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lunedì 2 luglio 2012

GESÙ È VENUTO A LIBERARE L'ESSERE UMANO NELLA SUA TOTALITÁ


Città del Vaticano, 1 luglio (VIS). La guarigione miracolosa della figlia di Giairo e della donna che soffriva di emorragia, narrata dall'Evangelista Marco, è stato il tema delle meditazioni precedenti la recita dell'Angelus di questa domenica.

Ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro, il Santo Padre ha spiegato che i due episodi presentano due livelli di lettura: "quello puramente fisico: Gesù si china sulla sofferenza umana e guarisce il corpo; e quello spirituale: Gesù è venuto a guarire il cuore dell’uomo, a donare la salvezza e chiede la fede in Lui". Le due guarigioni dimostrano nuovamente che Gesù è venuto "a liberare l'essere umano nella sua totalità. "Prima avviene la guarigione fisica, ma questa è strettamente legata alla guarigione più profonda, quella che dona la grazia di Dio a chi si apre a Lui con fede".

"Questi due racconti di guarigione sono per noi un invito a superare una visione puramente orizzontale e materialista della vita. A Dio noi chiediamo tante guarigioni da problemi, da necessità concrete, ed è giusto, ma quello che dobbiamo chiedere con insistenza è una fede sempre più salda, perché il Signore rinnovi la nostra vita, e una ferma fiducia nel suo amore, nella sua provvidenza che non ci abbandona".

"Gesù che si fa attento alla sofferenza umana ci fa pensare anche a tutti coloro che aiutano gli ammalati a portare la loro croce, in particolare i medici, gli operatori sanitari e quanti assicurano l’assistenza religiosa nelle case di cura. Essi sono 'riserve di amore', che recano serenità e speranza ai sofferenti. Nell’Enciclica 'Deus caritas est' osservavo che, in questo prezioso servizio, occorre innanzitutto la competenza professionale - essa è una prima fondamentale necessità - ma da sola non basta. Si tratta, infatti, di esseri umani, che hanno bisogno di umanità e dell'attenzione del cuore".

"Chiediamo alla Vergine Maria di accompagnare il nostro cammino di fede e il nostro impegno di amore concreto specialmente verso chi è nel bisogno, mentre invochiamo la sua materna intercessione per i nostri fratelli che vivono nella sofferenza nel corpo e nello spirito".

Dopo la recita dell'Angelus, Benedetto XVI ha auspicato, in diverse lingue, che il tempo delle vacanze sia "un'opportunità di rafforzare la fede con la preghiera e la carità".

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