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sabato 6 novembre 2010

VIVERE ILLUMINATI DALLA VERITÀ DI CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 6 NOV. 2010 (VIS). All’arrivo alla Chiesa di Santiago di Compostela, Benedetto XVI si è diretto alla Cappella del Santissimo Sacramento per un breve momento di adorazione. Successivamente ha salutato i fedeli dalla Porta della Gloria, che gli scalpellini scolpirono in granito nel secolo XII, e le cui colonne sono adornate da statue di Cristo, degli Apostoli, di santi, di profeti, angeli, mostri simbolici, passaggi della Bibbia.

Dopo l’uscito dalla Porta Reale e l’ingresso dalla Porta Santa, il Papa ha sostato in preghiera silenziosa davanti alla tomba dell’Apostolo, e quindi ha abbracciato la statua dell’Apostolo.

Dopo il saluto dell’Arcivescovo di Santiago de Compostela, Monsignor Julián Barrio Barrio. Il Papa ha pronunciato un discorso.

“Andare in pellegrinaggio non è semplicemente visitare un luogo qualsiasi per ammirare i suoi tesori di natura, arte o storia. Andare in pellegrinaggio significa, piuttosto, uscire da noi stessi per andare incontro a Dio là dove Egli si è manifestato, là dove la grazia divina si è mostrata con particolare splendore e ha prodotto abbondanti frutti di conversione e santità tra i credenti”

“In questo Anno Santo Compostelano, come Successore di Pietro, ho voluto anch’io venire in pellegrinaggio alla Casa del ‘Señor Santiago’ (San Giacomo), che si appresta a celebrare l’anniversario degli ottocento anni dalla sua consacrazione, per confermare la vostra fede e ravvivare la vostra speranza, e per affidare all’intercessione dell’Apostolo i vostri aneliti, fatiche e opere per il Vangelo. Nell’abbracciare la sua venerata immagine, ho pregato anche per tutti i figli della Chiesa, che ha la sua origine nel mistero di comunione che è Dio”.

“La Chiesa è questo abbraccio di Dio nel quale gli uomini imparano anche ad abbracciare i propri fratelli, scoprendo in essi l’immagine e somiglianza divina, che costituisce la verità più profonda del loro essere, e che è origine della vera libertà”.

“Tra verità e libertà vi è una relazione stretta e necessaria. La ricerca onesta della verità, l’aspirazione ad essa, è la condizione per un’autentica libertà. Non si può vivere l’una senza l’altra. La Chiesa, che desidera servire con tutte le sue forze la persona umana e la sua dignità, è al servizio di entrambe, della verità e della libertà. Non può rinunciare ad esse, perché è in gioco l’essere umano, perché la spinge l’amore all’uomo, ‘il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa’ (Gaudium et spes, 24), e perché senza tale aspirazione alla verità, alla giustizia e alla libertà, l’uomo si perderebbe esso stesso”.

“Permettetemi che da Compostela, cuore spirituale della Galizia e, allo stesso tempo, scuola di universalità senza confini, esorti tutti i fedeli di questa cara Arcidiocesi, e tutti quelli della Chiesa in Spagna, a vivere illuminati dalla verità di Cristo, professando la fede con gioia, coerenza e semplicità, in casa, nel lavoro e nell’impegno come cittadini”.

“Che la gioia di sentirvi figli amati di Dio vi spinga anche ad una amore sempre più profondo per la Chiesa, collaborando con essa nella sua opera di portare Cristo a tutti gli uomini. Pregate il Padrone della messe, perché molti giovani si consacrino a questa missione nel ministero sacerdotale e nella vita consacrata: oggi, come sempre, vale la pena dedicarsi per tutta la vita a proporre la novità del Vangelo”.

“Non voglio concludere senza prima esprimere felicitazione e ringraziamento a tutti i cattolici spagnoli per la generosità con la quale sostengono tante istituzioni di carità e di promozione umana. Non stancatevi di mantenere queste opere, che apportano beneficio a tutta la società, e la cui efficacia si è manifestata in modo speciale nell’attuale crisi economica, così come in occasione delle gravi calamità naturali che hanno colpito vari Paesi”.

“Prego l’Altissimo che conceda a tutta l’audacia che ebbe san Giacomo per essere testimone di Cristo Risorto, e così rimaniate fedeli nei cammini della santità e vi spendiate per la gloria di Dio e il bene dei fratelli più abbandonati”.

Alla fine del discorso il Papa ha messo l’incenso nel “botafumeiro” (grande incensiere) che si accende nelle grandi cerimonie e che viene azionato, come vuole la tradizione secolare, mentre si canta l’Inno all’Apostolo San Giacomo – da otto uomini conosciuti con il nome di “tiraboleiros”. Questo rito è sempre molto ammirato dai pellegrini. L’incensiere attuale è alto 1,10m, pesa 50 kg ed è in ottone cromato. Fu realizzato a Santiago alla metà del secolo scorso.

Infine il Papa si è diretto all’Arcivescovado per il pranzo con i Cardinali spagnoli, i membri del Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale ed il Seguito Papale.
PV-SPAGNA/ VIS 20101106 (770)

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