CITTA' DEL VATICANO, 3 DIC. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza i membri della Commissione Teologica Internazionale, a conclusione della Sessione Plenaria.
Riferendosi ai temi esaminati in questi giorni, il Papa ha detto: “La vostra riflessione sulla visione cristiana di Dio potrà essere un contributo prezioso sia per la vita dei fedeli che per il nostro dialogo con i non credenti”.
“Di fatto la stessa parola ‘teo-logia’ rivela questo aspetto comunicativo del vostro lavoro - nella teologia cerchiamo, attraverso il ‘logos’, di comunicare ciò che ‘abbiamo veduto e udito’ (1Gv 1,3). (...) Possiamo pensare a Dio e comunicare ciò che abbiamo pensato perché Egli ci ha dotati di una ragione in armonia con la sua natura. (...) Infatti conoscere Dio nella sua vera natura è anche il modo sicuro per assicurare la pace. Un Dio che non fosse percepito come fonte di perdono non potrebbe essere luce sul sentiero della pace”.
“Nessun sistema teologico può sussistere se non è permeato dall’amore del suo divino ‘Oggetto’, se non è sempre nutrito dal dialogo - cioè dall’accoglienza nella mente e nel cuore del teologo - con il ‘Logos’ divino, Creatore e Redentore. (...) La teologia (...) deve argomentare in modo razionale, ma anche deve essere fedele alla natura della fede ecclesiale: centrata su Dio, radicata nella preghiera, in una comunione con gli altri discepoli del Signore garantita dalla comunione con il Successore di Pietro e tutto il Collegio episcopale”.
“Il teologo non incomincia mai da zero” – ha sottolineato il Pontefice – “ma considera come maestri i Padri e i teologi di tutta la tradizione cristiana. Radicata nella Sacra Scrittura, letta con i Padri e i Dottori, la teologia può essere scuola di santità, come ci ha testimoniato il beato John Henry Newman. Far scoprire il valore permanente della ricchezza trasmessa dal passato non è un contributo da poco della teologia al concerto delle scienze”.
“L’impegno sociale dei cristiani deriva necessariamente dalla manifestazione dell’amore divino” – ha detto ancora il Santo Padre – “Contemplazione di Dio rivelato e carità per il prossimo non si possono separare, anche se si vivono secondo diversi carismi. In un mondo che spesso apprezza molti doni del Cristianesimo - come per esempio l’idea di uguaglianza democratica, figlia del monoteismo evangelico - senza capire la radice dei propri ideali, è particolarmente importante mostrare che i frutti muoiono se viene tagliata la radice dell’albero. Infatti non c’è giustizia senza verità, e la giustizia non si sviluppa pienamente se il suo orizzonte è limitato al mondo materiale. Per noi cristiani la solidarietà sociale ha sempre una prospettiva di eternità”.
“Non si può essere teologi nella solitudine: i teologi hanno bisogno del ministero dei Pastori della Chiesa, come il Magistero ha bisogno di teologi che compiono fino in fondo il loro servizio, con tutta l’ascesi che ciò implica”.
AC/ VIS 20101203 (480)
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