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venerdì 13 dicembre 2002

IL PAPA AGLI AMBASCIATORI: LA PACE È DOVERE DI TUTTI


CITTA' DEL VATICANO, 13 DIC. 2002 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto, in forma collettiva, le Lettere Credenziali di sette nuovi Ambasciatori presso la Santa Sede, della Sierra Leone, della Giamaica, dell'India, del Ghana, della Norvegia, del Rwanda e del Madagascar. Il Santo Padre ha pronunciato un discorso in lingua francese e ha consegnato ad ogni Ambasciatore un discorso scritto relativo ai problemi specifici di ogni singolo Paese.

  I nuovi Ambasciatori sono: il Signor Fode Maclean Dabor, Ambasciatore della Sierra Leone; la Signora Marcia Gilbert-Roberts, Ambasciatrice della Giamaica; il Signor Praveen Lal Goyal, Ambasciatore dell'India; il Signor Albert Owusu-Sarpong, Ambasciatore del Ghana; la Signora Helga Hernes, Ambasciatrice di Norvegia; il Signor Emmanuel Kayitana Imanzi, Ambasciatore del Rwanda; ed il Signor Jean-Pierre Razafy-Andriamihaingo, Ambasciatore del Madagascar.

  "La pace" - ha sottolineato il Pontefice - "è uno dei beni più preziosi per gli individui, per i popoli e per gli Stati. (...) Senza la pace, non si può avere l'autentico sviluppo degli individui, delle famiglie, della società e dell'economia stessa. La pace è un dovere per tutti. Volere la pace non è segno di debolezza ma di forza".

  Ribadendo che la pace si realizza rispettando l'ordine e il diritto internazionale, il Santo Padre ha affermato: "Inoltre, occorre considerare il valore primario delle azioni comuni e multilaterali per la risoluzione dei conflitti nei diversi continenti".

  "Le miserie e le ingiustizie," - ha detto ancora il Santo Padre - "sono fonte di violenza e contribuiscono al mantenimento e allo sviluppo di conflitti locali e regionali. Penso in particolare ai paesi nei quali la fame si sviluppa in maniera endemica. La comunità internazionale è chiamata a mettere tutto in opera perché tali flagelli siano a poco a poco eliminati, in particolare mediante mezzi materiali e umani che aiutino i popoli che ne hanno bisogno. Un sostegno più importante all'organizzazione delle economie locali permette senza dubbio alle popolazioni autoctone di prendere in mano il loro avvenire".

  "La povertà" - ha proseguito il Pontefice - "pesa oggi in maniera allarmante sul mondo, mettendo in pericolo gli equilibri politici, economici e sociali. (…) Occorre riconoscere il diritto di ognuno ad avere il necessario e a poter beneficiare di una parte della ricchezza nazionale". In tal senso, il Papa ha lanciato un urgente appello alla comunità internazionale "perché al più presto, si ripensi la duplice questione della ripartizione delle ricchezze del pianeta e di una assistenza tecnica e scientifica equa rispetto ai paesi poveri, che costituiscono i doveri dei paesi ricchi. Il sostegno allo sviluppo" - ha concluso il Papa - "passa in effetti per la formazione in tutti i campi".
CD/LETTERE CREDENZIALI/…                     VIS 20021213 (410)

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