri e quanti qui lavorate, voi tutti siete chiamati a rendere un importante servizio agli ammalati e alla società, un servizio che esige abnegazione e spirito di sacrificio. In ogni malato, chiunque esso sia, sappiate riconoscere e servire Cristo stesso; fategli percepire, con i vostri gesti e le vostre parole, i segni del suo amore misericordioso".

  "Vorrei profittare della mia visita al vostro ospedale" - ha detto il Papa - "per consegnare idealmente l'Enciclica alla comunità cristiana di Roma e, in particolare, a coloro che, come voi, sono a diretto contatto con la sofferenza e la malattia. ? un testo che vi invito ad approfondire, per trovarvi le ragioni di quella 'speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: .... anche un presente faticoso".
BXVI-VISITA/.../OSPEDALE ORDINE DI MALTA               VIS 20071203 (420)


SPERANZA DONO CHE CAMBIA LA VITA DI CHI LO RICEVE

CITTA' DEL VATICANO, 2 DIC. 2007 (VIS). Oggi, Prima Domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  Ricordando che in questo tempo liturgico "il Popolo di Dio si rimette in cammino, per vivere il mistero di Cristo nella storia", il Papa ha detto: "Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre; la storia invece muta e chiede di essere costantemente evangelizzata; ha bisogno di essere rinnovata dall'interno e l'unica vera novità è Cristo: è Lui il pieno suo compimento, il futuro luminoso dell'uomo e del mondo. Risorto dai morti, Gesù è il Signore a cui Dio sottometterà tutti i nemici, compresa la stessa morte (cfr 1 Cor 15,25-28)".

  "Questa domenica è, dunque" - ha proseguito il Papa - "un giorno quanto mai indicato per offrire alla Chiesa intera e a tutti gli uomini di buona volontà la mia seconda Enciclica, che ho voluto dedicare proprio al tema della speranza cristiana. Si intitola 'Spe salvi', perché si apre con l'espressione di san Paolo: 'Spe salvi facti sumus - Nella speranza siamo stati salvati' (Rm 8,24). In questo, come in altri passi del Nuovo Testamento, la parola 'speranza' è strettamente connessa con la parola 'fede'. ? un dono che cambia la vita di chi lo riceve, come dimostra l'esperienza di tanti santi e sante".

  "In che cosa consiste questa speranza, così grande e così 'affidabile' da farci dire che in essa noi abbiamo la 'salvezza'?" si è chiesto il  Pontefice che ha poi spiegato: "Consiste in sostanza nella conoscenza di Dio, nella scoperta del suo cuore di Padre buono e misericordioso. Gesù, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ci ha rivelato il suo volto, il volto di un Dio talmente grande nell'amore da comunicarci una speranza incrollabile, che nemmeno la morte può incrinare".

  "Lo sviluppo della scienza moderna" - ha osservato il Santo Padre - "ha confinato sempre più la fede e la speranza nella sfera privata e individuale, così che oggi appare in modo evidente, e talvolta drammatico, che l'uomo e il mondo hanno bisogno di Dio - del vero Dio! - altrimenti restano privi di speranza".

  "La scienza contribuisce molto al bene dell'umanità, - senza dubbio - ma non è in grado di redimerla" - ha concluso il Pontefice - "L'uomo viene redento dall'amore, che rende buona e bella la vita personale e sociale. Per questo la grande speranza, quella piena e definitiva, è garantita da Dio, dal Dio che è l'amore, che in Gesù ci ha visitati e ci ha donato la vita, e in Lui tornerà alla fine dei tempi".
ANG/SPERANZA/...                                   VIS 20071203 (460)


VESCOVI COREA: COMPRENDERE DINAMISMO FEDE CRISTIANA


CITTA' DEL VATICANO, 3 DIC. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Vaticano i Vescovi della Corea ed il Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia), al termine della quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum", che rafforza così "i legami di collegialità che esprimono l'unità della Chiesa nella diversità e salvaguardano la tradizione tramandata dagli Apostoli", come ha detto nel suo discorso.

  Commentando i progressi della Chiesa in Asia, grazie soprattutto alla coraggiosa testimonianza dei martiri coreani e dell'intero continente asiatico, il Papa ha sottolineato che "la perseveranza nella testimonianza esprime in modo sommamente eloquente il fondamentale concetto di 'communio' che unifica e vivifica la vita ecclesiale in tutte le sue dimensioni".

  "L'ammonimento a rimanere nell'amore di Cristo ha anche un particolare significato per voi oggi" - ha detto il Papa ai Presuli ricordando che i rapporti da loro stilati "testimoniano le lusinghe del materialismo e gli effetti negativi di una mentalità secolarizzata", per cui ha avuto per i Vescovi parole di esortazione: "Cari Fratelli, da questa prospettiva è evidente che per essere efficaci pastori della speranza dovete adoperarvi per assicurare che venga salvaguardato e sperimentato il vincolo di comunione che unisce Cristo a tutti i battezzati, quale cuore del mistero della Chiesa".

  "Il tramite verso tale mistero di comunione con Dio è il Battesimo. Questo sacramento di iniziazione, molto più che un rituale sociale o l'ingresso in una particolare comunità, è iniziativa di Dio. Coloro che rinascono attraverso le acque di una nuova vita entrano nella porta della Chiesa universale e partecipano del dinamismo della vita di fede".

  "La parola 'communio' si riferisce anche al centro eucaristico della Chiesa (...). L'Eucaristia radica la nostra comprensione della Chiesa nell'intimo incontro fra Gesù e l'umanità e rivela la fonte dell'unità ecclesiale: l'atto di Cristo di dare Se stesso a noi ci rende Suo corpo".

  In merito ai programmi designati a ribadire l'importanza della Messa domenicale, il Santo Padre si è raccomandato che essi contemplino "una valida e stimolante catechesi sull'Eucaristia che promuova una rinnovata comprensione dell'autentico dinamismo della vita cristiana fra i vostri fedeli".

