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lunedì 15 marzo 2004

CENTENARIO INAUGURAZIONE CRISTO DELLE ANDE


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAR. 2004 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il testo di un Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II indirizzato al Cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, Arcivescovo di Santiago del Cile e Presidente della Conferenza Episcopale del Cile e all'Arcivescovo Eduardo Vicente Mirás, di Rosario, Presidente della Conferenza Episcopale Argentina, in occasione della solenne commemorazione del centenario dell'inaugurazione del monumento al Cristo delle Ande (13-III-1904).

"In effetti" - scrive il Papa nel Messaggio, datato 11 febbraio - "se la collocazione del maestoso monumento richiese allora un notevole dispiego di mezzi ed una stretta collaborazione fra numerose persone ed istituzioni, non furono minori gli sforzi compiuti in precedenza per dare significato a quel gesto. Negli anni precedenti si erano conclusi diversi accordi per risolvere pacificamente i contenziosi fra i due popoli, fino ad arrivare ai definitivi quattro trattati di pace del 1902".

Giovanni Paolo II ricorda che: "Dalla minaccia del conflitto si passò alla convivenza amichevole fra i due paesi vicini e fratelli. Grandemente giustificati erano il giubilo e la soddisfazione per aver raggiunto il bene prezioso della pace. Il profondo spirito di fede degli argentini e dei cileni ravvisò in quegli avvenimenti un inestimabile dono di Dio, e (…) intese raffigurare la sua gratitudine sulle cime andine, perché la benedizione divina arrivasse dall'alto a tutte le terre sorelle e rendesse il confine luogo d'incontro e non di antagonismi".

"All'inizio del terzo millennio" - scrive ancora il Papa - "nel quale non mancano nuove minacce alla pace, desidero invitare, in occasione della commemorazione di questo centenario, i cari figli e figlie dell'Argentina e del Cile, a rivolgere il loro sguardo al Redentore per invocare la luce e la forza necessarie per affrontare con speranza e determinazione le sfide odierne".

Il Papa chiede infine che "si promuova la convivenza fraterna, le sfere di reciproca collaborazione e l'irrinunciabile impegno a costruire una società fondata soprattutto sul riconoscimento della dignità inalienabile della persona umana. Così la pace sarà garantita e alle nuove generazioni si lascerà un'eredità, che permetterà di costruire un futuro migliore su basi solide e durature".
MESS/CENTENARIO CRISTO ANDE/ERRAZURIZ:MIRAS VIS 20040315 (360)

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