Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

venerdì 23 settembre 2011

RESPONSABILITÀ DAVANTI A DIO E RICONOSCIMENTO DIGNITÀ UMANA, FONDAMENTI COMUNI DEL DIRITTO

CITTA' DEL VATICANO, 23 SET. 2011 (VIS). Alle 16:16 di ieri, 22 settembre, il Santo Padre, lasciata la Nunziatura Apostolica, si è recato in autovettura al Reichstag, dove era ad accoglierlo il Presidente del Parlamento Federale e dove ha avuto un breve incontro con le cinque più alte Autorità Federali: il Presidente Federale, la Cancelliera Federale, il Presidente del Bundestag, il Presidente del Bundesrat, il Presidente del Tribunale Costituzionale Federale. Il Papa ha salutato anche i presidenti dei Gruppi parlamentari ed infine è stato accompagnato nell’Aula del Parlamento Federale dove ha ascoltato il discorso del Presidente del Bundestag, Signor Norbert Lammert.

“La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace” – ha detto il Papa nel suo discorso al Parlamento tedesco – “Naturalmente un politico cercherà il successo che di per sé gli apre la possibilità dell’azione politica effettiva. Ma il successo è subordinato al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all’intelligenza del diritto. Il successo può essere anche una seduzione e così può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia”.

Il Papa ha ricordato in merito che i tedeschi hanno sperimentato la separazione del potere dal diritto. “Lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto, era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull’orlo del precipizio”.

“Servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e rimane il compito fondamentale del politico”, particolarmente nel momento attuale. Il problema è, allora, come riconoscere ciò che è giusto. Per Benedetto XVI “nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta (...). In base a questa convinzione” – ha detto il Papa – “i combattenti della resistenza hanno agito contro il regime nazista e contro altri regimi totalitari, rendendo così un servizio al diritto e all’intera umanità. Per queste persone era evidente in modo incontestabile che il diritto vigente, in realtà, era ingiustizia”.

Recuperare il patrimonio culturale dell’Europa

“Ciò che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente, oggi non è affatto evidente di per sé. (...) Nella storia – ha ricordato il Papa - gli ordinamenti giuridici sono stati quasi sempre motivati in modo religioso (...). Il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato, un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto (...). Per lo sviluppo del diritto e per lo sviluppo dell’umanità è stato decisivo che i teologi cristiani abbiano preso posizione contro il diritto religioso, richiesto dalla fede nelle divinità, e si siano messi dalla parte della filosofia, riconoscendo come fonte giuridica valida per tutti la ragione e la natura nella loro correlazione”.

La questione circa i fondamenti della legislazione sembrava essere stata chiarita all’epoca della Dichiarazione dei Diritti umani, dopo la seconda guerra mondiale. “Nell’ultimo mezzo secolo – ha affermato il Pontefice – è avvenuto un drammatico cambiamento della situazione. L’idea del diritto naturale è considerata oggi una dottrina cattolica piuttosto singolare”, a causa del predominio della concezione positivista di natura e ragione.

“Una concezione positivista di natura, che comprende la natura in modo puramente funzionale (...) non può creare alcun ponte verso l’ethos e il diritto (...). La stessa cosa, però, vale anche per la ragione in una visione positivista” nella quale “ciò che non è verificabile o falsificabile non rientra nell’ambito della ragione (...). Per questo l’ethos e la religione devono essere assegnati all’ambito del soggettivo (...). Questa è una situazione drammatica che interessa tutti e su cui è necessaria una discussione pubblica; invitare urgentemente ad essa è un’intenzione essenziale di questo discorso”.

“La visione positivista del mondo è nel suo insieme una parte grandiosa della conoscenza umana e della capacità umana, alla quale non dobbiamo assolutamente rinunciare. (...) Dove la ragione positivista si ritiene come la sola cultura sufficiente, relegando tutte le altre realtà culturali allo stato di sottoculture, essa riduce l’uomo, anzi, minaccia la sua umanità. Lo dico proprio in vista dell’Europa, in cui vasti ambienti cercano di riconoscere solo il positivismo come cultura comune e come fondamento comune per la formazione del diritto, mentre tutte le altre convinzioni e gli altri valori della nostra cultura vengono ridotti allo stato di una sottocultura. Con ciò si pone l’Europa, di fronte alle altre culture del mondo, in una condizione di mancanza di cultura e vengono suscitate, al contempo, correnti estremiste e radicali”.

Da qui l’urgenza che ragione e natura ritrovino la propria grandezza e la natura appaia nuovamente nella sua vera profondità, nelle sua esigenze e con le sue indicazioni. “Dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura” – ha ribadito il Papa – “e rispondervi coerentemente” tenendo conto che “anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. (...) L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli ascolta la natura, la rispetta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana”.

Il patrimonio culturale dell’Europa può essere di fondamentale aiuto giacché “Sulla base della convinzione circa l’esistenza di un Dio creatore sono state sviluppate l’idea dei diritti umani, l’idea dell’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dell’inviolabilità della dignità umana in ogni singola persona e la consapevolezza della responsabilità degli uomini per il loro agire”.

“Queste conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria culturale. (...) La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma – dall’incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. (...). Nella consapevolezza della responsabilità dell’uomo davanti a Dio e nel riconoscimento della dignità inviolabile dell’uomo, di ogni uomo, questo incontro ha fissato dei criteri del diritto, difendere i quali è nostro compito in questo momento storico”.

Al termine del discorso Benedetto XVI si è ritirato per alcuni minuti privatamente in attesa del successivo incontro con i Rappresentanti della Comunità Ebraica.
PV-GERMANIA/ VIS 20110923 (1050)

Nessun commento:

Posta un commento

Copyright © VIS - Vatican Information Service