  Successivamente il Papa ha invitato i Presuli ad adoperarsi affinché i religiosi e le religiose "siano coadiuvati nella loro opera di partecipare alla comune missione di diffondere il Regno di Dio" ed ha sottolineato che condividendo questi "tesori viventi" di spiritualità "con il laicato, i religiosi contribuiranno grandemente a promuovere la vivezza della vita ecclesiale nella vostra giurisdizione e a dissipare la nozione che comunione significhi mera uniformità".

  A conclusione del suo discorso il Papa ha ripetuto ancora "l'importanza della promozione del matrimonio e della vita familiare nella regione", ricordando anche l'importanza di questo apostolato e "la complessità delle questioni attinenti alla famiglia (...) che fanno emergere l'esigenza di offrire adeguato addestramento a coloro che operano in questo settore".

  "Sono consapevole" - ha detto infine il Papa - "dei pratici gesti di riconciliazione intrapresi per il benessere degli abitanti della Corea del Nord. (...) Lungo i secoli, l'Asia ha dato alla Chiesa e al mondo una moltitudine di eroi della fede. (...) Che essi siano perenni testimoni della verità e dell'amore che tutti i cristiani sono chiamati a proclamare".
AL/.../COREA                                   VIS 20071203 (520)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 3 DIC. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Due Presuli della Conferenza Episcopale della Corea in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Peter Lee Ki-heon, Ordinario Militare.

    - L'Abate Simon Peter Ri Hyong-u, O.S.B., Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctae Sedis" dell'Abbazia territoriale di Tokwon.

-    Il Vescovo Wenceslao Padilla, C.I.C.M., Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia), in Visita ad Limina Apostolorum.

  Sabato 1 dicembre, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienze separate:

  Quattro Presuli della Conferenza Episcopale di Corea, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo John Chrysostom Kwon Hyeok-ju, di Andong.

    - Il Vescovo Gabriel Chang Bong-hun, di Cheongju.

    - Il Vescovo Francis Xavier Ahn Myong-ok, di Masan, con il Vescovo emerito
Michael Pak Jeong-il.

-    Il Vescovo Paul Hwang Cheol-soo, di Pusan.
AP:AL/.../...                                       VIS 20071203 (160)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 3 DIC. 2007 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Reverendo Isaac Jogues Agbémenya Gaglo, Vescovo di Aného (superficie: 2.712; popolazione: 824.170; cattolici: 182.265; sacerdoti: 64; religiosi: 48), Togo. Il Vescovo eletto è nato a Kpémé (Togo) nel 1958 ed è stato ordinato sacerdote nel 1985.

- Ha nominato il Monsignore Michael Akasius Toppo, Vescovo di Tezpur (superficie: 38.700; popolazione: 4.382.000; cattolici: 110.000; sacerdoti: 77; religiosi: 213), India. Il Vescovo eletto, finora Economo e Cancelliere della medesima Diocesi, è nato nel 1955 a Gormara (India) ed è stato ordinato sacerdote nel 1986. Succede al Vescovo Robert Kerketta, S.D.B., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

  Sabato 1 dicembre è stato reso noto che il Santo Padre ha nominato Capo Ufficio nella Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli il Monsignore Ermes Giovanni Viale, finora Minutante nella Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato.
NER:RE:NA/.../...                                   VIS 20071203 (170)

PROSEGUIRE DIALOGO TEOLOGICO NELLA CARITÀ RECIPROCA

CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2007 (VIS). In occasione della festa di Sant'Andrea, Patrono del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, una Delegazione della Santa Sede, guidata dal Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, si è recata ad Istanbul. La presenza della Delegazione della Santa Sede nella città si inserisce nel quadro dello scambio di visite tra Roma e Costantinopoli, il 29 giugno per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo ed il 30 novembre per la celebrazione di Sant'Andrea.

  La Delegazione della Santa Sede ha partecipato, nella giornata di ieri, alla Divina Liturgia presieduta da Sua Santità Bartolomeo I, nella Chiesa di San Giorgio al Fanar ed ha avuto un incontro con il Patriarca e conversazioni con la Commissione sinodale incaricata delle relazioni con la Chiesa cattolica. Al termine della cerimonia, il Cardinale Kasper ha consegnato al Patriarca Ecumenico una copia autografa della Lettera Enciclica "Spe salvi", una preziosa riproduzione del mosaico raffigurante 'L'Agnello Mistico' della volta della Basilica di San Vitale a Ravenna (secolo VI) ed un Messaggio del Santo Padre.

  Il Papa ricorda con gratitudine la sua partecipazione, lo scorso anno, alle celebrazioni per la festa del Patriarcato Ecumenico e, rendendo grazie a Dio per l'incontro della Commissione Internazionale Congiunta per il dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, che ha avuto luogo a Ravenna (Italia) l'ottobre scorso, riconosce che l'incontro si è svolto non senza difficoltà.

  "Prego ardentemente" - scrive il Papa  - "che tali difficoltà siano superate e risolte, così che ci possa essere la piena partecipazione alla Undicesima Sessione Plenaria e alle successive iniziative a favore della continuazione del dialogo teologico nella reciproca carità e comprensione".

  Benedetto XVI sottolinea ancora che: "Il nostro lavoro a favore dell'unità è in accordo con la volontà di Cristo nostro Signore. In questi primi anni del terzo millennio, i nostri sforzi sono sempre più urgenti per la numerose sfide che tutti i cristiani devono affrontare, alle quali noi dobbiamo rispondere con una voce unita e con convinzione".

  "Perciò" - conclude il Pontefice - "desidero assicurarvi ancora una volta dell'impegno della Chiesa cattolica a coltivare fraterni rapporti ecclesiali e a perseverare nel dialogo teologico, per avvicinarsi alla piena comunione, come dichiarato nella Dichiarazione Comune rilasciata lo scorso anno a conclusione della mia visita a Vostra Santità".
MESS/SANT'ANDREA/KASPER:BARTOLOMEO               VIS 20071203 (400)


CONTRASTARE RELATIVISMO CON VERITÀ FONDAMENTALI

CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2007 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti al Forum di Organizzazioni non-governative (ONG) di ispirazione cattolica, convenuti in questi giorni a Roma, "per riflettere insieme sul contributo che (esse) possono offrire, in stretta collaborazione con la Santa Sede" - ha detto il Papa - "alla soluzione delle tante problematiche e sfide da affrontare dalla molteplice attività delle Nazioni Unite e delle altre organizzazioni internazionali e regionali!.

