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lunedì 26 marzo 2012

PROTEGGERE I BAMBINI AFFINCHÈ GUARDINO CON FIDUCIA AL FUTURO

Città del Vaticano, 24 marzo 2012 (VIS). Alle 17:00 il Santo Padre ha lasciato il Colegio Miraflores di León per raggiungere Guanajuato, distante 64 chilometri. Il Papa ha percorso in autovettura chiusa la prima parte del tragitto e poco prima dell'arrivo è salito a bordo dell'autovettura panoramica. La città di Guanajuato che attualmente conta 70.000 abitanti, conosce la sua maggiore espansione economica negli anni della colonizzazione spagnola grazie, soprattutto, allo sfruttamento dei suoi giacimenti d'oro e d'argento. È famosa anche per essere stata la sede del movimento indipendentista nazionale messicano guidato da Miguel Hidalgo. È sede di una importante università e dal 1998 la città e le vicine miniere sono state incluse nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.

A Guanajuato il Papa si è recato alla Casa del Conde de Rul, sede di rappresentanza del Governo dello Stato di Guanajuato ed ha compiuto una visita di cortesia al Presidente Federale Felipe de Jesús Calderón Hinojosa. Il Pontefice e il Presidente hanno avuto un incontro privato al termine del quale, Benedetto XVI accompagnato dall'Arcivescovo di León, Monsignor José Guadalupe Martín Rábago, si è affacciato al balcone per rivolgere un breve saluto ed una benedizione ai bambini e ai fedeli riuniti nella Plaza de la Paz.

"Voi occupate un posto molto importante nel cuore del Papa. - ha detto Benedetto XVI ai bambini - E in questo momento desidero che lo sappiano tutti i bambini del Messico, particolarmente quelli che sopportano il peso della sofferenza, l’abbandono, la violenza o la fame, che in questi mesi, a causa della siccità, si è fatta sentire fortemente in alcune regioni. Grazie per questo incontro di fede, per la presenza festosa e la gioia, che avete espresso con i canti. (...) Dio vuole che siamo sempre felici. Egli ci conosce e ci ama. Se lasciamo che l’amore di Cristo cambi il nostro cuore, allora noi potremo cambiare il mondo. Questo è il segreto della felicità autentica".

"Questo luogo nel quale ci ritroviamo ha un nome che esprime l’anelito presente nel cuore di tutti i popoli: 'pace', un dono che proviene dall’Alto. 'La pace sia con voi'. Sono le parole del Signore risorto. Le ascoltiamo in ogni Messa, e oggi risuonano di nuovo qui, con la speranza che ciascuno si trasformi in seminatore e messaggero di quella pace per la quale Cristo donò la sua vita. Il discepolo di Gesù non risponde al male con il male, bensì è sempre strumento del bene, araldo del perdono, portatore di allegria, servitore dell’unità. Gesù vuole scrivere in ognuna delle vostre vite una storia di amicizia. Abbiatelo, allora, come il migliore dei vostri amici".

"Sono venuto perché sentiate il mio affetto. Ciascuno di voi è un regalo di Dio per il Messico e per il mondo. La vostra famiglia, la Chiesa, la scuola e chi ha responsabilità nella società devono lavorare uniti perché voi possiate ricevere come eredità un mondo migliore, senza invidie né divisioni. Per questo, desidero levare la mia voce invitando tutti a proteggere e accudire i bambini, perché mai si spenga il loro sorriso, possano vivere in pace e guardare al futuro con fiducia".

"Voi, miei piccoli amici, non siete soli. Contate sull’aiuto di Cristo e della sua Chiesa per condurre uno stile di vita cristiano. Partecipate alla Messa domenicale, alla catechesi, a qualche gruppo di apostolato, cercando luoghi di preghiera, fraternità e carità. Così vissero i beati Cristobal, Antonio e Giovanni, i piccoli martiri di Tlaxcala, che conoscendo Gesù, al tempo della prima evangelizzazione del Messico, scoprirono che non esiste tesoro più grande di Lui".

"Continueremo a rimanere uniti nella preghiera.- ha concluso il Pontefice - Vi invito, allora, a pregare sempre, anche a casa; così sperimenterete la gioia di parlare con Dio in famiglia. Pregate per tutti, anche per me. Io pregherò per voi, perché il Messico sia un focolare nel quale tutti i suoi figli vivano in serenità e armonia".

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