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lunedì 17 febbraio 2014

ANGELUS: LA GIUSTIZIA SUPERIORE DEL CRISTIANO

Città del Vaticano, 16 febbraio 2014 (VIS). "Il pieno compimento della Legge" alla luce dell'insegnamento di Gesù nel "discorso della montagna" è stato il tema della meditazione di Papa Francesco prima della recita dell'Angelus. Il Santo Padre ha spiegato alle migliaia di fedeli riuniti in Piazza San Pietro che nella sua prima grande predicazione, Gesù spiega il suo atteggiamento rispetto alla Legge ebraica quando afferma: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento" ed aggiunge che questo "compimento" della Legge richiede una giustizia superiore, una osservanza più autentica.

"Ma che cosa significa questo 'pieno compimento' della Legge? E questa giustizia superiore in che cosa consiste? Gesù stesso - ha detto Papa Francesco - ci risponde con alcuni esempi. Gesù era pratico, parlava sempre con gli esempi per farsi capire. Inizia dal quinto comandamento del decalogo: 'Avete inteso che fu detto agli antichi: 'Non ucciderai'; Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio'. Con questo, Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere! Quando si dice di una persona che ha la lingua di serpente, cosa si vuol dire? Che le sue parole uccidono! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia. Neppure sparlare su di lui. Arriviamo alle chiacchiere: le chiacchiere, pure, possono uccidere, perché uccidono la fama delle persone! È tanto brutto chiacchierare! All’inizio può sembrare una cosa piacevole, anche divertente, come succhiare una caramella. Ma alla fine, ci riempie il cuore di amarezza, e avvelena anche noi. Vi dico la verità, sono convinto che se ognuno di noi facesse il proposito di evitare le chiacchiere, alla fine diventerebbe santo!".

"Gesù propone a chi lo segue la perfezione dell’amore: un amore la cui unica misura è di non avere misura, di andare oltre ogni calcolo. L’amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che Gesù arriva ad affermare che il nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo. (...) Perciò siamo chiamati a riconciliarci con i nostri fratelli prima di manifestare la nostra devozione al Signore nella preghiera".

Da tutto questo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie. Per ottenere comportamenti buoni e onesti non bastano le norme giuridiche, ma occorrono delle motivazioni profonde, espressione di una sapienza nascosta, la Sapienza di Dio, che può essere accolta grazie allo Spirito Santo. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito, che ci rende capaci di vivere l’amore divino. Alla luce di questo insegnamento, ogni precetto rivela il suo pieno significato come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono nel più grande comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso".

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