  Ricordando la diversa provenienza dei membri del Forum, il Santo Padre ha sottolineato che: "Tutti, però, vi accomuna l'unica passione per la dignità dell'uomo, quella stessa passione che ispira costantemente l'azione della Santa Sede presso le diverse istanze internazionali".

  Ricordando la cooperazione internazionale tra i Governi, Benedetto XVI ha osservato con soddisfazione alcuni dei risultati ottenuti "quali il riconoscimento universale del primato giuridico e politico dei diritti umani, (...) la fissazione di obiettivi condivisi per il pieno godimento dei diritti economici e sociali da parte di tutti gli abitanti della terra, la promozione della ricerca di un sistema economico mondiale giusto e, ultimamente, la salvaguardia dell'ambiente e la promozione del dialogo interculturale".

  "Tuttavia, spesso il dibattito internazionale appare segnato da una logica relativistica che pare ritenere, come unica garanzia di una convivenza pacifica tra i popoli, il negare cittadinanza alla verità sull'uomo e sulla sua dignità nonché alla possibilità di un agire etico fondato sul riconoscimento della legge morale naturale. Viene così di fatto ad imporsi una concezione del diritto e della politica, in cui il consenso tra gli Stati, ottenuto talvolta in funzione di interessi di corto respiro o manipolato da pressioni ideologiche, risulterebbe essere la sola ed ultima fonte delle norme internazionali".

  "I frutti amari di tale logica relativistica nella vita internazionale" - ha detto ancora il Papa - "sono purtroppo evidenti: si pensi, ad esempio, al tentativo di considerare come diritti dell'uomo le conseguenze di certi stili egoistici di vita, oppure al disinteresse per le necessità economiche e sociali dei popoli più deboli, o al disprezzo del diritto umanitario e ad una difesa selettiva dei diritti umani".

  "Auspico che lo studio e il confronto di questi giorni permetta di individuare modi efficaci e concreti per far recepire a livello internazionale gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa. In tal senso, vi incoraggio ad opporre al relativismo la grande creatività della verità circa l'innata dignità dell'uomo e dei diritti che ne conseguono. Una tale creatività consentirà di dare una risposta più adeguata alle molteplici sfide presenti nell'odierno dibattito internazionale e soprattutto permetterà di promuovere iniziative concrete, che vanno vissute in spirito di comunione e libertà".

  "Occorre uno spirito di solidarietà" - ha ribadito il Papa - "che conduca a promuovere uniti quei principi etici non "negoziabili" per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale. Solidarietà (...) che porti ad apprezzare le iniziative altrui, a facilitarle e a collaborare con esse".

  Tutto ciò deve essere accompagnato, ha sottolineato ancora Benedetto XVI da  "un autentico spirito di libertà, (che) vissuto nella solidarietà, spingerà l'iniziativa dei membri delle ONG ad espandersi in una vasta pluralità di orientamenti e di soluzioni circa le questioni temporali che Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno. Infatti, se vissuti nella solidarietà, il legittimo pluralismo e la diversità non solo non diventano motivo di divisione e concorrenza, ma sono condizione di maggiore efficacia".
AC/ONG CATTOLICHE/...                               VIS 20071203 (580)


SCOPRIRE BELLEZZA E PROFONDITÀ SPERANZA

CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2007 (VIS).  Alle 17:00 di questo pomeriggio, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione dei Primi Vespri della Domenica I di Avvento.

  "L'Avvento è, per eccellenza, il tempo della speranza" - ha detto il Papa nell'omelia. - "Ogni anno, questo atteggiamento fondamentale dello spirito si risveglia nel cuore dei cristiani che, mentre si preparano a celebrare la grande festa della nascita di Cristo Salvatore, ravvivano l'attesa del suo ritorno glorioso, alla fine dei tempi".

  "Al tema della speranza" - ha precisato il Pontefice - "ho voluto dedicare la mia seconda Enciclica, che è stata pubblicata ieri. Sono lieto di offrirla idealmente a tutta la Chiesa in questa prima Domenica di Avvento, affinché, durante la preparazione al Santo Natale, le comunità e i singoli fedeli possano leggerla e meditarla, per riscoprire la bellezza e la profondità della speranza cristiana".

  "La vera e sicura speranza è fondata sulla fede in Dio Amore, Padre misericordioso, che 'ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito' (Gv 3,16), affinché gli uomini e con loro tutte le creature possano avere la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). L'Avvento, pertanto, è tempo favorevole alla riscoperta di una speranza non vaga e illusoria, ma certa e affidabile, perché 'ancorata' in Cristo, Dio fatto uomo, roccia della nostra salvezza".

  "Scrivendo agli Efesini, san Paolo ricorda loro che, prima di abbracciare la fede in Cristo, essi erano 'senza speranza e senza Dio in questo mondo' (2,12). Questa espressione appare quanto mai attuale per il paganesimo dei nostri giorni: possiamo riferirla in particolare al nichilismo contemporaneo, che corrode la speranza nel cuore dell'uomo, inducendolo a pensare che dentro di lui e intorno a lui regni il nulla: nulla prima della nascita, nulla dopo la morte. In realtà, se manca Dio, viene meno la speranza".

  "E' in gioco" - ha ribadito il Pontefice - "il rapporto tra l'esistenza qui ed ora e ciò che chiamiamo 'aldilà': esso non è un luogo dove finiremo dopo la morte, è invece la realtà di Dio, la pienezza della vita a cui ogni essere umano è, per così dire, proteso. A questa attesa dell'uomo Dio ha risposto in Cristo con il dono della speranza".

