CITTA' DEL VATICANO, 23 OTT. 2010 (VIS). Oggi si sono concluse le sessioni di lavoro dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi con l’approvazione di 44 Proposizioni che i Padri Sinodali hanno presentato al Santo Padre Benedetto XVI.
Seguendo il desiderio del Papa la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha reso nota una versione provvisoria ed ufficiosa delle Proposizioni. Le Proposizioni sono consegnate al Papa perché ne faccia uso se lo ritiene opportuno nella preparazione dell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale, Documento che ufficialmente chiude il Sinodo.
Le Proposizioni si dividono in tre sezioni: “La presenza cristiana in Medio Oriente”; “La comunione ecclesiale” e “La testimonianza cristiana: testimoni della risurrezione dell’amore”.
I Padri ricordano che: “In un mondo segnato da divisioni e da posizioni estreme, noi siamo chiamati a vivere come Chiesa di comunione, restando aperti a tutti, senza cadere nel confessionalismo. (...) Occorrerà attirare l'attenzione del mondo intero sulla situazione drammatica di certe comunità cristiane nel Medio Oriente, le quali soffrono ogni tipo di difficoltà, giungendo talvolta fino al martirio”.
Riferendosi all’emigrazione i Padri propongono che: “Le nostre chiese devono creare un ufficio o una commissione che si occupi dello studio del fenomeno migratorio e delle sue motivazioni per trovare i mezzi di contrastarlo. Esse faranno tutto il possibile e con tutti i mezzi per consolidare la presenza dei cristiani nelle loro patrie”
“Per una migliore accoglienza e accompagnamento degli immigrati in Medio Oriente, le Chiese di provenienza sono chiamate a stabilire contatti regolari con le Chiese d'accoglienza, le quali le aiuteranno a dotarsi delle strutture necessarie”.
Nella Proposizione riguardante “la comunione ecclesiale”, si parla di comunione ecclesiale “ad intra”, all’interno della Chiesa e si chiede un maggior impegno nella pastorale vocazionale. Inoltre “Si propone di intensificare l'uso della lingua araba nel quadro delle istituzioni della Santa Sede e delle sue riunioni ufficiali, affinché i cristiani di cultura araba abbiamo accesso alle informazioni provenienti dalla Santa Sede nella loro lingua materna”.
“Per assicurare un servizio pastorale in favore dei nostri fedeli, dovunque essi vadano, e per rispettare le tradizioni orientali, sarebbe auspicabile studiare la possibilità di avere preti sposati fuori dai territori patriarcali”.
Nella Proposizione dedicata all’ecumenismo, i Padri Sinodali chiedono di: “Operare per l'unificazione della data di Natale e di Pasqua” ed auspicano di: “Istituire una festa comune annuale dei martiri per le Chiese d'Oriente”.
Nella Proposizione relativa alla “testimonianza cristiana”, i Padri Sinodali propongono “la creazione di Centri di catechesi dove non esistenti” ed affermano che: “È necessario insistere sulla formazione permanente e sulla collaborazione tra le diverse Chiese a livello di laici, seminari e università. (...)
Rilevando l’importanza capitale dei nuovi mezzi di comunicazione “per la formazione cristiana in Medio Oriente come pure per l’annuncio della fede”, i Padri Sinodali “raccomandano d’aiutare e sostenere con tutti i mezzi le strutture già esistenti in questo ambito”.
Relativamente alla famiglia, si insiste sulla necessità di: “Rafforzare i centri di preparazione al matrimonio, i centri d'ascolto e di orientamento, l'accompagnamento spirituale e umano delle giovani coppie, l'attenzione pastorale alle famiglie” e si raccomanda di “ravvivare la visita dei Pastori alle famiglie, come pure l'incoraggiamento alla natalità e alla buona educazione dei figli”.
I Padri Sinodali si impegnano ad assicurare ai giovani “la formazione spirituale e teologica necessaria a costruire con loro i ponti di dialogo per abbattere i muri di divisione e di separazione nelle società”.
Relativamente al dialogo interreligioso si legge in una delle Proposizioni che: “I cristiani del Medio Oriente sono chiamati (...) al rafforzamento del dialogo interreligioso, alla purificazione della memoria, al perdono reciproco del passato e alla ricerca di un avvenire comune migliore”.
Facendo riferimento al giudaismo i Padri Sinodali auspicano che: “Le iniziative di dialogo e di cooperazione con gli ebrei sono da incoraggiarsi per approfondire i valori umani e religiosi, la libertà, la giustizia, la pace e la fraternità. La lettura dell'Antico testamento e l'approfondimento delle tradizioni del giudaismo aiutano a conoscere meglio la religione ebraica. Noi rifiutiamo l'antisemitismo e l'antigiudaismo, distinguendo tra religione e politica”.
Nelle relazioni con i musulmani si sottolinea che: ”È importante promuovere la nozione di cittadinanza, la dignità della persona umana, l'uguaglianza dei diritti e dei doveri e la libertà religiosa comprensiva della libertà di culto e della libertà di coscienza” e si ricorda che: “I cristiani del Medio Oriente sono chiamati a continuare il fecondo dialogo di vita con i musulmani. Essi (...) metteranno da parte ogni pregiudizio negativo, (...) opponendosi insieme a ogni genere di fondamentalismo e di violenza in nome della religione”
SE/ VIS 20101025 (760)
Seguendo il desiderio del Papa la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha reso nota una versione provvisoria ed ufficiosa delle Proposizioni. Le Proposizioni sono consegnate al Papa perché ne faccia uso se lo ritiene opportuno nella preparazione dell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale, Documento che ufficialmente chiude il Sinodo.
