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lunedì 18 giugno 2007

PROSEGUIRE DIALOGO CATTOLICO-ORTODOSSO


CITTA' DEL VATICANO, 16 GIU. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano Sua Beatitudine Chrysostomos, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e tutta Cipro, che nel suo discorso ha affermato di essere venuto a Roma per dare al Pontefice "il bacio fraterno della pace e, dopo secoli di cammino non fraterno, costruire di nuovo ponti di riconciliazione, collaborazione e amore!".

  A sua volta, il Santo Padre ha affermato nel suo discorso che la visita dell'Arcivescovo Chrysostomos "è un dono del Dio della perseveranza e della consolazione, di cui San Paolo parla rivolgendosi a coloro che ascoltavano per la prima volta a Roma il Messaggio della salvezza".

  "Del dono della perseveranza facciamo oggi esperienza poiché, nonostante la presenza di secolari divisioni, di strade divergenti, e malgrado la fatica di ricucire dolorose ferite" - ha ribadito il Pontefice - "il Signore non ha cessato di guidare i nostri passi sulla via dell'unità e della riconciliazione. E questo è per tutti noi motivo di consolazione, poiché l'odierno nostro incontro si inserisce in un cammino di sempre più intensa ricerca di quella piena comunione tanto auspicata da Cristo".

  "Sappiamo bene come l'adesione a questo ardente desiderio del Signore non possa e non debba essere proclamata soltanto a parole né in maniera solo formale. Per questo Ella, Beatitudine" - ha sottolineato il Santo Padre - "non è venuto da Cipro a Roma semplicemente per uno 'scambio di cortesia ecumenica', ma per ribadire la ferma decisione di perseverare nell'orazione affinché il Signore ci indichi come giungere alle piena comunione".

  "Nella Sua persona saluto il Pastore di una Chiesa antica ed illustre" - ha detto il Papa all'Arcivescovo Chrysostomos - "splendente tessera di quel fulgido mosaico, l'Oriente che, (...), costituisce uno dei due polmoni con cui respira la Chiesa. (...) AccogliendoLa, caro Fratello nel Signore, vorrei rendere omaggio all'antica e veneranda Chiesa di Cipro, ricca di santi, tra i quali mi piace ricordare particolarmente Barnaba, compagno e collaboratore dell'apostolo Paolo, ed Epifanio, vescovo di Costanza, un tempo Salamina, oggi Famagosta (...) che svolse il suo ministero (...) in un periodo turbolento per la Chiesa".

  "Da buon pastore, Epifanio indica al gregge affidatogli da Cristo le verità da credere, il cammino da percorrere e gli scogli da evitare. Ecco un metodo valido anche oggi per l'annuncio del Vangelo, specialmente alle nuove generazioni, fortemente influenzate da correnti di pensiero contrarie allo spirito evangelico. La Chiesa si trova ad affrontare in questo inizio del terzo millennio sfide e problematiche non molto dissimili da quelle con cui ebbe a confrontarsi il pastore Epifanio".

  "Come allora, anche oggi occorre vigilare attentamente" - ha proseguito il Pontefice - "per mettere in guardia il Popolo di Dio dai falsi profeti, dagli errori e dalla superficialità di proposte non conformi all'insegnamento del divino Maestro, nostro unico Salvatore. Al tempo stesso, urge trovare un linguaggio nuovo per proclamare la fede che ci accomuna, un linguaggio condiviso, un linguaggio spirituale capace di trasmettere fedelmente le verità rivelate, aiutandoci così a ricostruire, nella verità e nella carità, la comunione tra tutti i membri dell'unico Corpo di Cristo".

  "Questa necessità, che tutti avvertiamo, ci spinge a proseguire senza scoraggiarci il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme; essa ci orienta ad utilizzare strumenti validi e stabili, perché la ricerca della comunione non sia discontinua ed occasionale nella vita e nella missione delle nostre Chiese".
 
  "Dinanzi all'opera immane che ci attende e che va al di là delle capacità umane, è necessario affidarsi innanzitutto alla preghiera. Questo non toglie che sia doveroso     mettere in atto anche oggi ogni valido mezzo umano, che possa giovare allo scopo".

  "In quest'ottica" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "considero la Sua visita un'iniziativa quanto mai utile per farci progredire verso l'unità voluta da Cristo. Sappiamo che questa unità è dono e frutto dello Spirito Santo; ma sappiamo anche che essa domanda, allo stesso tempo, uno sforzo costante, animato da una volontà certa e da una speranza incrollabile nella potenza del Signore".
AC/CHIESA DI CIPRO/CHRYSOSTOMOS                   VIS 20070618 (660)


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