CIUDAD DEL VATICANO, 23 OCT 2010 (VIS). Nel corso della tredicesima Congregazione Generale, tenutasi nel pomriggio di ieri, i Padri Sinodali hanno approvato il Messaggio finale della Assemblea Speciale per il Medio Oriente.
Di seguito riportiamo estratti del Messaggio:
I. LA CHIESA NEL MEDIO ORIENTE: COMUNIONE E TESTIMONIANZA ATTRAVERSO LA STORIA. CAMMINO DELLA FEDE IN ORIENTE
“In Oriente è nata la prima comunità cristiana. Dall’Oriente partirono gli Apostoli dopo la Pentecoste per evangelizzare il mondo intero. (…) Ci troviamo oggi davanti a una svolta storica: Dio che ci ha donato la fede nel nostro Oriente da 2000 anni, ci chiama a perseverare con coraggio, assiduità e forza, a portare il messaggio di Cristo e la testimonianza al suo Vangelo che è un Vangelo di amore e di pace”.
“Oggi siamo di fronte a numerose sfide. (…) Ciò che Cristo domanda alle nostre Chiese è di rafforzare la comunione all’interno di ciascuna Chiesa ‘sui iuris’ e tra le Chiese cattoliche di diversa tradizione, inoltre di fare tutto il possibile nella preghiera e nella carità per raggiungere l’unità di tutti i cristiani”.
“Abbiamo analizzato quanto concerne la situazione sociale e la sicurezza nei nostri paesi del Medio Oriente. Abbiamo avuto coscienza dell’impatto del conflitto israelo-palestinese su tutta la regione, soprattutto sul popolo palestinese che soffre le conseguenze dell’occupazione israeliana: la mancanza di libertà di movimento, il muro di separazione e le barriere militari, i prigionieri politici, la demolizione delle case, la perturbazione della vita economica e sociale e le migliaia di rifugiati. Abbiamo riflettuto sulla sofferenza e l’insicurezza nelle quali vivono gli Israeliani. Abbiamo meditato sulla situazione di Gerusalemme, la Città Santa. Siamo preoccupati delle iniziative unilaterali che rischiano di mutare la sua demografia e il suo statuto. Di fronte a tutto questo, vediamo che una pace giusta e definitiva è l’unico mezzo di salvezza per tutti, per il bene della regione e dei suoi popoli”.
“Nelle nostre riunioni e nelle nostre preghiere abbiamo riflettuto sulle sofferenze cruente del popolo iracheno. Abbiamo fatto memoria dei cristiani assassinati in Iraq, delle sofferenze permanenti della Chiesa in Iraq, dei suoi figli espulsi e dispersi per il mondo, portando noi insieme con loro le preoccupazioni della loro terra e della loro patria”.
“I padri sinodali hanno espresso la loro solidarietà con il popolo e che Chiese in Iraq e hanno espresso il voto che gli emigrati, forzati a lasciare i loro paesi, possano trovare i soccorsi necessari là dove arrivano, affinché possano tornare nei loro paesi e vivervi in sicurezza”.
“La nostra missione basata sulla nostra fede e il nostro dovere verso le nostre patrie ci obbligano a contribuire alla costruzione dei nostri paesi insieme con tutti i cittadini musulmani, ebrei e cristiani”.
II. COMUNIONE E TESTIMONIANZA ALL’INTERNO DELLE CHIESE CATTOLICHE DEL MEDIO ORIENTE. AI FEDELI DELLE NOSTRE CHIESE
“Vi salutiamo, cristiani del Medio Oriente, e vi ringraziamo per tutto ciò che voi avete realizzato nelle vostre famiglie e nelle vostre società, nelle vostre Chiese e nelle vostre nazioni. Salutiamo la vostra perseveranza nelle difficoltà, pene e angosce”.
“Portiamo nelle nostre preghiere voi, sofferenti nel corpo, nell’anima e nello spirito, voi oppressi, espatriati, perseguitati, prigionieri e detenuti. Unite le vostre sofferenze a quelle di Cristo Redentore e cercate nella sua croce la pazienza e la forza. Con il merito delle vostre sofferenze, voi ottenete per il mondo l’amore misericordioso di Dio”.
