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sabato 13 settembre 2008

"FUGGITE IL CULTO DEGLI IDOLI, NON SMETTETE DI FARE IL BENE!".


CITTA' DEL VATICANO, 13 SET. 2008 (VIS). Alle 10:00 di questa mattina, alla "Esplanade des Invalides", imponente complesso monumentale formato dallo "Hôtel des Invalides", dal Museo dell'Esercito e dalla Chiesa di Saint-Louis des Invalides e dall'annessa "Église du Dôme, che accoglie dal 1840 le ceneri di Napoleone, il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa.

  "La prima Lettera di San Paolo, indirizzata ai Corinzi" - ha detto il Papa nell'omelia, davanti a più di 200.000 persone - "ci fa scoprire, in quest'anno paolino, aperto il 28 giugno scorso, quanto i consigli dati dall'Apostolo restino attuali. 'Fuggite l'idolatria' (1 Cor 10, 14), scrive ad una comunità molto segnata dal paganesimo e divisa tra l'adesione alla novità del Vangelo e l'osservanza delle antiche pratiche ereditate dagli avi".

  "A parte il popolo d'Israele che aveva ricevuto la rivelazione del Dio unico"  - ha spiegato il Pontefice - "il mondo antico era asservito al culto degli idoli. Molto presenti a Corinto, gli errori del paganesimo dovevano essere denunciati, perché costituivano una potente alienazione e distoglievano l'uomo dal suo vero destino. Essi gli impedivano di riconoscere che Cristo è il solo Salvatore, il solo che indica all'uomo la strada verso Dio".

  "Questo invito a fuggire gli idoli resta valido anche oggi. (...) La parola 'idolo' deriva dal greco e significa 'immagine', "figura", "rappresentazione", ma anche "spettro", "fantasma", "vana apparenza". L'idolo è un inganno, perché distoglie dalla realtà chi lo serve per confinarlo nel regno dell'apparenza".

  "Ora, non è questa una tentazione propria della nostra epoca" - ha sottolineato il Pontefice - "che è la sola sulla quale noi possiamo agire efficacemente? Tentazione d'idolatrare un passato che non esiste più, dimenticandone le carenze;  tentazione d'idolatrare un futuro che non esiste ancora, credendo che l'uomo, con le sole sue forze, possa realizzare la felicità eterna sulla terra! (...) Il denaro, la sete dell'avere, del potere e persino del sapere non hanno forse distolto l'uomo dal suo Fine vero?".

  "Questa condanna radicale dell'idolatria" - ha affermato ancora il Papa citando San Giovanni Crisostomo di cui oggi si celebra la memoria liturgica - "non è in alcun caso una condanna della persona dell'idolatra. Mai, nei nostri giudizi, dobbiamo confondere il peccato, che è inaccettabile, e il peccatore del quale non possiamo giudicare lo stato di coscienza e che, in ogni caso, è sempre suscettibile di conversione e di perdono".

  "Mai Dio domanda all'uomo di fare sacrificio della sua ragione!" - ha esclamato il Pontefice - "Mai la ragione entra in contraddizione reale con la fede! L'unico Dio - Padre, Figlio e Spirito Santo - ha creato la nostra ragione e ci dona la fede, proponendo alla nostra libertà di riceverla come un dono prezioso. È il culto degli idoli che distoglie l'uomo da questa prospettiva, e la ragione stessa può forgiarsi degli idoli".

  "Domandiamo, dunque, a Dio che ci vede e ci ascolta di aiutarci a purificarci da tutti gli idoli, per accedere alla verità del nostro essere, per accedere alla verità del suo Essere infinito!".

  "San Paolo ci domanda di fare uso non solamente della nostra ragione, ma soprattutto della nostra fede per scoprirlo. Ora, che cosa ci dice la fede? Il pane che noi spezziamo è comunione al Corpo di Cristo; il calice di ringraziamento che noi benediciamo è comunione al Sangue di Cristo".

  "Milioni di volte da venti secoli, nella più umile delle cappelle come nella più grandiosa delle basiliche o delle cattedrali, il Signore risorto si è donato al suo popolo, divenendo così, secondo la formula di sant'Agostino, "più intimo a noi che noi medesimi" (cfr Confess.  III, 6.11)".

  "Fratelli e sorelle, circondiamo della più grande venerazione il sacramento del Corpo e del Sangue del Signore, il Santissimo Sacramento della presenza reale del Signore alla sua Chiesa e all'intera umanità".

  "La Messa è il sacrificio d'azione di grazie per eccellenza, quello che ci permette d'unire la nostra azione di grazie a quella del Salvatore, il Figlio eterno del Padre. (...) La Messa ci invita a discernere ciò che, in noi, obbedisce allo Spirito di Dio e ciò che, in noi, resta in ascolto dello spirito del male".

  "Alzare il calice della salvezza ed invocare il nome del Signore non è forse precisamente il mezzo migliore di 'fuggire gli idoli', come ci chiede san Paolo? Ogni volta che una Messa è celebrata, ogni volta che il Cristo si rende sacramentalmente presente nella sua Chiesa, è l'opera della nostra salvezza che si compie (...). Lui solo ci insegna a fuggire gli idoli, miraggi del pensiero".

  "Ora, cari fratelli e sorelle, chi può elevare il calice della salvezza ed invocare il nome del Signore per conto dell'intero popolo di Dio, se non il sacerdote ordinato per questo scopo dal Vescovo? (...) Permettetemi di lanciare un appello pieno di fiducia nella fede e nella generosità dei giovani, che si pongono la domanda sulla vocazione religiosa o sacerdotale: Non abbiate paura! Non abbiate paura di donare la vostra vita a Cristo! Niente rimpiazzerà mai il ministero dei sacerdoti nella vita della Chiesa".

  "La speranza resterà sempre la più forte! La Chiesa, costruita sulla roccia di Cristo, possiede le promesse della vita eterna non perché i suoi membri siano più santi degli altri uomini, ma perché Cristo ha fatto questa promessa a Pietro: 'Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa'(Mt 16, 18)".

  "In questa speranza indefettibile nella presenza eterna di Dio in ciascuna delle nostre anime, in questa gioia di sapere che Cristo è con noi fino alla fine dei tempi, in questa forza che lo Spirito Santo dona a tutti gli uomini e a tutte le donne che accettano di lasciarsi afferrare da Lui" - ha concluso il Pontefice - "io vi affido, (...) all'azione potente e misericordiosa del Dio d'amore che è morto per noi sulla Croce e risorto vittoriosamente al mattino di Pasqua. A tutti gli uomini di buona volontà che mi ascoltano, io ridico con san Paolo: Fuggite il culto degli idoli, non smettete di fare il bene!".

  Al termine della Celebrazione Eucaristica il Santo Padre si è diretto alla Nunziatura Apostolica per il pranzo con i Vescovi della "Île de France".
PV-FRANCIA/OMELIA/INVALIDES:PARIS                 VIS 20080913 (1030)


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