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mercoledì 28 novembre 2007

EFREM SIRO: MOLTEPLICITÀ CULTURALE CRISTIANESIMO

CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2007 (VIS). Proseguendo la catechesi sui Padri della Chiesa, il Santo Padre Benedetto XVI, si è soffermato, nel corso l'Udienza Generale di questo mercoledì, tenutasi nell'Aula Paolo VI con la partecipazione di 8.000 persone, su Sant'Efrem Siro, "il poeta più rinomato di tutta l'epoca patristica".

  Prima di tratteggiare la figura di Sant'Efrem, il Papa ha precisato che: "Secondo l'opinione comune di oggi, il cristianesimo sarebbe una religione europea, che avrebbe poi esportato la cultura di questo Continente in altri Paesi. Ma la realtà è molto più complessa, poiché la radice della religione cristiana si trova nell'Antico Testamento e quindi a Gerusalemme e nel mondo semitico".

  "Il cristianesimo si nutre sempre a questa radice dell'Antico Testamento. Anche la sua espansione nei primi secoli si è avuta sia verso occidente - verso il mondo greco-latino, dove ha poi ispirato la cultura europea - sia verso oriente, fino alla Persia, all'India, contribuendo così a suscitare una specifica cultura, in lingue semitiche, con una propria identità.

 "Per mostrare questa pluriformità culturale dell'unica fede cristiana dagli inizi" - ha detto Benedetto XVI - "vorrei parlare oggi di Sant'Efrem Siro, nato a Nisibi attorno al 306 in una famiglia cristiana" e morto a Emessa nel 373. "Egli fu il più importante rappresentante del cristianesimo di lingua siriaca e riuscì a conciliare in modo unico la vocazione del teologo e quella del poeta".

  "La poesia" - ha  spiegato il Pontefice - permette ad Efrem  "di approfondire la riflessione teologica attraverso paradossi e immagini. Nello stesso tempo la sua teologia diventa liturgia, diventa musica: egli era infatti un grande compositore, un musicista. Teologia, riflessione sulla fede, poesia, canto, lode di Dio vanno insieme; ed è proprio in questo carattere liturgico che nella teologia di Efrem appare con limpidezza la verità divina".

  "Alla poesia e agli inni per la liturgia, Efrem conferisce un carattere didattico e catechetico; si tratta di inni teologici e insieme adatti per la recita o il canto liturgico. Efrem si serve di questi inni per diffondere, in occasione delle feste liturgiche, la dottrina della Chiesa".

  Benedetto XVI ha posto l'accento sulla riflessione di Efrem sul tema di Dio Creatore ed ha detto: "niente nella creazione è isolato, e il mondo è, accanto alla Sacra Scrittura, una Bibbia di Dio. Usando in modo sbagliato la sua libertà, l'uomo capovolge l'ordine del cosmo".

  "Per Efrem" - ha proseguito il Pontefice - "è rilevante il ruolo della donna. Il modo in cui egli ne parla è sempre ispirato a sensibilità e rispetto: la dimora di Gesù nel seno di Maria ha innalzato grandemente la dignità della donna. Per Efrem, come non c'è Redenzione senza Gesù, così non c'è Incarnazione senza Maria. Le dimensioni divine e umane del mistero della nostra redenzione si trovano già nei testi di Efrem".

  "Efrem, onorato dalla tradizione cristiana con il titolo di 'cetra dello Spirito Santo', restò diacono della sua Chiesa per tutta la vita. Fu una scelta decisiva ed emblematica: egli fu diacono, cioè servitore, sia nel ministero liturgico, sia, più radicalmente, nell'amore a Cristo, da lui cantato in modo ineguagliabile, sia infine nella carità verso i fratelli, che introdusse con rara maestria nella conoscenza della divina Rivelazione".
AG/EFREM/...                                   VIS 20071128 (490)


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