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lunedì 31 ottobre 2011

BRASILE: PROFICUA COLLABORAZIONE STATO E CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 31 OTT. 2011 (VIS). Il nuovo Ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede, Signor Almir Franco de Sá Barbuda, ha presentato questa mattina le Lettere Credenziali al Santo Padre che, nel suo discorso, ha ringraziato le Autorità brasiliane per la loro disponibilità nell’organizzare la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Rio de Janeiro nel 2013.

Successivamente il Papa ha rievocato la lunga storia dei rapporti diplomatici tra Brasile e Santa Sede, instaurati già poco dopo l’indipendenza del Paese, come pure la proficua collaborazione congiunta della Nazione con la Chiesa Cattolica che risale alla prima Messa celebrata il 26 aprile 1500, testimoniata dalle “tante città battezzate con nomi di santi e numerosi monumenti religiosi, alcuni dei quali simboleggiano in tutto il mondo il Brasile, come la statua del Redentore a Rio de Janeiro”.

Un capitolo importante di questa storia “condivisa e feconda”, fu redatto con l’accordo firmato tra la Santa Sede e il Governo brasiliano nel 2008 che “sancisce ufficialmente e giuridicamente l’indipendenza e la collaborazione fra queste due realtà”. Il Papa ha manifestato in proposito l’auspicio che lo Stato riconosca che “una sana laicità non deve considerare la religione come un semplice sentimento individuale da relegarsi alla sfera privata, ma come una realtà che, nell’essere organizzata in strutture visibili, necessita che la sua presenza sia riconosciuta dalla comunità pubblica”.

“Per cui” – ha proseguito il Pontefice – “è dovere dello Stato garantire la possibilità del libero esercizio del culto di ogni confessione religiosa, come pure le sue attività culturali, educative e caritative, quando non siano contrarie alla morale e all’ordine pubblico. Il contributo della Chiesa non si limita ad iniziative concrete di assistenza, umanitarie o educative, ma mira innanzitutto alla crescita etica della società, suscitata dalle molteplici manifestazioni di apertura alla trascendenza e dalla formazione delle coscienze, per compiere i doveri della solidarietà”.

Fra gli ambiti di reciproca collaborazione, Benedetto XVI ha segnalato quello dell’educazione, al quale la Chiesa contribuisce “con numerose istituzioni il cui prestigio è riconosciuto in tutta la società. Di fatto, il ruolo dell’educazione non può essere ridotto ad una mera trasmissione di conoscenze e abilità orientate alla formazione professionale, ma deve abbracciare tutti gli aspetti della persona, dall’aspetto sociale all’aspirazione alla trascendenza. Per tale ragione è necessario riaffermare che l’educazione di una confessione religiosa nelle scuole pubbliche (...) lungi dal significare che lo Stato assuma o imponga una particolare fede religiosa, indica il riconoscimento della religione come un valore necessario alla formazione della persona (....) e, lungi dal pregiudicare la laicità dello Stato, garantisca il diritto dei genitori a scegliere l’educazione dei propri figli, contribuendo così a promuovere il bene comune”.

Infine, nella sfera della giustizia sociale, “il governo brasiliano sa di poter contare sulla Chiesa quale socio privilegiato in tutte le iniziative intraprese per eliminare la fame e la povertà (....) e aiutare i più bisognosi a venir fuori dallo stato di indigenza e (...) di emarginazione”, ha concluso il Papa.
CC/ VIS 20111031 (500)

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