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domenica 1 maggio 2011

RITO DI BEATIFICAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 1 MAG. 2011 (VIS). Al termine dell’atto penitenziale della Messa di Beatificazione, si è avvicinato alla sede del Santo Padre il Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale del Papa per la Diocesi di Roma, con il Postulatore, ed ha domandato che si procedesse alla Beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II.

Beatissime Pater,
Vicarius Generalis Sanctitatis Vestrae
pro Romana Dioecesi,
humillime a Sanctitate Vestra petit
ut Venerabilem Servum Dei
Ioannem Paulum II, papam,
numero Beatorum adscribere
benignissime digneris.

Successivamente il Cardinale Vallini ha dato lettura di una breve biografia del pontefice polacco:

Karol Józef Wojtyla nacque a Wadowice (in Polonia), il 18 maggio 1920, da Karol ed Emilia Kaczorowska. Ricevette il battesimo il 20 giugno successivo nella chiesa parrocchiale di Wadowice.

Secondo di due figli, ben presto la gioia e la serenità della sua fanciullezza vennero scosse dalla prematura scomparsa della madre, deceduta quando Karol aveva nove anni (1929). Tre anni più tardi (1932) morì anche il fratello maggiore Edmund, e nel 1941 – all’età di 21 anni – Karol perdette anche il padre.

Educato nella più sana tradizione patriottica e religiosa, imparò dal padre, uomo profondamente cristiano, la pietà e l’amore per il prossimo. che alimentava con assidua preghiera e la pratica dei sacramenti .

I tratti della sua spiritualità, ai quali rimase fedele fino alla morte, furono la devozione sincera allo Spirito Santo e l’amore alla Madonna. La sua relazione con la Madre di Dio era particolarmente profonda e viva, vissuta con la tenerezza di un figlio che si abbandona tra le braccia della madre e con la virilità di un cavaliere, sempre pronto al comando della sua Signora: “Fate tutto ciò che il Figlio vi dirà!” Il totale affidamento a Maria, che da vescovo avrebbe espresso con il motto “Totus tuus”, rivelava anche il segreto di guardare il mondo con gli occhi della Madre di Dio.

La ricca personalità del giovane Karol maturò dall’intreccio delle sue doti intellettuali, morali e spirituali con le vicende del suo tempo, che segnarono la storia della sua patria e dell’Europa.

Negli anni del ginnasio nacque in lui la passione per il teatro e la poesia, che curò attraverso l’attività del gruppo teatrale della Facoltà di filologia dell’Università Jaghellonica, alla quale si iscrisse nell’anno accademico 1938.

Durante il periodo dell’occupazione nazista della Polonia, insieme allo studio portato avanti clandestinamente, lavorò per quattro anni (ottobre 1940-agosto 1944) come operaio negli stabilimenti Solvay, vivendo dal di dentro i problemi sociali del mondo del lavoro e raccogliendo un patrimonio prezioso di esperienze di cui si avvalse nel futuro magistero sociale, prima come arcivescovo di Cracovia e poi come Sommo Pontefice.

In quegli anni maturò in lui il desiderio del sacerdozio, verso il quale si incamminò frequentando, fin dall’ottobre del 1942, i corsi clandestini di teologia presso il Seminario di Cracovia. Nel discernimento della vocazione sacerdotale fu aiutato molto da un laico, il signor Jan Tyranowski, un vero apostolo della gioventù. Fin da allora il giovane Karol ebbe la chiara percezione della vocazione universale di tutti i cristiani alla santità e del ruolo insostituibile dei laici nella missione della Chiesa.

Fu ordinato sacerdote il 1 novembre 1946 e il giorno dopo, nella suggestiva atmosfera della cripta di San Leonardo della cattedrale del Wawel, celebrò la prima Messa.

Inviato a Roma per completare la formazione teologica, fu alunno della Facoltà di Teologia dell’Angelicum, dove attinse con impegno alle sorgenti della sana dottrina e visse il primo incontro con la vivacità e la ricchezza della Chiesa Universale, nella situazione di privilegio che gli offriva la vita fuori dalla “cortina di ferro”. Ad allora risale l’incontro di don Karol con San Pio da Pietrelcina.

Laureatosi con il massimo di voti nel giugno 1948, ritornò a Cracovia per cominciare l’attività pastorale, come vicario parrocchiale. Nel ministero si spese con entusiasmo e generosità. Ottenuta l’abilitazione alla docenza, intraprese l’insegnamento universitario, nella Facoltà di Teologia dell’Università Jaghellonica, e dopo la soppressione di questa, in quella del Seminario diocesano di Cracovia e dell’Università Cattolica di Lublino.