“Ci rivolgiamo ora in modo speciale alle donne. Esprimiamo la nostra stima per quanto voi siete nei diversi stati di vita: come ragazze, educatrici, madri, consacrate e operatrici nella vita pubblica. Vi elogiamo perché proteggete la vita umana fin dall’inizio, offrendole cura e affetto. Dio vi ha donato una sensibilità particolare per tutto ciò che riguarda l’educazione, il lavoro umanitario e la vita apostolica. Rendiamo grazie a Dio per le vostre attività e auspichiamo che voi esercitiate una più grande responsabilità nella vita pubblica”.
“(…) Ragazzi e ragazze: (…) Progettate la vostra vita sotto lo sguardo amorevole di Cristo. Siate cittadini responsabili e credenti sinceri. La Chiesa si unisce a voi nelle vostre preoccupazioni di trovare un lavoro in funzione delle vostre competenze. (…) Superate la tentazione del materialismo e del consumismo. Siate saldi nei vostri valori cristiani”.
“Apprezziamo il ruolo dei mezzi di comunicazione scritta e audio-visiva. (…) Per il Medio Oriente merita una menzione particolare il canale ‘Télé Lumière-Noursat’. Speriamo che possa continuare il suo servizio di informazione e di formazione alla fede, il suo lavoro per l’unità dei cristiani, il consolidamento della presenza cristiana in Oriente, il rafforzamento del dialogo inter-religioso e la comunione tra gli orientali sparsi in tutti i continenti”.
“Ai nostri fedeli nella diaspora: (…) Vi accompagniamo con le nostre preghiere, voi figli delle nostre Chiese e dei nostri Paesi, forzati a emigrare. (…) Guardate all’avvenire con fiducia e gioia, restate sempre attaccati ai vostri valori spirituali, alle vostre tradizioni culturali e al vostro patrimonio nazionale per offrire ai paesi che vi hanno accolto il meglio di voi stessi e il meglio di ciò che avete. Ringraziamo le Chiese dei paesi della diaspora che hanno accolto i nostri fedeli e che non cessano di collaborare con noi per assicurare loro il servizio pastorale necessario”.
“Salutiamo tutti gli immigrati delle diverse nazionalità, venuti nei nostri paesi per ragione di lavoro. (…) Noi domandiamo alle nostre Chiese di prestare un’attenzione speciale a questi fratelli e sorelle e alle loro difficoltà, qualunque sia la loro religione, soprattutto quando sono esposti ad attentati ai loro diritti e alla loro dignità. (…) È per questo che invitiamo i governi dei paesi di accoglienza a rispettare e difendere i loro diritti”.
III. COMUNIONE E TESTIMONIANZA CON LE CHIESE ORTODOSSE E LE COMUNITÀ EVANGELICHE NEL MEDIO ORIENTE
“(...) Siamo sulla stessa strada. Le nostre sfide sono le stesse e il nostro avvenire è lo stesso. Vogliamo portare insieme la testimonianza di discepoli di Cristo. Soltanto con la nostra unità possiamo compiere la missione che Dio ha affidato a tutti, malgrado la diversità delle nostre Chiese (...) Salutiamo e incoraggiamo tutte le istanze di dialogo ecumenico in ciascuno dei nostri paesi”.
IV. COOPERAZIONE E DIALOGO CON I NOSTRI CONCITTADINI EBREI
“La stessa Scrittura santa ci unisce, l’Antico Testamento che è la Parola di Dio per voi e per noi (...)Il Concilio Vaticano II ha pubblicato il documento ‘Nostra aetate’, riguardante il dialogo con le religioni, con l’ebraismo, l’islam e le altre religioni. C’è inoltre un dialogo continuo tra la Chiesa e i rappresentanti dell’ebraismo. Noi speriamo che questo dialogo possa condurci ad agire presso i responsabili per mettere fine al conflitto politico che non cessa di separarci e di perturbare la vita dei nostri paesi. (...) Non è permesso di ricorrere a posizioni teologiche bibliche per farne uno strumento a giustificazione delle ingiustizie. Al contrario, il ricorso alla religione deve portare ogni persona a vedere il volto di Dio nell’altro e a trattarlo secondo gli attributi di Dio e i suoi comandamenti”.