  "L'uomo" - ha aggiunto il Papa - "è l'unica creatura libera di dire di sì o di no all'eternità, cioè a Dio. L'essere umano può spegnere in se stesso la speranza eliminando Dio dalla propria vita. (...) Dio conosce il cuore dell'uomo. Sa che chi lo rifiuta non ha conosciuto il suo vero volto, e per questo non cessa di bussare alla nostra porta, come umile pellegrino in cerca di accoglienza. Ecco perché il Signore concede nuovo tempo all'umanità: affinché tutti possano arrivare a conoscerlo! ? questo anche il senso di un nuovo anno liturgico che inizia: è un dono di Dio, il quale vuole nuovamente rivelarsi nel mistero di Cristo, mediante la Parola e i Sacramenti".

   "Dio ci ama" - ha ribadito il Papa - "e proprio per questo attende che noi torniamo a Lui, che apriamo il cuore al suo amore, che mettiamo la nostra mano nella sua e ci ricordiamo di essere suoi figli. Questa attesa di Dio precede sempre la nostra speranza, esattamente come il suo amore ci raggiunge sempre per primo (cfr 1 Gv 4,10)".

  "Ogni uomo è chiamato a sperare corrispondendo all'attesa che Dio ha su di lui" - ha detto infine il Papa affermando che: "Nel cuore dell'uomo è indelebilmente scritta la speranza, perché Dio nostro Padre è vita, e per la vita eterna e beata siamo fatti".
HML/VESPRI:AVVENTO/...                           VIS 20071203 (600)


SCOPRIRE BELLEZZA E PROFONDITÀ SPERANZA

CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2007 (VIS).  Alle 17:00 di questo pomeriggio, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione dei Primi Vespri della Domenica I di Avvento.

  "L'Avvento è, per eccellenza, il tempo della speranza" - ha detto il Papa nell'omelia. - "Ogni anno, questo atteggiamento fondamentale dello spirito si risveglia nel cuore dei cristiani che, mentre si preparano a celebrare la grande festa della nascita di Cristo Salvatore, ravvivano l'attesa del suo ritorno glorioso, alla fine dei tempi".

  "Al tema della speranza" - ha precisato il Pontefice - "ho voluto dedicare la mia seconda Enciclica, che è stata pubblicata ieri. Sono lieto di offrirla idealmente a tutta la Chiesa in questa prima Domenica di Avvento, affinché, durante la preparazione al Santo Natale, le comunità e i singoli fedeli possano leggerla e meditarla, per riscoprire la bellezza e la profondità della speranza cristiana".

  "La vera e sicura speranza è fondata sulla fede in Dio Amore, Padre misericordioso, che 'ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito' (Gv 3,16), affinché gli uomini e con loro tutte le creature possano avere la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). L'Avvento, pertanto, è tempo favorevole alla riscoperta di una speranza non vaga e illusoria, ma certa e affidabile, perché 'ancorata' in Cristo, Dio fatto uomo, roccia della nostra salvezza".

  "Scrivendo agli Efesini, san Paolo ricorda loro che, prima di abbracciare la fede in Cristo, essi erano 'senza speranza e senza Dio in questo mondo' (2,12). Questa espressione appare quanto mai attuale per il paganesimo dei nostri giorni: possiamo riferirla in particolare al nichilismo contemporaneo, che corrode la speranza nel cuore dell'uomo, inducendolo a pensare che dentro di lui e intorno a lui regni il nulla: nulla prima della nascita, nulla dopo la morte. In realtà, se manca Dio, viene meno la speranza".

  "E' in gioco" - ha ribadito il Pontefice - "il rapporto tra l'esistenza qui ed ora e ciò che chiamiamo 'aldilà': esso non è un luogo dove finiremo dopo la morte, è invece la realtà di Dio, la pienezza della vita a cui ogni essere umano è, per così dire, proteso. A questa attesa dell'uomo Dio ha risposto in Cristo con il dono della speranza".

  "L'uomo" - ha aggiunto il Papa - "è l'unica creatura libera di dire di sì o di no all'eternità, cioè a Dio. L'essere umano può spegnere in se stesso la speranza eliminando Dio dalla propria vita. (...) Dio conosce il cuore dell'uomo. Sa che chi lo rifiuta non ha conosciuto il suo vero volto, e per questo non cessa di bussare alla nostra porta, come umile pellegrino in cerca di accoglienza. Ecco perché il Signore concede nuovo tempo all'umanità: affinché tutti possano arrivare a conoscerlo! ? questo anche il senso di un nuovo anno liturgico che inizia: è un dono di Dio, il quale vuole nuovamente rivelarsi nel mistero di Cristo, mediante la Parola e i Sacramenti".

   "Dio ci ama" - ha ribadito il Papa - "e proprio per questo attende che noi torniamo a Lui, che apriamo il cuore al suo amore, che mettiamo la nostra mano nella sua e ci ricordiamo di essere suoi figli. Questa attesa di Dio precede sempre la nostra speranza, esattamente come il suo amore ci raggiunge sempre per primo (cfr 1 Gv 4,10)".

  "Ogni uomo è chiamato a sperare corrispondendo all'attesa che Dio ha su di lui" - ha detto infine il Papa affermando che: "Nel cuore dell'uomo è indelebilmente scritta la speranza, perché Dio nostro Padre è vita, e per la vita eterna e beata siamo fatti".
HML/VESPRI:AVVENTO/...                           VIS 20071203 (600)


INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI DICEMBRE

CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2007 (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di dicembre è la seguente: "Perché la società umana sia sollecita nel prendersi cura di tutti coloro che sono colpiti dall'Aids, specialmente dei bambini e delle donne, e la Chiesa faccia loro sentire l'amore del Signore".