Gli anni trascorsi con i giovani studenti gli permisero di conoscere a fondo l’inquietudine dei loro cuori e il giovane sacerdote fu per loro non solo insegnante, ma guida spirituale ed amico.

All’età di 38 anni fu nominato Vescovo ausiliare di Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958, dalle mani dell’Arcivescovo Eugeniusz Baziak, a cui succedette come Arcivescovo nel 1964. Fu creato cardinale da Papa Paolo VI il 26 giugno 1967.

Pastore della diocesi di Cracovia fu subito apprezzato come uomo di fede robusta e coraggiosa, vicino alla gente e ai problemi reali delle persone.

Interlocutore capace di ascolto e di dialogo, senza mai cedere al compromesso, affermò nei confronti di tutti il primato di Dio e di Cristo, quale fondamento di un vero umanesimo e sorgente dei diritti inalienabili della persona umana. Amato dai suoi diocesani, stimato dai confratelli vescovi, fu temuto da coloro che vedevano in lui un avversario.

Il 16 ottobre 1978 fu eletto Vescovo di Roma e Romano Pontefice e prese il nome di Giovanni Paolo II. Il suo cuore di pastore, totalmente donato alla causa del Regno di Dio, si allargò al mondo intero. La “carità di Cristo” lo portò a visitare le parrocchie di Roma, ad annunciare il Vangelo in tutti gli ambienti e fu la forza motrice degli innumerevoli viaggi apostolici nei diversi continenti, intrapresi per confermare nella fede i fratelli in Cristo, confortare gli afflitti e gli scoraggiati, portare il messaggio di riconciliazione tra le Chiese cristiane, costruire ponti di amicizia tra i credenti nell’Unico Dio e gli uomini di buona volontà.

Il suo luminoso magistero non ebbe altro scopo che proclamare sempre e ovunque Cristo, Unico Salvatore dell’uomo.

Nel suo straordinario slancio missionario ha amato di amore singolarissimo i giovani. Le convocazioni delle Giornate mondiali della Gioventù avevano per lui lo scopo di annunciare alle nuove generazioni Gesù Cristo e il suo vangelo per renderli protagonisti del loro futuro e di cooperare alla costruzione di un mondo migliore.

La sua sollecitudine di Pastore universale si è manifestata nella convocazione di numerose assemblee del Sinodo dei Vescovi, nell’erezione di diocesi e circoscrizioni ecclesiastiche, nella promulgazione dei Codici di diritto canonico latino e delle Chiese orientali e del Catechismo della Chiesa Cattolica, nella pubblicazione di lettere encicliche ed esortazioni apostoliche. Per favorire nel Popolo di Dio momenti di più intensa vita spirituale, indisse il Giubileo straordinario della Redenzione, l’Anno Mariano, l’Anno dell’Eucaristia e il Grande Giubileo dell’anno 2000.

L’ottimismo travolgente, fondato nella fiducia nella Provvidenza divina, spinse Giovanni Paolo II, che aveva vissuto l’esperienza tragica di due dittature, aveva subito un attentato il 13 maggio 1981 e negli ultimi anni era stato provato fisicamente dal progredire della malattia, a guardare sempre ad orizzonti di speranza, invitando gli uomini ad abbattere i muri delle divisioni, a spazzare via la rassegnazione per spiccare il volo verso mete di rinnovamento spirituale, morale e materiale.

Ha concluso la sua lunga e feconda giornata terrena, nel Palazzo Apostolico Vaticano, sabato 2 aprile dell’anno 2005, vigilia della Domenica in Albis, da lui intitolata alla Divina Misericordia. I solenni funerali sono stati celebrati in questa Piazza San Pietro l’8 aprile 2005.

Testimonianza toccante del bene da lui compiuto è stata la partecipazione di numerose delegazioni provenienti dal mondo intero e di milioni di uomini e donne, credenti e non credenti, che hanno riconosciuto in lui un segno evidente dell’amore di Dio per l’umanità.

Benedetto XVI ha dato lettura della formula di beatificazione. Al termine è stato svelato il ritratto del nuovo Beato ed è stato cantato l’Inno al Beato in latino, poi le reliquie di Giovanni Paolo II sono state collocate sull’altare per la venerazione di tutti i fedeli.

Il Cardinale Vallini ha infine ringraziato il Papa con queste parole:

Beatissime Pater,
Vicarius Sanctitatis Vestrae
pro Romana Dioecesi,
gratias ex animo Sanctitati Vestrae agit
quod titulum Beati
hodie
Venerabili Servo Dei
Ioanni Paulo II, papae,
conferre dignatus es.
.../ VIS 20110501 (1320)

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