V. COOPERAZIONE E DIALOGO CON I NOSTRI CONCITTADINI MUSULMANI
“Siamo uniti dalla fede in un Dio unico e dal comandamento che dice: fa il bene ed evita il male. (...) Insieme noi costruiremo le nostre società civili sulla cittadinanza, sulla libertà religiosa e sulla libertà di coscienza. Insieme noi lavoreremo per promuovere la giustizia, la pace, i diritti dell’uomo, i valori della vita e della famiglia. La nostra responsabilità è comune nella costruzione delle nostre patrie. (...) È nostro dovere, dunque, educare i credenti al dialogo inter-religioso, all’accettazione del pluralismo, al rispetto e alla stima reciproca”.
VI. LA NOSTRA PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA: APPELLI AI GOVERNI E AI RESPONSABILI PUBBLICI DEI NOSTRI PAESI
“(...) Ci rivolgiamo a voi a riguardo dell’importanza dell’uguaglianza tra i cittadini. I cristiani sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali. È naturale che essi possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di libertà di coscienza e di culto, di libertà nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione. (...) Vi chiediamo di raddoppiare gli sforzi che dispiegate per stabilire una pace giusta e duratura in tutta la regione e per arrestare la corsa agli armamenti. È questo che condurrà alla sicurezza e alla prosperità economica, arresterà l’emorragia dell’emigrazione che svuota i nostri paesi delle loro forze vive”.
VII. APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
“I cittadini dei paesi del Medio Oriente interpellano la comunità internazionale, in particolare l’O.N.U., perché essa lavori sinceramente ad una soluzione di pace giusta e definitiva nella regione, e questo attraverso l’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e attraverso l’adozione delle misure giuridiche necessarie per mettere fine all’Occupazione dei differenti territori arabi.
“Il popolo palestinese potrà così avere una patria indipendente e sovrana e vivervi nella dignità e nella stabilità. Lo Stato d’Israele potrà godere della pace e della sicurezza all’interno delle frontiere internazionalmente riconosciute. La Città Santa di Gerusalemme potrà trovare lo statuto giusto che rispetterà il suo carattere particolare, la sua santità, il suo patrimonio religioso per ciascuna delle tre religioni ebraica, cristiana e musulmana. Noi speriamo che la soluzione dei due Stati diventi realtà e non resti un semplice sogno”.
“L’Iraq potrà mettere fine alle conseguenze della guerra assassina e ristabilire la sicurezza che proteggerà tutti i suoi cittadini con tutte le loro componenti sociali, religiose e nazionali”.
“Il Libano potrà godere della sua sovranità su tutto il territorio, fortificare l’unità nazionale e continuare la vocazione a essere il modello della convivenza tra cristiani e musulmani, attraverso il dialogo delle culture e delle religioni e la promozione delle libertà pubbliche”.
“Noi condanniamo la violenza e il terrorismo, di qualunque origine, e qualsiasi estremismo religioso. Condanniamo ogni forma di razzismo, l’antisemitismo, lìanticristianesimo e l'islamofobia e chiamiamo le religioni ad assumere le loro responsabilità nella promozione del dialogo delle culture e delle civiltà nella nostra regione e nel mondo intero”.
CONCLUSIONE. CONTINUARE A TESTIMONIARE LA VITA DIVINA CHE CI È APPARSA NELLA PERSONA DI GESÙ
“In conclusione, fratelli e sorelle, noi vi diciamo con l’apostolo san Giovanni nella sua prima lettera: (...) La vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi”. Questa Vita divina (...) rimarrà sempre la vita delle nostre Chiese nel Medio Oriente e l’oggetto della nostra testimonianza.(...) Sostenuti dalla promessa del Signore: ‘Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ proseguiamo insieme il nostro cammino nella speranza”.
“Confessiamo che non abbiamo fatto fino ad ora tutto ciò che era in nostra possibilità per vivere meglio la comunione tra le nostre comunità. Non abbiamo operato a sufficienza per confermarvi nella fede e darvi il nutrimento spirituale di cui avete bisogno nelle vostre difficoltà. Il Signore ci invita ad una conversione personale e collettiva. Oggi torniamo a voi pieni di speranza, di forza e di risolutezza, portando con noi il messaggio del Sinodo e le sue raccomandazioni per studiarle insieme e metterci ad applicarle nelle nostre Chiese, ciascuno secondo il suo stato. Speriamo anche che questo sforzo nuovo sia ecumenico”.
