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mercoledì 5 ottobre 2005

QUARTA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 4 OTT. 2005 (VIS). Alle 16:30 di oggi, martedì, è iniziata la quarta Congregazione Generale della XI° Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Il presidente delegato di turno è stato il Cardinale Juan Sandoval Iniguez, Arcivescovo di Guadalajara (Messico) e hanno partecipato 242 padri sinodali.

Seguono estratti di alcuni interventi:

CARDINALE JORGE MARIO BERGOGLIO, S.I., ARCIVESCOVO DI BUENOS AIRES, VICE PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (ARGENTINA). "Il nostro popolo fedele crede nell'Eucaristia come popolo eucaristico in Maria. Unisce l'affetto all'Eucaristia e l'affetto alla Vergine nostra Madre e Signora. Alla scuola di Maria, donna eucaristica, rileggiamo e contempliamo i passaggi nei quali Giovanni Paolo II contempla la Vergine come donna eucaristica e la vediamo non da sola ma "assieme" al popolo di Dio. (...) Il nostro popolo fedele possiede il vero "atteggiamento eucaristico" di lode e azione di grazie. Guardando a Maria, il nostro popolo fedele ama essere ricordato da lei e questo è un memoriale d'amore veramente eucaristico. A questo proposito, ripeto quanto Giovanni Paolo II affermava nel n 58 della "Ecclesia de Eucharistia": "Ci è stata data la Chiesa affinché la nostra vita sia, come quella di Maria, tutta un magnificat."".

VESCOVO RIMANTAS NORVILA, DI VILKAVISKIS (LITUANIA). "Mancando la voglia o la possibilità di riconciliazione sacramentale, ai cattolici diventa impossibile anche vivere l'unione più profonda con Gesù Cristo e con la Chiesa, favorita dall'Eucaristia. Cosi il cristiano arriva allo stato in cui non riesce a valutare l'Eucaristia come fonte di grazia e a poco a poco perde anche i legami con la comunità parrocchiale e la vicinanza a tutta la Chiesa. Allo steso tempo senza la prassi della riconciliazione di solito aumenta il soggettivismo, diventa più difficile valutare il comportamento personale come pure la religiosità. Il declino di pratica di quel sacramento è molto evidente nel mondo intero. (...) Accanto alla diminuzione della pratica della penitenza, spesso crescono le tendenze opposte alla fede cristiana. Il bisogno religioso, l'esperienza di vita religiosa avuta in passato di solito spingono alla ricerca delle strade più ampie e diverse. Come vediamo tutti, nelle società odierne, specialmente quelli occidentali, ci sono molte persone dedite alla pratica esoterica, alla magia, all'occultismo, alle tendenze New Age. Tutto questo insieme permette alla persona di creare nuovi legami comunitari, sociali, che sempre di più allontanano dalla Chiesa, dal pensiero cattolico, e indeboliscono la fede. Andando ancora più avanti, osserviamo deformazioni della coscienza, cambiamenti che toccano tutta la personalità. Invece per la formazione positiva di coscienza e di consapevolezza cattolica uno degli strumenti migliori, direi di più privilegiati, è la riconciliazione e la direzione spirituale. (...) Questo aiuterà anche tutti noi ad avvicinarsi a Gesù Eucaristico, aiuterà a creare un legame più profondo con la Chiesa. La penitenza porta più vicino a Cristo, invece la mancanza di penitenza allontana da Dio".

VESCOVO GREGORIO NICANOR PENA RODRIGUEZ, DI NUESTRA SENORA DE LA ALTAGRACIA EN HIGUEY (REPUBBLICA DOMINICANA). "Nessuna comunità cristiana si edifica se non ha come radice e centro l'Eucaristia. È una impellente necessità che la celebrazione del Sacrificio Eucaristico sia centro e culmine di tutta la vita della comunità. Nelle nostre comunità le celebrazioni eucaristiche hanno riacquistato nuovo vigore in seguito alla celebrazione dell'Anno dell'Eucaristia. Si sono rafforzati i valori positivi della stessa e se ne è riscoperta la centralità nella vita della comunità e per la sua missione nel mondo. Il processo di maturazione riferito all'Eucaristia è stato un'esperienza vissuta con gioia dai nostri fedeli nel corso di tutto l'anno e speriamo che questa realtà duri per sempre".

ARCIVESCOVO JAN PAWEL LENGA, M.I.C., DI KARAGANDA (KAZAKISTAN). "Tra le innovazioni liturgiche apportate nel mondo occidentale, ne emergono specialmente due che oscurano in un certo modo l'aspetto visibile dell'Eucaristia riguardante la sua centralità e sacralità; queste sono: la rimozione del tabernacolo dal centro e la distribuzione della comunione sulla mano. (...) La comunione sulla mano si sta divulgando e persino imponendo maggiormente come una cosa più comoda, come una specie di moda. (...) Vorrei fare quindi umilmente le seguenti proposizioni concrete: che la Santa Sede stabilisca una norma universale motivata, secondo la quale il modo ufficiale di ricevere la comunione sia quello in bocca ed in ginocchio; la comunione sulla mano sarebbe riservata invece al clero. Che i vescovi dei luoghi, dove è stata introdotta la comunione sulla mano, si adoperino con prudenza pastorale a ricondurre gradualmente i fedeli al rito ufficiale della comunione, valido per tutte le chiese locali".

VESCOVO LORENZO VOLTOLINI ESTI, AUSILIARE DI PORTOVIEJO (ECUADOR). "L'astinenza dalla celebrazione della Messa il venerdì di Quaresima dovrebbe aiutare i fedeli a sentire più fame del Cibo eucaristico ed ai sacerdoti darebbe la possibilità di mettersi a disposizione dei fedeli per il sacramento della Riconciliazione, stabilendo tra i due sacramenti una relazione di parità in dignità e necessità. (...) Propongo si suggerisca o almeno si permetta alle diocesi o alle Conferenze Nazionali che ne facessero richiesta di istituire, preferibilmente in Quaresima e magari di venerdì, il giorno di digiuno eucaristico, da vivere non come giorno di assenza eucaristica, ma di preparazione ed attesa eucaristica. Non sarebbe questo da considerare come un' interruzione della prassi di celebrare ogni giorno l'Eucaristia, ma un modo per valorizzare il mistero Pasquale di Gesù Cristo ugualmente celebrato nella Penitenza e nell'Eucaristia nella totalità e nella complementarietà dei due sacramenti".

ARCIVESCOVO JOHN ATCHERLEY DEW, DI WELLINGTON, SEGRETARIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (NUOVA ZELANDA). "Le nostre Chiese verrebbero arricchite se potessimo invitare i cattolici impegnati attualmente esclusi dall'Eucaristia a ritornare alla mensa del Signore. Vi sono coloro il cui primo matrimonio è finito in modo triste. Non hanno mai abbandonato la Chiesa, ma attualmente sono esclusi dall'Eucaristia. Vi sono cattolici sposati con persone battezzate in altre fedi cristiane. Li riconosciamo come una cosa sola in Cristo nel sacramento del matrimonio, ma non nel ricevere l'Eucaristia. Questo Sinodo dovrebbe avere un approccio pastorale. Dobbiamo trovare modi per includere quanti hanno fame del Pane di Vita. Occorre affrontare lo scandalo di coloro che hanno fame del cibo eucaristico, proprio come occorre affrontare lo scandalo della fame fisica".
SE/QUARTA CONGREGAZIONE/... VIS 20051005 (990)

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