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lunedì 26 marzo 2012

IL PAPA AI VESCOVI: SIATE DALLA PARTE DEGLI EMARGINATI


Città del Vaticano, 25 marzo 2012 (VIS). Alle 18:00, ora locale, il Santo Padre è giunto alla Cattedrale di Nuestra Señora de la Luz, a León, per la celebrazione dei Vespri con i Vescovi messicani e con i numerosi Presuli rappresentanti delle conferenze episcopali dell'America Latina e del Caribe. Il Papa è stato accolto dal Capitolo della Cattedrale e successivamente ha reso omaggio al Santissimo.

Dopo il saluto dell'Arcivescovo Carlos Aguiar Retes, di Tlalnepantla, Presidente della Conferenza Episcopale Messicana e del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.A.M.), ha avuto inizio la celebrazione dei Vespri, nel corso della quale il Pontefice ha tenuto l'omelia, di cui riportiamo di seguito alcuni estratti.

"La Santissima Vergine (...) ci ha mostrato Gesù e trasmesso i prodigi che Dio ha fatto e fa per l'umanità, in maniera semplice, come spiegandoli ai piccoli della casa. Un segno decisivo di questi prodigi ce lo offre la Lettura breve che è stata proclamata in questi Vespri. Gli abitanti di Gerusalemme ed i suoi capi non riconobbero Cristo, ma, condannandolo a morte, in realtà, diedero compimento alle parole dei profeti. Sì, la malvagità e l'ignoranza degli uomini non è capace di frenare il piano divino della salvezza, la redenzione. Il male non può fare tanto. (...) Non ci sono motivi, dunque, per arrendersi alla prepotenza del male".

"Attendevo con grande desiderio questo incontro con voi, Pastori della Chiesa di Cristo che peregrina in Messico e nei diversi Paesi di questo grande Continente, come un'occasione per guardare insieme Cristo (...). La situazione attuale delle vostre diocesi presenta certamente sfide e difficoltà di origine molto diversa. Ma, sapendo che il Signore è risorto, possiamo proseguire fiduciosi, con la convinzione che il male non ha l'ultima parola nella storia, e che Dio è capace di aprire nuovi spazi ad una speranza che non delude".

"Vedendo nei vostri volti il riflesso delle preoccupazioni del gregge di cui avete cura, mi vengono alla mente le Assemblee del Sinodo dei Vescovi, nelle quali i partecipanti applaudono quando intervengono coloro che esercitano il loro ministero in situazioni particolarmente dolorose per la vita e la missione della Chiesa. Questo gesto germoglia dalla fede nel Signore, e significa fraternità nel lavoro apostolico, come pure gratitudine ed ammirazione per coloro che seminano il Vangelo tra le spine, alcune in forma di persecuzione, altre di esclusione o di disprezzo. Non mancano neppure preoccupazioni per la mancanza di mezzi e risorse umane, o i limiti imposti alla libertà della Chiesa nell’adempimento della sua missione."

"Il Successore di Pietro partecipa a questi sentimenti e ringrazia per la vostra sollecitudine pastorale paziente ed umile. Voi non siete soli nelle difficoltà, e neppure lo siete nei successi della evangelizzazione. Tutti siamo uniti nelle sofferenze e nella consolazione. Sappiate che avete un posto particolare nella preghiera di colui che ha ricevuto da Cristo l'incarico di confermare nella fede i suoi fratelli, che li incoraggia anche nella missione di far sì che il Nostro Signore Gesù Cristo sia conosciuto sempre di più, amato e seguito in queste terre, senza lasciarsi spaventare dalle contrarietà". (...)

"Le iniziative che vengono realizzate a motivo dell’'Anno della fede' devono essere finalizzate a condurre gli uomini a Cristo, la cui grazia permetterà loro di lasciare le catene del peccato che li rende schiavi e di avanzare verso la libertà autentica e responsabile. (...)
Vi esorto a continuare ad aprire i tesori del Vangelo, affinché si trasformino in forza di speranza, libertà e salvezza per tutti gli uomini".

"Nell'orizzonte pastorale e di evangelizzazione che si apre davanti a noi, è di capitale rilevanza seguire con grande attenzione i seminaristi (...). Non meno fondamentale è la vicinanza ai sacerdoti, ai quali non deve mancare mai la comprensione e l'incoraggiamento del loro Vescovo e, se fosse necessario, anche la sua paterna ammonizione su atteggiamenti inopportuni. (...) Lo stesso si deve dire delle diverse forme di vita consacrata, i cui carismi devono essere stimati con gratitudine ed accompagnati con responsabilità e rispetto del dono ricevuto. Ed un'attenzione sempre più speciale si deve riservare ai laici maggiormente impegnati nella catechesi, nell'animazione liturgica o nell'azione caritativa e nell’impegno sociale. La loro formazione nella fede è cruciale per rendere presente e fecondo il Vangelo nella società di oggi. E non è giusto che si sentano considerati come persone di poco conto nella Chiesa, nonostante l'impegno che pongono nel lavorare in essa secondo la loro propria vocazione, ed il gran sacrificio che a volte richiede questa dedizione. In tutto ciò, è particolarmente importante per i Pastori che regni uno spirito di comunione tra sacerdoti, religiosi e laici, evitando divisioni sterili, critiche e diffidenze nocive".

"Siate dalla parte di coloro che sono emarginati dalla violenza, dal potere o da una ricchezza che ignora coloro ai quali manca quasi tutto. La Chiesa non può separare la lode a Dio dal servizio agli uomini. L'unico Dio Padre e Creatore è quello che ci ha costituiti fratelli: essere uomo è essere fratello e custode del prossimo. In questo cammino, unita a tutta l'umanità, la Chiesa deve rivivere ed attualizzare quello che è stato Gesù: il Buon Samaritano, che venendo da lontano si è inserito nella storia degli uomini, ci ha sollevati e si è prodigato per la nostra guarigione".

Al termine dell'omelia il Governatore di Guanajuato, Juan Manuel Oliva Ramírez ha consegnato al Papa il dispositivo per l'accensione a distanza del nuovo impianto di illuminazione del Santuario del Cristo Rey.

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