Le Proposizioni si dividono in tre sezioni: “La presenza cristiana in Medio Oriente”; “La comunione ecclesiale” e “La testimonianza cristiana: testimoni della risurrezione dell’amore”.
I Padri ricordano che: “In un mondo segnato da divisioni e da posizioni estreme, noi siamo chiamati a vivere come Chiesa di comunione, restando aperti a tutti, senza cadere nel confessionalismo. (...) Occorrerà attirare l'attenzione del mondo intero sulla situazione drammatica di certe comunità cristiane nel Medio Oriente, le quali soffrono ogni tipo di difficoltà, giungendo talvolta fino al martirio”.
Riferendosi all’emigrazione i Padri propongono che: “Le nostre chiese devono creare un ufficio o una commissione che si occupi dello studio del fenomeno migratorio e delle sue motivazioni per trovare i mezzi di contrastarlo. Esse faranno tutto il possibile e con tutti i mezzi per consolidare la presenza dei cristiani nelle loro patrie”
“Per una migliore accoglienza e accompagnamento degli immigrati in Medio Oriente, le Chiese di provenienza sono chiamate a stabilire contatti regolari con le Chiese d'accoglienza, le quali le aiuteranno a dotarsi delle strutture necessarie”.
Nella Proposizione riguardante “la comunione ecclesiale”, si parla di comunione ecclesiale “ad intra”, all’interno della Chiesa e si chiede un maggior impegno nella pastorale vocazionale. Inoltre “Si propone di intensificare l'uso della lingua araba nel quadro delle istituzioni della Santa Sede e delle sue riunioni ufficiali, affinché i cristiani di cultura araba abbiamo accesso alle informazioni provenienti dalla Santa Sede nella loro lingua materna”.
“Per assicurare un servizio pastorale in favore dei nostri fedeli, dovunque essi vadano, e per rispettare le tradizioni orientali, sarebbe auspicabile studiare la possibilità di avere preti sposati fuori dai territori patriarcali”.
Nella Proposizione dedicata all’ecumenismo, i Padri Sinodali chiedono di: “Operare per l'unificazione della data di Natale e di Pasqua” ed auspicano di: “Istituire una festa comune annuale dei martiri per le Chiese d'Oriente”.
Nella Proposizione relativa alla “testimonianza cristiana”, i Padri Sinodali propongono “la creazione di Centri di catechesi dove non esistenti” ed affermano che: “È necessario insistere sulla formazione permanente e sulla collaborazione tra le diverse Chiese a livello di laici, seminari e università. (...)
Rilevando l’importanza capitale dei nuovi mezzi di comunicazione “per la formazione cristiana in Medio Oriente come pure per l’annuncio della fede”, i Padri Sinodali “raccomandano d’aiutare e sostenere con tutti i mezzi le strutture già esistenti in questo ambito”.
Relativamente alla famiglia, si insiste sulla necessità di: “Rafforzare i centri di preparazione al matrimonio, i centri d'ascolto e di orientamento, l'accompagnamento spirituale e umano delle giovani coppie, l'attenzione pastorale alle famiglie” e si raccomanda di “ravvivare la visita dei Pastori alle famiglie, come pure l'incoraggiamento alla natalità e alla buona educazione dei figli”.
I Padri Sinodali si impegnano ad assicurare ai giovani “la formazione spirituale e teologica necessaria a costruire con loro i ponti di dialogo per abbattere i muri di divisione e di separazione nelle società”.
Relativamente al dialogo interreligioso si legge in una delle Proposizioni che: “I cristiani del Medio Oriente sono chiamati (...) al rafforzamento del dialogo interreligioso, alla purificazione della memoria, al perdono reciproco del passato e alla ricerca di un avvenire comune migliore”.
Facendo riferimento al giudaismo i Padri Sinodali auspicano che: “Le iniziative di dialogo e di cooperazione con gli ebrei sono da incoraggiarsi per approfondire i valori umani e religiosi, la libertà, la giustizia, la pace e la fraternità. La lettura dell'Antico testamento e l'approfondimento delle tradizioni del giudaismo aiutano a conoscere meglio la religione ebraica. Noi rifiutiamo l'antisemitismo e l'antigiudaismo, distinguendo tra religione e politica”.
Nelle relazioni con i musulmani si sottolinea che: ”È importante promuovere la nozione di cittadinanza, la dignità della persona umana, l'uguaglianza dei diritti e dei doveri e la libertà religiosa comprensiva della libertà di culto e della libertà di coscienza” e si ricorda che: “I cristiani del Medio Oriente sono chiamati a continuare il fecondo dialogo di vita con i musulmani. Essi (...) metteranno da parte ogni pregiudizio negativo, (...) opponendosi insieme a ogni genere di fondamentalismo e di violenza in nome della religione”
SE/ VIS 20101025 (760)
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