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lunedì 30 maggio 2011

ENTUSIASMO E CORAGGIO DEGLI ALBORI PER ANNUNCIARE CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 30 MAG. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha  ricevuto i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione, istituito nell'ottobre 2010. Presidente del Dicastero è l'Arcivescovo Salvatore Fisichella.

  Nel riferirsi al tema del prossimo Sinodo dei Vescovi, in programma nell'ottobre 2012, sul tema: "Nuova evangelizzazione e trasmissione della fede cristiana", il Papa ha detto: "Il termine 'nuova evangelizzazione' richiama l'esigenza di una rinnovata modalità di annuncio, soprattutto per coloro che vivono in un contesto, come quello attuale, in cui gli sviluppi della secolarizzazione hanno lasciato pesanti tracce anche in Paesi di tradizione cristiana".

  "La crisi che si sperimenta" - ha proseguito il Pontefice - "porta con sé i tratti dell'esclusione di Dio dalla vita delle persone, di una generalizzata indifferenza nei confronti della stessa fede cristiana, fino al tentativo di marginalizzarla dalla vita pubblica. (...) Inoltre, si verifica spesso il fenomeno di persone che desiderano appartenere alla Chiesa, ma sono fortemente plasmate da una visione della vita in contrasto con la fede".

  "Annunciare Gesù Cristo unico Salvatore del mondo" - ha sottolineato il Pontefice - "oggi appare più complesso che nel passato; ma il nostro compito permane identico come agli albori della nostra storia. La missione non è mutata, così come non devono mutare l'entusiasmo e il coraggio che mossero gli Apostoli e i primi discepoli".

  "Nel corso dei secoli la Chiesa non ha mai smesso di proclamare il mistero salvifico della morte e risurrezione di Gesù Cristo, ma quello stesso annuncio ha bisogno oggi di un rinnovato vigore per convincere l'uomo contemporaneo, spesso distratto e insensibile. La nuova evangelizzazione, per questo, dovrà farsi carico di trovare le vie per rendere maggiormente efficace l'annuncio della salvezza, senza del quale l'esistenza personale permane nella sua contraddittorietà e priva dell'essenziale. Anche in chi resta legato alle radici cristiane, ma vive il difficile rapporto con la modernità, è importante far comprendere che l'essere cristiano non è una specie di abito da vestire in privato o in particolari occasioni, ma è qualcosa di vivo e totalizzante, capace di assumere tutto ciò che di buono vi è nella modernità".

  "Mi auguro" - ha detto ancora il Papa - "che nel lavoro di questi giorni possiate delineare un progetto in grado di aiutare tutta la Chiesa e le differenti Chiese particolari, nell'impegno della nuova evangelizzazione; un progetto dove l'urgenza per un rinnovato annuncio si faccia carico della formazione, in particolare per le nuove generazioni, e sia coniugato con la proposta di segni concreti in grado di rendere evidente la risposta che la Chiesa intende offrire in questo peculiare momento".

  "Se, da una parte, l'intera comunità è chiamata a rinvigorire lo spirito missionario per dare l'annuncio nuovo che gli uomini del nostro tempo attendono" - ha concluso il Papa -  "non si potrà dimenticare che lo stile di vita dei credenti ha bisogno di una genuina credibilità, tanto più convincente quanto più drammatica è la condizione di coloro a cui si rivolgono".
AC/                                       VIS 20110530 (500)

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