SE/ VIS 20101025 (1860)
Di seguito riportiamo estratti del Messaggio:
I. LA CHIESA NEL MEDIO ORIENTE: COMUNIONE E TESTIMONIANZA ATTRAVERSO LA STORIA. CAMMINO DELLA FEDE IN ORIENTE
“In Oriente è nata la prima comunità cristiana. Dall’Oriente partirono gli Apostoli dopo la Pentecoste per evangelizzare il mondo intero. (…) Ci troviamo oggi davanti a una svolta storica: Dio che ci ha donato la fede nel nostro Oriente da 2000 anni, ci chiama a perseverare con coraggio, assiduità e forza, a portare il messaggio di Cristo e la testimonianza al suo Vangelo che è un Vangelo di amore e di pace”.
“Oggi siamo di fronte a numerose sfide. (…) Ciò che Cristo domanda alle nostre Chiese è di rafforzare la comunione all’interno di ciascuna Chiesa ‘sui iuris’ e tra le Chiese cattoliche di diversa tradizione, inoltre di fare tutto il possibile nella preghiera e nella carità per raggiungere l’unità di tutti i cristiani”.
“Abbiamo analizzato quanto concerne la situazione sociale e la sicurezza nei nostri paesi del Medio Oriente. Abbiamo avuto coscienza dell’impatto del conflitto israelo-palestinese su tutta la regione, soprattutto sul popolo palestinese che soffre le conseguenze dell’occupazione israeliana: la mancanza di libertà di movimento, il muro di separazione e le barriere militari, i prigionieri politici, la demolizione delle case, la perturbazione della vita economica e sociale e le migliaia di rifugiati. Abbiamo riflettuto sulla sofferenza e l’insicurezza nelle quali vivono gli Israeliani. Abbiamo meditato sulla situazione di Gerusalemme, la Città Santa. Siamo preoccupati delle iniziative unilaterali che rischiano di mutare la sua demografia e il suo statuto. Di fronte a tutto questo, vediamo che una pace giusta e definitiva è l’unico mezzo di salvezza per tutti, per il bene della regione e dei suoi popoli”.
“Nelle nostre riunioni e nelle nostre preghiere abbiamo riflettuto sulle sofferenze cruente del popolo iracheno. Abbiamo fatto memoria dei cristiani assassinati in Iraq, delle sofferenze permanenti della Chiesa in Iraq, dei suoi figli espulsi e dispersi per il mondo, portando noi insieme con loro le preoccupazioni della loro terra e della loro patria”.
“I padri sinodali hanno espresso la loro solidarietà con il popolo e che Chiese in Iraq e hanno espresso il voto che gli emigrati, forzati a lasciare i loro paesi, possano trovare i soccorsi necessari là dove arrivano, affinché possano tornare nei loro paesi e vivervi in sicurezza”.
“La nostra missione basata sulla nostra fede e il nostro dovere verso le nostre patrie ci obbligano a contribuire alla costruzione dei nostri paesi insieme con tutti i cittadini musulmani, ebrei e cristiani”.
II. COMUNIONE E TESTIMONIANZA ALL’INTERNO DELLE CHIESE CATTOLICHE DEL MEDIO ORIENTE. AI FEDELI DELLE NOSTRE CHIESE
“Vi salutiamo, cristiani del Medio Oriente, e vi ringraziamo per tutto ciò che voi avete realizzato nelle vostre famiglie e nelle vostre società, nelle vostre Chiese e nelle vostre nazioni. Salutiamo la vostra perseveranza nelle difficoltà, pene e angosce”.
“Portiamo nelle nostre preghiere voi, sofferenti nel corpo, nell’anima e nello spirito, voi oppressi, espatriati, perseguitati, prigionieri e detenuti. Unite le vostre sofferenze a quelle di Cristo Redentore e cercate nella sua croce la pazienza e la forza. Con il merito delle vostre sofferenze, voi ottenete per il mondo l’amore misericordioso di Dio”.