  L'intenzione Missionaria è la seguente: "Perché l'incarnazione del Figlio di Dio, che a Natale la Chiesa celebra solennemente, aiuti i popoli del Continente asiatico a riconoscere in Gesù l'Inviato di Dio, unico Salvatore del mondo".
BXVI-INTENZIONI PREGHIERA/DICEMBRE/…                   VIS 20071203 (100)


venerdì 30 novembre 2007

FERMA SPERANZA PER AFFRONTARE DIFFICOLTÀ MONDO PRESENTE

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2007 (VIS). Il Cardinale Georges Marie Martin Cottier, O.P., Pro-Teologo emerito della Casa Pontificia ed il Cardinale Albert Vanhoye, S.I., Professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento del Pontificio Istituto Biblico, sono intervenuti questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, alla Conferenza Stampa di presentazione della seconda Enciclica di Papa Benedetto XVI: "Spe salvi", sulla speranza cristiana.

  "La speranza cristiana" - ha affermato il Cardinale Cottier - " è stata oggetto di una critica sempre più dura: sarebbe puro individualismo; abbandonando il mondo alla sua miseria, il cristiano si sarebbe rifugiato in una salvezza eterna soltanto privata".

  "Rimane una domanda" - ha proseguito il Porporato - "che non si può eludere: come può essere nata l'idea che, con il cristianesimo, la ricerca della salvezza fosse una ricerca egoistica che si rifiuta al servizio degli altri?".

  "La nuova problematica ha un'incidenza determinante per la crisi moderna della fede e della speranza cristiane. Emerge così una nuova forma di speranza che si chiama 'fede nel progresso' orientata verso un mondo nuovo, il mondo del 'regno dell'uomo'".

  "La fede nel progresso come tale" - ha spiegato il Cardinale Cottier - "diventa dunque sempre più fortemente la convinzione dominante della modernità. Due categorie entrano sempre più al centro dell'idea del progresso: la ragione e la libertà. Il progresso è nel crescente dominio della ragione, la quale è considerata come un potere del bene e per il bene. Il progresso è anche nel superamento di tutte le dipendenze, vale a dire che va verso la libertà perfetta. In questa prospettiva, la libertà si presenta come promessa di pienezza della realizzazione dell'uomo".

  "Quello che precede concerne la diagnosi sulla crisi della speranza cristiana nella cultura moderna" - ha rilevato il Cardinale Cottier - "e della sua sostituzione con la fede nel progresso. Nel corso della storia, sono apparse sempre più evidenti le aporie di quest'ultima. Ritorna di nuovo con insistenza la domanda: che cosa possiamo sperare? In questa prospettiva, i nn. 22-23, hanno un'importanza decisiva. Ci dicono il motivo essenziale dell'enciclica dal punto di vista sia pastorale che culturale".

  Il Cardinale Vanhoye ha affermato a sua volta che: "La breve Introduzione dell'Enciclica dimostra subito l'importanza decisiva della speranza, che sarà poi ribadita più volte. Per poter affrontare il presente con tutti i suoi problemi e le sue difficoltà, abbiamo assolutamente bisogno di una speranza e di una speranza veramente  valida e ferma".

  "Nelle pagine successive, dal titolo: 'La vita eterna - che cos'è?' (nn. 10-12), il Santo Padre" - ha proseguito il Porporato - "esprime con vivo realismo la mentalità attuale di molte persone. La vita eterna è l'oggetto della speranza. Ma a molte persone, oggi, 'la vita eterna non sembra loro una cosa desiderabile. Non vogliono affatto la vita eterna, ma quella presente. [...] La morte, certamente, si vorrebbe rimandare il più possibile. Ma vivere sempre, senza un termine - questo, tutto sommato, può essere solo noioso e alla fine, insopportabile".

  "La seconda grande parte dell'Enciclica" - ha precisato il Cardinale Vanhoye -"descrive i 'Luoghi di apprendimento e di esercizio della speranza' (non. 32-48) e riguarda quindi, in modo più concreto, la vita cristiana. Vengono distinti tre luoghi: I. La preghiera come scuola della speranza; II. Agire e soffrire come luoghi di apprendimento della speranza; III. Il Giudizio [con una g maiuscola] come luogo di apprendimento e di esercizio della speranza".

  L'Enciclica presenta "il Giudizio finale di Dio 'come luogo di apprendimento e di esercizio della speranza' in un senso evidentemente diverso dai luoghi precedenti, perché il Giudizio finale non è una realtà presente come sono le preghiere e le sofferenze. Il Giudizio finale suscita, però, la speranza perché eliminerà il male. Qui l'Enciclica offre riflessioni profonde sul terribile problema del male e della giustizia".
OP/ENCICLICA SPE SALVI/COTTIER:VANHOYE               VIS 20071130 (610)


SPE SALVI: ENCICLICA DI BENEDETTO XVI SPERANZA CRISTIANA


CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2007 (VIS). Questa mattina è stata resa pubblica la seconda Enciclica di Papa Benedetto XVI, "Spe salvi", dedicata alla speranza cristiana. Il testo si compone di una introduzione e otto capitoli e parte da un passo della Lettera di San Paolo ai Romani: SPE SALVI facti sumus (nella speranza siamo stati salvati").

  Gli otto capitoli sono intitolati: "La fede è speranza"; "Il concetto di speranza basata sulla fede nel Nuovo testamento e nella Chiesa primitiva"; "La vita eterna - che cos'è?"; "La speranza cristiana è individualistica?; La trasformazione della fede-speranza cristiana nel tempo moderno; "La vera fisionomia della speranza cristiana"; 'Luoghi' di apprendimento e di esercizio della speranza: I. La preghiera come scuola della speranza; II. Agire e soffrire come luoghi di apprendimento della speranza; III. Giudizio come luogo di apprendimento e di esercizio della speranza; "Maria, stella della speranza".

  "La redenzione, la salvezza, secondo la fede cristiana" - spiega il Papa nell'introduzione - "non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino".

  Perciò  "elemento distintivo dei cristiani" è "il fatto che essi hanno un futuro: … sanno … che la loro vita non finisce nel vuoto". Il Papa sottolinea che il messaggio cristiano non è solo "informativo", ma "performativo". Questo significa che "il Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova".

