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venerdì 9 dicembre 2005

COLUI CHE SI ABBANDONA A DIO NON PERDE LA SUA LIBERTÀ


CITTA' DEL VATICANO, 8 DIC. 2005 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto oggi, Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, una Concelebrazione Eucaristica nella Basilica Vaticana, in occasione del 40° anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Hanno concelebrato con il Papa 40 Cardinali e 80 Arcivescovi e Vescovi.

All'inizio dell'omelia, il Papa ha ricordato che Giovanni XXIII inaugurò il Concilio Ecumenico l'11 ottobre 1962, allora festa della Maternità di Maria, e Paolo VI concluse solennemente il Concilio l'8 dicembre 1965.

"Resta indelebile nella mia memoria" - ha detto Papa Benedetto XVI - il momento in cui sentendo le parole di Papa Paolo VI "'dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa', spontaneamente i Padri si alzarono di scatto dalle loro sedie e applaudirono in piedi rendendo omaggio alla Madre di Dio, a nostra Madre, alla Madre della Chiesa".

Il Santo Padre ha affermato che: "Maria non sta soltanto in un rapporto singolare con Cristo, il Figlio di Dio che, come uomo, ha voluto diventare figlio suo. Essendo totalmente unita a Cristo, ella appartiene anche totalmente a noi".

Riferendosi al titolo di Maria, l'Immacolata, il Papa ha spiegato che: "La liturgia di oggi ci chiarisce il contenuto di questa parola in due grandi immagini. C'è innanzitutto il racconto meraviglioso dell'annuncio a Maria, la Vergine di Nazaret, della venuta del Messia" e "la lotta tra l'uomo e il serpente, cioè tra l'uomo e le potenze del male e della morte. Viene però anche preannunciato che 'la stirpe' della donna un giorno vincerà e schiaccerà la testa al serpente, alla morte".

"Qual è il quadro che in questa pagina ci vien posto davanti? L'uomo non si fida di Dio. Egli cova il sospetto che Dio, in fin dei conti, gli tolga qualcosa della sua vita, che Dio sia un concorrente che limita la nostra libertà e che noi saremo pienamente esseri umani soltanto quando l'avremo accantonato; insomma, che solo in questo modo possiamo realizzare in pienezza la nostra libertà".

L'uomo, ha proseguito il Pontefice, "Vuole attingere egli stesso dall'albero della conoscenza il potere di plasmare il mondo, di farsi dio elevandosi al livello di Lui, e di vincere la morte e le tenebre. Non vuole contare sull'amore che non gli sembra affidabile; egli conta unicamente sulla conoscenza, in quanto essa gli conferisce il potere. Piuttosto che sull'amore punta sul potere col quale vuole prendere in mano in modo autonomo la propria vita. E nel fare questo, egli si fida della menzogna piuttosto che della verità".

Sottolineando che: "L'amore non è dipendenza, ma dono che ci fa vivere", il Papa ha affermato che: "Solo se viviamo nel modo giusto l'uno con l'altro e l'uno per l'altro, la libertà può svilupparsi. (...) Se noi viviamo contro l'amore e contro la verità - contro Dio -, allora ci distruggiamo a vicenda e distruggiamo il mondo".

"Cari fratelli e sorelle! Se riflettiamo sinceramente su di noi e sulla nostra storia, dobbiamo dire che con questo racconto è descritta non solo la storia dell'inizio, ma la storia di tutti i tempi, e che tutti portiamo dentro di noi una goccia di veleno" che chiamiamo peccato originale. "Proprio nella festa dell'Immacolata Concezione emerge in noi il sospetto che una persona che non pecchi affatto sia in fondo noiosa; che manchi qualcosa nella sua vita: la dimensione drammatica dell'essere autonomi".

"Il male" - ha proseguito il Santo Padre - "avvelena sempre, non innalza l'uomo, ma lo abbassa e lo umilia, non lo rende più grande, più puro e più ricco, ma lo danneggia e lo fa diventare più piccolo. Questo dobbiamo piuttosto imparare nel giorno dell'Immacolata: l'uomo che si abbandona totalmente nelle mani di Dio non diventa un burattino di Dio, (...) egli non perde la sua libertà. Solo l'uomo che si affida totalmente a Dio trova la vera libertà, la vastità grande e creativa della libertà del bene".

Il Santo Padre ha affermato ancora che: "Più l'uomo è vicino a Dio, più vicino è agli uomini. Lo vediamo in Maria. Il fatto che ella sia totalmente presso Dio è la ragione per cui è anche così vicina agli uomini. Per questo può essere la Madre di ogni consolazione e di ogni aiuto".

La Vergine, ha concluso il Pontefice, "si rivolge a noi dicendo: 'Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! (...) Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!".
HML/IMMACOLATA:CONCILIO/... VIS 20051209 (740)

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