“Ci rivolgiamo ora in modo speciale alle donne. Esprimiamo la nostra stima per quanto voi siete nei diversi stati di vita: come ragazze, educatrici, madri, consacrate e operatrici nella vita pubblica. Vi elogiamo perché proteggete la vita umana fin dall’inizio, offrendole cura e affetto. Dio vi ha donato una sensibilità particolare per tutto ciò che riguarda l’educazione, il lavoro umanitario e la vita apostolica. Rendiamo grazie a Dio per le vostre attività e auspichiamo che voi esercitiate una più grande responsabilità nella vita pubblica”.
“(…) Ragazzi e ragazze: (…) Progettate la vostra vita sotto lo sguardo amorevole di Cristo. Siate cittadini responsabili e credenti sinceri. La Chiesa si unisce a voi nelle vostre preoccupazioni di trovare un lavoro in funzione delle vostre competenze. (…) Superate la tentazione del materialismo e del consumismo. Siate saldi nei vostri valori cristiani”.
“Apprezziamo il ruolo dei mezzi di comunicazione scritta e audio-visiva. (…) Per il Medio Oriente merita una menzione particolare il canale ‘Télé Lumière-Noursat’. Speriamo che possa continuare il suo servizio di informazione e di formazione alla fede, il suo lavoro per l’unità dei cristiani, il consolidamento della presenza cristiana in Oriente, il rafforzamento del dialogo inter-religioso e la comunione tra gli orientali sparsi in tutti i continenti”.
“Ai nostri fedeli nella diaspora: (…) Vi accompagniamo con le nostre preghiere, voi figli delle nostre Chiese e dei nostri Paesi, forzati a emigrare. (…) Guardate all’avvenire con fiducia e gioia, restate sempre attaccati ai vostri valori spirituali, alle vostre tradizioni culturali e al vostro patrimonio nazionale per offrire ai paesi che vi hanno accolto il meglio di voi stessi e il meglio di ciò che avete. Ringraziamo le Chiese dei paesi della diaspora che hanno accolto i nostri fedeli e che non cessano di collaborare con noi per assicurare loro il servizio pastorale necessario”.
“Salutiamo tutti gli immigrati delle diverse nazionalità, venuti nei nostri paesi per ragione di lavoro. (…) Noi domandiamo alle nostre Chiese di prestare un’attenzione speciale a questi fratelli e sorelle e alle loro difficoltà, qualunque sia la loro religione, soprattutto quando sono esposti ad attentati ai loro diritti e alla loro dignità. (…) È per questo che invitiamo i governi dei paesi di accoglienza a rispettare e difendere i loro diritti”.
III. COMUNIONE E TESTIMONIANZA CON LE CHIESE ORTODOSSE E LE COMUNITÀ EVANGELICHE NEL MEDIO ORIENTE
“(...) Siamo sulla stessa strada. Le nostre sfide sono le stesse e il nostro avvenire è lo stesso. Vogliamo portare insieme la testimonianza di discepoli di Cristo. Soltanto con la nostra unità possiamo compiere la missione che Dio ha affidato a tutti, malgrado la diversità delle nostre Chiese (...) Salutiamo e incoraggiamo tutte le istanze di dialogo ecumenico in ciascuno dei nostri paesi”.
IV. COOPERAZIONE E DIALOGO CON I NOSTRI CONCITTADINI EBREI
“La stessa Scrittura santa ci unisce, l’Antico Testamento che è la Parola di Dio per voi e per noi (...)Il Concilio Vaticano II ha pubblicato il documento ‘Nostra aetate’, riguardante il dialogo con le religioni, con l’ebraismo, l’islam e le altre religioni. C’è inoltre un dialogo continuo tra la Chiesa e i rappresentanti dell’ebraismo. Noi speriamo che questo dialogo possa condurci ad agire presso i responsabili per mettere fine al conflitto politico che non cessa di separarci e di perturbare la vita dei nostri paesi. (...) Non è permesso di ricorrere a posizioni teologiche bibliche per farne uno strumento a giustificazione delle ingiustizie. Al contrario, il ricorso alla religione deve portare ogni persona a vedere il volto di Dio nell’altro e a trattarlo secondo gli attributi di Dio e i suoi comandamenti”.