  "Giungere a conoscere Dio - il vero Dio, questo significa ricevere speranza". Questo lo comprendevano bene i primi cristiani, come gli Efesini, che prima di incontrare Cristo avevano molti dèi ma vivevano "senza speranza e senza Dio". Il problema per i cristiani di antica data - sottolinea -  è l'abitudine al Vangelo: la speranza "che proviene dall'incontro reale con … Dio, quasi non è più percepibile".

  Il Papa ricorda che Gesù non ha portato "un messaggio sociale-rivoluzionario" come Spartaco, e "non era un combattente per una liberazione politica, come Barabba o Bar-Kochba". Ha portato "qualcosa di totalmente diverso: … l'incontro con il Dio vivente … l'incontro con una speranza che era più forte delle sofferenze della schiavitù e che per questo trasformava dal di dentro la vita e il mondo", "anche se le strutture esterne rimanevano le stesse".

  Cristo ci rende veramente liberi: "Non siamo schiavi dell'universo" e delle "leggi della materia e dell'evoluzione". (...) Siamo liberi perché "il cielo non è vuoto", perché il Signore dell'universo è Dio che "in Gesù si è rivelato come Amore". 

  Cristo è il "vero filosofo" che  "ci dice chi in realtà è l'uomo e che cosa egli deve fare per essere veramente uomo". "Egli indica anche la via oltre la morte; solo chi è in grado di fare questo, è un vero maestro di vita". E ci offre una speranza che è insieme attesa e presenza: perché "il fatto che questo futuro esista, cambia il presente".

  Il Papa rileva che "forse oggi molte persone rifiutano la fede semplicemente perché la vita eterna non sembra loro una cosa desiderabile. (...) "L'attuale crisi della fede - prosegue - è soprattutto una crisi della speranza cristiana". "La restaurazione del paradiso perduto, non si attende più dalla fede" ma dal progresso tecnico-scientifico, da cui - si ritiene - potrà emergere "il regno dell'uomo". La speranza diventa così "fede nel progresso" fondata su due colonne: la ragione e la libertà che "sembrano garantire da sé, in virtù della loro intrinseca bontà, una nuova comunità umana perfetta".

  "Il regno della ragione … è atteso come la nuova condizione dell'umanità diventata totalmente libera". (16-20) "Due tappe essenziali della concretizzazione politica di questa speranza" sono state la Rivoluzione francese (19) e quella marxista. Di fronte agli sviluppi della Rivoluzione francese, "l'Europa dell'Illuminismo … ha dovuto riflettere in modo nuovo su ragione e libertà". La rivoluzione proletaria d'altra parte ha  lasciato "dietro di sé una distruzione desolante". "L'errore fondamentale di Marx" è stato questo: "ha dimenticato l'uomo e ha dimenticato la sua libertà… Credeva che una volta messa a posto l'economia tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è il materialismo". (20-21) "Diciamolo ora in modo molto semplice - scrive il Papa: l'uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza". "L'uomo non può mai essere redento semplicemente" da una struttura esterna. (...) L'uomo viene redento mediante l'amore". Un amore incondizionato, assoluto : "La vera grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere  solo Dio - il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora sino alla fine". (26)

  Il Papa indica quattro luoghi di apprendimento e di esercizio della speranza. Il primo è la preghiera: "Se non mi ascolta più nessuno, Dio mi ascolta ancora … se non c'è più nessuno che possa aiutarmi … Egli può aiutarmi".

  Accanto alla preghiera c'è poi l'agire. "La speranza in senso cristiano è sempre anche speranza per gli altri. Ed è speranza attiva, nella quale lottiamo" affinché "il mondo diventi un po' più luminoso e umano. E solo se so che "la mia vita personale e la storia nel suo insieme sono custodite nel potere indistruttibile dell'amore" io "posso sempre ancora sperare anche se … non ho più niente da sperare".

  Anche il soffrire è un luogo di apprendimento della speranza. "Certamente bisogna fare tutto il possibile per diminuire la sofferenza": tuttavia "non è la fuga davanti al dolore che guarisce l'uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa maturare, di trovare senso mediante l'unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore". (...) Fondamentale è poi saper soffrire con l'altro e per gli altri. "Una società che non riesce ad accettare i sofferenti …è una società crudele e disumana".

  Infine, altro luogo di apprendimento della speranza è il Giudizio di Dio. "La fede nel Giudizio finale è innanzitutto e soprattutto speranza": "esiste la risurrezione della carne. Esiste una giustizia. Esiste la 'revoca' della sofferenza passata, la riparazione che ristabilisce il diritto". Il Papa si dice "convinto che la questione della giustizia costituisce l'argomento essenziale, in ogni caso l'argomento più forte, in favore della fede nella vita eterna". E' impossibile  infatti "che l'ingiustizia della storia sia l'ultima parola". "Dio è giustizia e crea giustizia. E' questa la nostra consolazione e la nostra speranza. Ma nella sua giustizia è insieme anche grazia". "La grazia non esclude la giustizia…I malvagi alla fine, nel banchetto eterno, non siederanno indistintamente a tavola accanto alle vittime, come se nulla fosse stato".
ENC/SPE SALVI/...                                VIS 20071130 (1.150)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Nove Presuli della Conferenza Episcopale di Corea, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Lazzaro You Heung-sik, di Daejon.

    - Il Vescovo Boniface Choi Ki-san, di Incheon, con il Vescovo emerito William John McNaughton, M.M.

    - Il Vescovo Paul Choi Deok-ki, di Suwon, con l'Ausiliare Vescovo Matthias Ri Iong-hoon.

    - Il Vescovo Joseph Lee Han-taek, S.I., di Uijongbu

    - Il Vescovo Jacobus Kim Ji-Seok, di Wonju.

    - L'Arcivescovo John Choi Young-soo, di Daegu, con l'Ausiliare Vescovo Thaddeus Cho Hwan-kil.

