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lunedì 13 settembre 2010

VESCOVI CUSTODI CHIESA IN PERENNE PERFEZIONAMENTO

CITTA' DEL VATICANO, 13 SET. 2010 (VIS). Centoventi Vescovi di recente nomina, provenienti da vari paesi, riuniti a Roma per l’annuale convegno promosso dalla Congregazione per i Vescovi, sono stati ricevuti questa mattina dal Santo Padre che ha salutato il nuovo Prefetto del Dicastero, Cardinale Marc Ouellet e il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

Nel suo discorso il Papa ha fatto riferimento alla significativa consuetudine dei nuovi Vescovi di effettuare un pellegrinaggio sulla tomba dell’Apostolo Pietro “il quale si è conformato a Cristo Maestro e Pastore, fino alla morte e alla morte di croce” ed ha ricordato le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Il Buon Pastore offre la vita per le sue pecore”.

“La missione del Vescovo” – ha detto il Pontefice – “non può essere intesa con la mentalità dell’efficienza e dell’efficacia, per cui si pone l’attenzione primariamente su ciò che c’è da fare, ma occorre sempre tenere in conto la dimensione ontologica, che è alla base di quella funzionale. Infatti, il Vescovo, per l’autorità di Cristo di cui è rivestito, quando siede sulla Cattedra è posto ‘sopra’ e ‘ di fronte’ alla comunità, in quanto egli è ‘per’ la comunità verso la quale dirige la sua sollecitudine pastorale”.

Nel riflettere sulle parole del rito della consegna dell’anello nella liturgia dell’ordinazione episcopale: “Ricevi l’anello, segno di fedeltà, e nell’integrità della fede e nella purezza della vita custodisci la Santa Chiesa, sposa di Cristo”, Benedetto XVI ha spiegato: “Il concetto del ‘custodire’ non vuol dire soltanto conservare ciò che già è stato stabilito – benché questo elemento non debba mai mancare -, ma include, nella sua essenza, anche l’aspetto dinamico, cioè una perpetua e concrete tendenza al perfezionamento, in piena armonia e continuo adeguamento alle esigenze nuove sorte dallo sviluppo e dal progresso di quell’organismo vivente che è la comunità”.

“Grandi sono le responsabilità di un Vescovo per il bene della diocesi, ma anche della società” – ha proseguito il Pontefice – “Egli è chiamato ad essere ‘forte e deciso, giusto e sereno’, per un discernimento sapienziale delle persone, della realtà e degli avvenimenti, richiesto dal suo compito di essere ‘padre, fratello e amico nel cammino cristiano ed umano”.

“Si tratta” – ha concluso il Pontefice – “di una profonda prospettiva di fede e non semplicemente umana, amministrativa o di stampo sociologico quella in cui si colloca il ministero del Vescovo, il quale non è un mero governante, o un burocrate, o un semplice moderatore e organizzatore della vita diocesana. Sono la paternità e la fraternità in Cristo che danno al Superiore la capacità di creare un clima di fiducia, di accoglienza, di affetto, ma anche di franchezza e di giustizia”.
AC/ VIS 20100913 (450)

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