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lunedì 2 gennaio 2012

BENEDETTO XVI: URGENTE EDUCARE I GIOVANI GIUSTIZIA E PACE

CITTA' DEL VATICANO, 1 GEN. 2012 (VIS). Questa domenica, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nell'ottava di Natale, il Santo Padre ha presieduto la Santa Messa nella Basilica Vaticana. Hanno concelebrato il Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., Segretario di Stato ed il Cardinale Peter Kodwo Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; l'Arcivescovo Giovanni Angelo Becciu - Sostituto della Segreteria di Stato - l'Arcivescovo Dominique Mamberti -  Segretario per i Rapporti con gli Stati, l'Arcivescovo Pier Luigi Celata - Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ed il Vescovo Mario Toso, S.D.B., Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Si celebra oggi anche la XLV Giornata Mondiale della Pace, sul tema "Educare i giovani alla giustizia e alla pace".

  Di seguito riportiamo estratti dell'omelia tenuta dal Papa Benedetto XVI:

  "Nel primo giorno dell’anno, la liturgia fa risuonare in tutta la Chiesa sparsa nel mondo l’antica benedizione sacerdotale, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura: 'Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace'. (...) In effetti, per essere benedetti bisogna stare alla presenza di Dio, ricevere su di sé il suo Nome e rimanere (...), nello spazio illuminato dal suo sguardo, che diffonde grazia e pace".

  "I pastori di Betlemme (...) hanno fatto l’esperienza di stare alla presenza di Dio, della sua benedizione (...), in una stalla, davanti ad un 'bambino adagiato nella mangiatoia'. Proprio da quel Bambino si irradia una luce nuova, che risplende nel buio della notte (...) È da Lui, ormai, che viene la benedizione: dal suo nome – Gesù, che significa 'Dio salva' – e dal suo volto umano, in cui Dio, l’Onnipotente Signore del cielo e della terra, ha voluto incarnarsi, nascondere la sua gloria sotto il velo della nostra carne, per rivelarci pienamente la sua bontà".

  "La prima ad essere ricolmata di questa benedizione è stata Maria, la vergine, (...)  Tutta la sua vita è nella luce del Signore, nel raggio d’azione del nome e del volto di Dio incarnato in Gesù, il 'frutto benedetto del [suo] grembo'. (...) Il mistero della sua divina maternità, che oggi celebriamo, contiene in misura sovrabbondante quel dono di grazia che ogni maternità umana porta con sé (...)  La Madre di Dio è la prima benedetta ed è Colei che porta la benedizione; è la donna che ha accolto Gesù in sé e lo ha dato alla luce per tutta la famiglia umana". (...)

  "Maria è madre e modello della Chiesa (...). Anche la Chiesa partecipa al mistero della divina maternità, mediante la predicazione, che sparge nel mondo il seme del Vangelo, e mediante i Sacramenti, che comunicano agli uomini la grazia e la vita divina. (...) Come Maria, la Chiesa è mediatrice della benedizione di Dio per il mondo: la riceve accogliendo Gesù e la trasmette portando Gesù. È Lui la misericordia e la pace che il mondo da sé non può darsi e di cui ha bisogno sempre, come e più del pane".

Gesù Cristo, via di pace

  (...) "La Chiesa, nel primo giorno dell’anno, invoca in modo speciale questo bene sommo, e lo fa, come la Vergine Maria, mostrando a tutti Gesù, perché, come afferma l’apostolo Paolo, 'Egli è la nostra pace', e al tempo stesso è la 'via" attraverso la quale gli uomini e i popoli possono raggiungere questa meta, a cui tutti aspiriamo". (...)

  "'Educare i giovani alla giustizia e alla pace' è compito che riguarda ogni generazione, e, grazie a Dio, la famiglia umana, dopo le tragedie delle due grandi guerre mondiali, ha mostrato di esserne sempre più consapevole, come attestano, da una parte, dichiarazioni e iniziative internazionali e, dall’altra, l’affermarsi tra i giovani stessi, negli ultimi decenni, di tante e diverse forme di impegno sociale in questo campo. Per la Comunità ecclesiale educare alla pace rientra nella missione ricevuta da Cristo, fa parte integrante dell’evangelizzazione, perché il Vangelo di Cristo è anche il Vangelo della giustizia e della pace". (...)

  "Di fronte alle ombre che oggi oscurano l’orizzonte del mondo, assumersi la responsabilità di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza, alle virtù intellettuali, teologali e morali, significa guardare al futuro con speranza. E in questo impegno per un’educazione integrale, entra anche la formazione alla giustizia e alla pace. I ragazzi e le ragazze di oggi crescono in un mondo che è diventato, per così dire, più piccolo, dove i contatti tra le differenti culture e tradizioni, anche se non sempre diretti, sono costanti. Per loro, oggi più che mai, è indispensabile imparare il valore e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto reciproco, del dialogo e della comprensione. I giovani sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare e ad agire in modo opposto, persino intollerante e violento. Solo una solida educazione della loro coscienza può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre e soltanto contando sulla forza della verità e del bene. Questa educazione parte dalla famiglia e si sviluppa nella scuola e nelle altre esperienze formative. Si tratta essenzialmente di aiutare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, a sviluppare una personalità che unisca un profondo senso della giustizia con il rispetto dell’altro, con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la forza interiore di testimoniare il bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione. Così potranno diventare uomini e donne veramente pacifici e costruttori di pace".

  "In quest’opera educativa verso le nuove generazioni, una responsabilità particolare spetta anche alle comunità religiose. Ogni itinerario di autentica formazione religiosa accompagna la persona, fin dalla più tenera età, a conoscere Dio, ad amarlo e a fare la sua volontà. Dio è amore, è giusto e pacifico, e chi vuole onorarlo deve anzitutto comportarsi come un figlio che segue l’esempio del padre. (...) In Dio giustizia e misericordia convivono perfettamente, come Gesù ci ha dimostrato con la testimonianza della sua vita. (...) Gesù è una via praticabile, aperta a tutti. È la via della pace. Oggi la Vergine Madre ce lo indica, ci mostra la Via: seguiamola!".
HML/                           VIS 20120102 (1.060)

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