  Nel pomeriggio il Santo Padre riceverà il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AL:AP/.../...                                               VIS 20071130 (120)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2007 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Reinhard Marx, Arcivescovo Metropolita di München und Freising (superficie: 12.081; popolazione: 3.473.600; cattolici: 1.819.941; sacerdoti: 1.336; religiosi: 3.219; diaconi permanenti: 203), Germania. L'Arcivescovo eletto, finora Vescovo di Trier (Germania), è nato a Geseke (Germania), nel 1953, è stato ordinato sacerdote nel 1979, e nel 1996 ha ricevuto l'ordinazione episcopale.

- Ha nominato il Vescovo Óscar Urbina Ortega, Arcivescovo Metropolita di Villavicencio (superficie: 50.000; popolazione: 550.000; cattolici: 502.000; sacerdoti: 154; religiosi: 59; diaconi permanenti: 13), Colombia. L'Arcivescovo eletto, finora Vescovo di Cúcuta (Colombia), è nato ad Arboledas (Colombia), nel 1947, è stato ordinato sacerdote nel 1973 e nel 1998 ha ricevuto la consacrazione episcopale.

- Ha nominato il Reverendo Alfonso Carrasco Rouco, Vescovo di Lugo (superficie: 7.703; popolazione: 289.080; cattolici: 282.125; sacerdoti: 398; religiosi: 330), Spagna. Il Vescovo eletto, finora professore di Teologia Dogmatica presso la Facoltà "San Dámaso" di Madrid (Spagna), è nato nel 1956 a Villalba (Spagna), è stato ordinato sacerdote nel 1985. Succede al Vescovo José Higinio Gómez González, O.F.M., del quale il Santo Padre ha accettato la rinunzia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Padre John Corriveau, O.F.M.Cap., già Ministro Generale dell'Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini, Vescovo di Nelson (superficie: 78.400; popolazione: 370.000; cattolici: 75.000; sacerdoti: 38; religiosi: 25), Canada. Il Vescovo eletto è nato a Zurich (Canada), nel 1941 ed è stato ordinato sacerdote nel 1965, quale Religioso dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Succede al Vescovo Eugene Jerome Cooney, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi.

- Ha nominato il Monsignor Vittorio Lupi, Vescovo di Savona-Noli (superficie: 400; popolazione: 148.808; cattolici: 146.410; sacerdoti: 134; religiosi: 458; diaconi permanenti: 8), Italia. Il Vescovo eletto è nato nel 1941 a Ceriana (Imperia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1964. Il Vescovo Lupi è stato finora Vicario Generale della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo.

- Ha nominato il Monsignore Paul Tighe, del Clero dell'Arcidiocesi di Dublin (Irlanda), Segretario del Pontificio Consiglio della Comunicazioni Sociali. Il Monsignor Tighe è stato finora Direttore del "Diocesan Office for Public Affairs".

- Ha nominato il Monsignore Giuseppe Antonio Scotti, finora Addetto di Segreteria di I classe presso la Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, Segretario Aggiunto del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.
NER:RE:NA/.../...                                   VIS 20071130 (390)


giovedì 29 novembre 2007

RISPOSTA DEL PAPA AI LEADER RELIGIOSI MUSULMANI

CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2007 (VIS). Il 13 ottobre scorso, in occasione della fine del Ramadan (Eid al-Fitr), un gruppo di 138 Guide Religiose Musulmane ha indirizzato una lettera aperta al Santo Padre Benedetto XVI e ai responsabili delle altre Chiese e confessioni cristiane, dal titolo "Una Parola Comune tra Noi e Voi".

  Il Santo Padre ha risposto con una lettera, a firma dell'Eminentissimo Segretario di Stato, indirizzata a Sua Altezza Reale il Principe Ghazi bin Muhammad bin Talal, Presidente dello "Aal al-Bayt Institute for Islamic Thought", uno dei firmatari della lettera, il quale aveva personalmente curato l'inoltro della lettera aperta.

  Nel ringraziare e mostrare apprezzamento per la significativa iniziativa dell'eminente gruppo di personalità musulmane, il Santo Padre riafferma l'importanza del dialogo basato sul rispetto effettivo della dignità della persona, sulla oggettiva conoscenza della religione dell'altro, sulla condivisione dell'esperienza religiosa e sull'impegno comune a promuovere mutuo rispetto e accettazione.

  La risposta dell'Eminentissimo Segretario di Stato accenna anche alla disponibilità del Santo Padre a ricevere il Principe Ghazi e una delegazione dei firmatari della lettera e manifesta altresì la disponibilità del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in collaborazione con alcuni Istituti Pontifici specializzati, per un incontro di lavoro.
BXVI-LETTERA/.../LEADER RELIGIOSI MUSULMANI         VIS 20071129 (210)


IL PAPA INVITATO IN SLOVENIA DAL PRIMO MINISTRO JANSA

CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2007 (VIS). Nella tarda mattinata di oggi, la Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico il seguente Comunicato:

  "Nella mattinata di giovedì 29 novembre 2007, il Primo Ministro della Repubblica di Slovenia, Signor Janez Jansa, è stato ricevuto dal Santo Padre Benedetto XVI e, successivamente, ha incontrato il Segretario di Stato, Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone.

  "Il Premier ha voluto esprimere la riconoscenza della Nazione slovena per l'attenzione manifestata dalla Santa Sede sin dall'indipendenza ed ha invitato il Santo Padre a compiere una visita in Slovenia nel 2009, in occasione dell'Anno dei Giovani e della chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale".

  "Il Signor Jansa ha inoltre informato circa le priorità e le principali iniziative del prossimo semestre di Presidenza slovena dell'Unione Europea (gennaio-giugno 2008). A tale riguardo il Cardinale Segretario di Stato ha espresso i migliori auguri che il semestre di presidenza slovena porti risultati positivi in modo particolare anche per la stabilità e la pace nella regione del Sud-est europeo".

  "Sono state, infine, trattate alcune questioni bilaterali, come il processo di restaurazione dei beni ecclesiastici nazionalizzati durante il regime comunista e la prospettiva di erezione dell'Ordinariato castrense".
OP/UDIENZA/PRESIDENTE SLOVENIA                       VIS 20071129 (210)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Signor Janez Jansa, Primo Ministro della Repubblica di Slovenia, e Seguito.

