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martedì 14 giugno 2011

EVANGELIZZAZIONE: COMPITO DI TUTTI I MEMBRI DELLA CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 14 GIU. 2011 (VIS). Alle 19:30 di ieri sera, il Santo Padre Benedetto XVI ha inaugurato, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il Convegno ecclesiale che conclude l’anno pastorale della Diocesi di Roma e che ha per tema: “Si sentirono trafiggere il cuore” (At 2, 37). La gioia di generare alla fede nella Chiesa di Roma (13-16 giugno 2011).

Nel commentare il tema del Convegno, il Papa ha affermato: “La fede non si conserva di per se stessa nel mondo, non si trasmette automaticamente nel cuore dell’uomo, ma deve essere sempre annunciata. E l’annuncio della fede, a sua volta, per essere efficace deve partire da un cuore che crede, che spera, che ama, un cuore che adora Cristo e crede nella forza dello Spirito Santo!. (...) La risposta della fede nasce quando l’uomo scopre, per grazia di Dio, che credere significa trovare la vita vera, la ‘vita piena’”.

“La Chiesa” – ha sottolineato il Pontefice – “ciascuno di noi, deve portare nel mondo questa lieta notizia che Gesù è il Signore, Colui nel quale la vicinanza e l’amore di Dio per ogni singolo uomo e donna, e per l’umanità intera si sono fatti carne. Questo annuncio deve risuonare nuovamente nelle regioni di antica tradizione cristiana”. Benedetto XVI ha ricordato in proposito le parole rivolte ai giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia (2005): “La felicità che cercate, la felicità che avete diritto di gustare ha un nome, un volto: quello di Gesù di Nazareth, nascosto nell’Eucaristia”.

“Se gli uomini dimenticano Dio” – ha proseguito il Pontefice – “è anche perché spesso si riduce la persona di Gesù a un uomo sapiente e ne viene affievolita se non negata la divinità. Questo modo di pensare impedisce di cogliere la novità radicale del Cristianesimo, perché se Gesù non è il Figlio unico del Padre allora nemmeno Dio è venuto a visitare la storia dell’uomo. L’incarnazione, invece, appartiene al cuore del Vangelo! Cresca, dunque, l’impegno per una rinnovata stagione di evangelizzazione, che è compito non solo di alcuni, ma di tutti i membri della Chiesa”.

“Non dobbiamo anche noi oggi mostrare la bellezza e la ragionevolezza della fede, portare la luce di Dio all’uomo del nostro tempo, con coraggio, con convinzione, con gioia? Molte sono le persone che ancora non hanno incontrato il Signore: ad esse va rivolta una speciale cura pastorale”. L’attenzione pastorale è oggi più che mai urgente e “chiede di impegnarci con fiducia, sostenuti dalla certezza che la grazia di Dio sempre opera nel cuore dell’uomo”.

“Ma chi è il messaggero di questo lieto annuncio? Sicuramente lo è ogni battezzato” – ha affermato il Papa – “Soprattutto lo sono i genitori, ai quali spetta il compito di chiedere il Battesimo per i propri figli. (...) Fin da piccoli, i bambini hanno bisogno di Dio ed hanno la capacità di percepire la sua grandezza; sanno apprezzare il valore della preghiera e dei riti, così come intuire la differenza fra il bene ed il male. Sappiate, allora, accompagnarli nella fede sin dalla più tenera età”.

“E come coltivare poi il germe della vita eterna a mano a mano che il bambino cresce? (...) Da sempre la comunità cristiana ha accompagnato la formazione dei bambini e dei ragazzi, aiutandoli non solo a comprendere con l’intelligenza le verità della fede, ma anche a vivere esperienze di preghiera, di carità e di fraternità” – ha proseguito il Santo Padre – “La parola della fede rischia di rimanere muta, se non trova una comunità che la mette in pratica, rendendola viva ed attraente”.

Successivamente il Papa ha incoraggiato “gli adolescenti che compiono il cammino dell’iniziazione cristiana, a maturare un coerente impegno di vita” e “a percorrere questa strada che fa scoprire il Vangelo non come un’utopia, ma come la forma piena dell’esistenza. Tutto ciò va proposto in particolare a coloro che si preparano a ricevere il sacramento della Cresima, affinché il dono dello Spirito Santo confermi la gioia di essere stati generati figli di Dio”.

“Perché tutto questo risulti efficace e porti frutto è necessario che la conoscenza di Gesù cresca e si prolunghi oltre la celebrazione dei Sacramenti. È questo il compito della catechesi” che “è azione ecclesiale e pertanto è necessario che i catechisti insegnino e testimonino la fede della Chiesa e non una loro interpretazione. Proprio per questo è stato realizzato il ‘Catechismo della Chiesa Cattolica’, che idealmente questa sera riconsegno a tutti voi, affinché la Chiesa di Roma possa impegnarsi con rinnovata gioia nell’educazione alla fede”.

“È necessario” – ha concluso il Pontefice – “educare al silenzio e all’interiorità. Confido che nelle parrocchie di Roma gli itinerari di iniziazione cristiana educhino alla preghiera, perché essa permei la vita ed aiuti a trovare la Verità che abita il nostro cuore. La fedeltà alla fede della Chiesa, poi, deve coniugarsi con una ‘creatività catechetica’ che tenga conto del contesto, della cultura e dell’età dei destinatari. Il patrimonio di storia e arte che Roma custodisce è una via ulteriore per avvicinare le persone alla fede. Invito tutti a fare tesoro nella catechesi di questa ‘via della bellezza’ che conduce a Colui che è, secondo Sant’Agostino, la Bellezza tanto antica e sempre nuova”.
AC/ VIS 20110614 (870)

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