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lunedì 13 maggio 2013

CANONIZZAZIONE DEI MARTIRI DI OTRANTO, DELLA RELIGIOSA COLOMBIANA LAURA MONTOYA E DELLA RELIBIOSA MESSICANA GUADALUPE GARCÍA ZAVALA

Città del Vaticano, 12 maggio 2013 (VIS). "Vogliamo guardare ai nuovi Santi alla luce della Parola di Dio proclamata. Una Parola che ci ha invitato alla fedeltà a Cristo, anche fino al martirio; ci ha richiamato l’urgenza e la bellezza di portare Cristo e il suo Vangelo a tutti; e ci ha parlato della testimonianza della carità, senza la quale anche il martirio e la missione perdono il loro sapore cristiano". Con queste parole Papa Francesco ha presentato questa mattina i Martiri di Otranto, Madre Laura di Santa Caterina da Siena Montoya y Upegui e Madre Maria Guadalupe García Zavala, canonizzati questa mattina nel corso della Santa Messa celebrata sul Sagrato della Basilica Vaticana.

I Martiri di Otranto furono quasi 800 persone, sopravvissute all'assedio e all'invasione di Otranto, decapitate nei pressi della città perché si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risorto. "Dove trovarono la forza per rimanere fedeli? - si è chiesto il Papa - Proprio nella fede, che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrena (...). Conserviamo la fede che abbiamo ricevuto e che è il nostro vero tesoro (...); Dio non ci farà mai mancare forza e serenità. Mentre veneriamo i Martiri di Otranto, chiediamo a Dio di sostenere tanti cristiani che, proprio in questi tempi e in tante parti del mondo, adesso, ancora soffrono violenze, e dia loro il coraggio della fedeltà e di rispondere al male col bene".

La seconda santa, Madre Laura Montoya "è stata strumento di evangelizzazione prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni, ai quali infuse speranza, accogliendoli con l'amore appreso da Dio e portandoli a Lui con una efficacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrapponeva ad essa. (...) Questa prima santa nata nella bella terra colombiana ci insegna ad essere generosi con Dio, a non vivere la fede da soli - come se fosse possibile vivere la fede in modo isolato - ma a comunicarla, a portare la gioia del Vangelo con la parola e la testimonianza di vita in ogni ambiente in cui ci troviamo. (...) Ci insegna a vedere il volto di Gesù riflesso nell'altro, a vincere indifferenza e individualismo, che corrodono le comunità cristiane e corrodono il nostro cuore, e ci insegna ad accogliere tutti senza pregiudizi, senza discriminazioni, senza reticenze, con amore sincero, donando loro il meglio di noi stessi e soprattutto condividendo con loro ciò che abbiamo di più prezioso, che non sono le nostre opere o le nostre organizzazioni, no! Quello che abbiamo di più prezioso è Cristo e il suo Vangelo".

Santa Guadalupe García Zavala "rinunciando a una vita comoda, - quanto danno arreca la vita comoda, il benessere; l''imborghesimento' del cuore ci paralizza - per seguire la chiamata di Gesù, insegnava ad amare la povertà, per poter amare di più i poveri e gli infermi. (...) I poveri, gli abbandonati, gli infermi, gli emarginati sono la carne di Cristo. E Madre Lupita toccava la carne di Cristo e ci ha insegnato questo modo di agire: non vergognarsi, non avere paura, non provare ripugnanza a 'toccare la carne di Cristo'! (...) Questa nuova Santa messicana ci invita ad amare come Gesù ci ha amato, e questo comporta non chiudersi in se stessi, nei propri problemi, nelle proprie idee, nei propri interessi, in questo piccolo mondo che ci arreca tanto danno, ma uscire e andare incontro a chi ha bisogno di attenzione, di comprensione, di aiuto, per portargli la calorosa vicinanza dell'amore di Dio, attraverso gesti di delicatezza, di affetto sincero e di amore".

Al termine dell'omelia il Papa ha sottolineato che i nuovi santi ci insegnano la "fedeltà a Cristo e al suo Vangelo, per annunciarlo con la parola e con la vita, testimoniando l'amore di Dio con il nostro amore, con la nostra carità verso tutti".

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