- Nove Presuli della Conferenza Episcopale di Corea, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Cardinale Nicholas Cheong Jinsuk, Arcivescovo di Seoul ed Amministratore Apostolico di Pyong-yang, con gli Ausiliari Vescovo Andrew Yeom Soo jung, Vescovo Lucas Kim Woon-hoe e Vescovo Basil Cho Kyu-man.

- L'Arcivescovo Andreas Choi Chang-mou, di Kwangju, con l'Ausiliare Vescovo Hyginus Kim Hee-joong.

- Il Vescovo Peter Kang U-il, di Cheju.

- Il Vescovo Vincent Ri Pyung-ho, di Jeonju.

- Il Vescovo John Chang Yik, di Ch'unch'on ed Amministratore Apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" di Hamhung.
AP:AL/.../...                                               VIS 20071129 (130)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Rochus Josef Tatamai, M.S.C., finora Ausiliare della Diocesi di Kerema (Papua Nuova Guinea), Vescovo di Bereina (superficie: 19.146; popolazione: 86.500; cattolici: 69.000, sacerdoti: 21; religiosi: 39; diaconi permanenti: 1), Papua Nuova Guinea.
NER/.../TATAMAI                                             VIS 20071129 (50)

mercoledì 28 novembre 2007

EFREM SIRO: MOLTEPLICITÀ CULTURALE CRISTIANESIMO

CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2007 (VIS). Proseguendo la catechesi sui Padri della Chiesa, il Santo Padre Benedetto XVI, si è soffermato, nel corso l'Udienza Generale di questo mercoledì, tenutasi nell'Aula Paolo VI con la partecipazione di 8.000 persone, su Sant'Efrem Siro, "il poeta più rinomato di tutta l'epoca patristica".

  Prima di tratteggiare la figura di Sant'Efrem, il Papa ha precisato che: "Secondo l'opinione comune di oggi, il cristianesimo sarebbe una religione europea, che avrebbe poi esportato la cultura di questo Continente in altri Paesi. Ma la realtà è molto più complessa, poiché la radice della religione cristiana si trova nell'Antico Testamento e quindi a Gerusalemme e nel mondo semitico".

  "Il cristianesimo si nutre sempre a questa radice dell'Antico Testamento. Anche la sua espansione nei primi secoli si è avuta sia verso occidente - verso il mondo greco-latino, dove ha poi ispirato la cultura europea - sia verso oriente, fino alla Persia, all'India, contribuendo così a suscitare una specifica cultura, in lingue semitiche, con una propria identità.

 "Per mostrare questa pluriformità culturale dell'unica fede cristiana dagli inizi" - ha detto Benedetto XVI - "vorrei parlare oggi di Sant'Efrem Siro, nato a Nisibi attorno al 306 in una famiglia cristiana" e morto a Emessa nel 373. "Egli fu il più importante rappresentante del cristianesimo di lingua siriaca e riuscì a conciliare in modo unico la vocazione del teologo e quella del poeta".

  "La poesia" - ha  spiegato il Pontefice - permette ad Efrem  "di approfondire la riflessione teologica attraverso paradossi e immagini. Nello stesso tempo la sua teologia diventa liturgia, diventa musica: egli era infatti un grande compositore, un musicista. Teologia, riflessione sulla fede, poesia, canto, lode di Dio vanno insieme; ed è proprio in questo carattere liturgico che nella teologia di Efrem appare con limpidezza la verità divina".

  "Alla poesia e agli inni per la liturgia, Efrem conferisce un carattere didattico e catechetico; si tratta di inni teologici e insieme adatti per la recita o il canto liturgico. Efrem si serve di questi inni per diffondere, in occasione delle feste liturgiche, la dottrina della Chiesa".

  Benedetto XVI ha posto l'accento sulla riflessione di Efrem sul tema di Dio Creatore ed ha detto: "niente nella creazione è isolato, e il mondo è, accanto alla Sacra Scrittura, una Bibbia di Dio. Usando in modo sbagliato la sua libertà, l'uomo capovolge l'ordine del cosmo".

  "Per Efrem" - ha proseguito il Pontefice - "è rilevante il ruolo della donna. Il modo in cui egli ne parla è sempre ispirato a sensibilità e rispetto: la dimora di Gesù nel seno di Maria ha innalzato grandemente la dignità della donna. Per Efrem, come non c'è Redenzione senza Gesù, così non c'è Incarnazione senza Maria. Le dimensioni divine e umane del mistero della nostra redenzione si trovano già nei testi di Efrem".

  "Efrem, onorato dalla tradizione cristiana con il titolo di 'cetra dello Spirito Santo', restò diacono della sua Chiesa per tutta la vita. Fu una scelta decisiva ed emblematica: egli fu diacono, cioè servitore, sia nel ministero liturgico, sia, più radicalmente, nell'amore a Cristo, da lui cantato in modo ineguagliabile, sia infine nella carità verso i fratelli, che introdusse con rara maestria nella conoscenza della divina Rivelazione".
AG/EFREM/...                                   VIS 20071128 (490)


MOLTIPLICARE SFORZI PER FERMARE DIFFUSIONE AIDS

CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2007 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale di oggi, tenutasi nell'Aula Paolo VI, il Papa ha lanciato un appello affinché ci si adoperi per bloccare la diffusione dell'AIDS.

  "Il 1° dicembre prossimo" - ha detto Benedetto XVI - "ricorrerà la Giornata Mondiale contro l'Aids. Sono spiritualmente vicino a quanti soffrono per questa terribile malattia come pure alle loro famiglie, in particolare a quelle colpite dalla perdita di un congiunto. Per tutti assicuro la mia preghiera".

  "Desidero, inoltre, esortare tutte le persone di buona volontà a moltiplicare gli sforzi per fermare la diffusione del virus HIV, a contrastare lo spregio che sovente colpisce quanti ne sono affetti, e a prendersi cura dei malati, specialmente quando sono ancora fanciulli".
AG/APPELLO AIDS/...                              VIS 20071128 (130)


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