V. COOPERAZIONE E DIALOGO CON I NOSTRI CONCITTADINI MUSULMANI
“Siamo uniti dalla fede in un Dio unico e dal comandamento che dice: fa il bene ed evita il male. (...) Insieme noi costruiremo le nostre società civili sulla cittadinanza, sulla libertà religiosa e sulla libertà di coscienza. Insieme noi lavoreremo per promuovere la giustizia, la pace, i diritti dell’uomo, i valori della vita e della famiglia. La nostra responsabilità è comune nella costruzione delle nostre patrie. (...) È nostro dovere, dunque, educare i credenti al dialogo inter-religioso, all’accettazione del pluralismo, al rispetto e alla stima reciproca”.
VI. LA NOSTRA PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA: APPELLI AI GOVERNI E AI RESPONSABILI PUBBLICI DEI NOSTRI PAESI
“(...) Ci rivolgiamo a voi a riguardo dell’importanza dell’uguaglianza tra i cittadini. I cristiani sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali. È naturale che essi possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di libertà di coscienza e di culto, di libertà nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione. (...) Vi chiediamo di raddoppiare gli sforzi che dispiegate per stabilire una pace giusta e duratura in tutta la regione e per arrestare la corsa agli armamenti. È questo che condurrà alla sicurezza e alla prosperità economica, arresterà l’emorragia dell’emigrazione che svuota i nostri paesi delle loro forze vive”.
VII. APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
“I cittadini dei paesi del Medio Oriente interpellano la comunità internazionale, in particolare l’O.N.U., perché essa lavori sinceramente ad una soluzione di pace giusta e definitiva nella regione, e questo attraverso l’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e attraverso l’adozione delle misure giuridiche necessarie per mettere fine all’Occupazione dei differenti territori arabi.
“Il popolo palestinese potrà così avere una patria indipendente e sovrana e vivervi nella dignità e nella stabilità. Lo Stato d’Israele potrà godere della pace e della sicurezza all’interno delle frontiere internazionalmente riconosciute. La Città Santa di Gerusalemme potrà trovare lo statuto giusto che rispetterà il suo carattere particolare, la sua santità, il suo patrimonio religioso per ciascuna delle tre religioni ebraica, cristiana e musulmana. Noi speriamo che la soluzione dei due Stati diventi realtà e non resti un semplice sogno”.
“L’Iraq potrà mettere fine alle conseguenze della guerra assassina e ristabilire la sicurezza che proteggerà tutti i suoi cittadini con tutte le loro componenti sociali, religiose e nazionali”.
“Il Libano potrà godere della sua sovranità su tutto il territorio, fortificare l’unità nazionale e continuare la vocazione a essere il modello della convivenza tra cristiani e musulmani, attraverso il dialogo delle culture e delle religioni e la promozione delle libertà pubbliche”.
“Noi condanniamo la violenza e il terrorismo, di qualunque origine, e qualsiasi estremismo religioso. Condanniamo ogni forma di razzismo, l’antisemitismo, lìanticristianesimo e l'islamofobia e chiamiamo le religioni ad assumere le loro responsabilità nella promozione del dialogo delle culture e delle civiltà nella nostra regione e nel mondo intero”.
CONCLUSIONE. CONTINUARE A TESTIMONIARE LA VITA DIVINA CHE CI È APPARSA NELLA PERSONA DI GESÙ
“In conclusione, fratelli e sorelle, noi vi diciamo con l’apostolo san Giovanni nella sua prima lettera: (...) La vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi”. Questa Vita divina (...) rimarrà sempre la vita delle nostre Chiese nel Medio Oriente e l’oggetto della nostra testimonianza.(...) Sostenuti dalla promessa del Signore: ‘Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ proseguiamo insieme il nostro cammino nella speranza”.
“Confessiamo che non abbiamo fatto fino ad ora tutto ciò che era in nostra possibilità per vivere meglio la comunione tra le nostre comunità. Non abbiamo operato a sufficienza per confermarvi nella fede e darvi il nutrimento spirituale di cui avete bisogno nelle vostre difficoltà. Il Signore ci invita ad una conversione personale e collettiva. Oggi torniamo a voi pieni di speranza, di forza e di risolutezza, portando con noi il messaggio del Sinodo e le sue raccomandazioni per studiarle insieme e metterci ad applicarle nelle nostre Chiese, ciascuno secondo il suo stato. Speriamo anche che questo sforzo nuovo sia ecumenico”.
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