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sabato 6 novembre 2010

BENEDETTO XVI: VENGO COME PELLEGRINO A SANTIAGO

CITTA' DEL VATICANO, 6 NOV. 2010 (VIS). Benedetto XVI ha iniziato questa mattina il 18° Viaggio Apostolico fuori d’Italia del suo Pontificato, nelle località spagnole di antica tradizione cattolica: Santiago de Compostela, legata al rito del pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo Giacomo, che celebra il suo Anno Giubilare, e Barcelona, dove il Papa consacrerà l’incompiuta Chiesa della “Sagrada Famiglia”, 128 anni dopo l’inizio dei lavori, tuttora in corso.

Santiago de Compostela, prima meta del Viaggio del Santo Padre, deriva il suo nome da quello dell’Apostolo Giacomo il Maggiore (Santiago) e da “campus stellae” (Compostela) in riferimento alla stella che avrebbe indicato il sito dei resti del corpo di San Giacomo, martirizzato e sepolto a Gerusalemme, giunti miracolosamente in Spagna. Nel luogo del ritrovamento avvenuto nell’813, Alfonso II, re delle Asturie e di Galizia, fece costruire una chiesa, affidata poi ai monaci benedettini. Santiago, distrutta nel 997 dall’esercito musulmano di Al-Manssùr, ricostruita da Bermuda II e trasformata in luogo di culto, diventò la terza meta di pellegrinaggi dopo Gerusalemme e Roma. La Città e il Cammino del Pellegrinaggio di Santiago sono stati dichiarati dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”, nel 1985.

Il Papa è partito dall’aeroporto romano di Fiumicino alle 8:30 di questa mattina ed è giunto a Santiago de Compostela alle 11:30. Ai piedi della scaletta dell’aereo erano ad accogliere il Pontefice le loro Altezze Reali i Principi delle Asturie, Don Felipe di Borbone e Donna Letizia Ortiz Rocasolano, accompagnati dall’Arcivescovo Julián Barrio Barrio, di Santiago de Compostela.

Alla Cerimonia di benvenuto che si è svolta nei pressi del nuovo Terminal Sud dell’aeroporto inaugurato per l’occasione, erano presenti Autorità politiche del Governo Centrale, dell’Autonomia della Galizia e del Comune di Santiago, i Cardinali spagnoli e il Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale e alcune centinaia di fedeli. Al termine degli onori militari, dell’esecuzione degli Inni nazionali e del discorso del Principe delle Asturie, il Papa si è rivolto ai presenti.

“Vengo come pellegrino in questo Anno Santo Compostelano” – ha detto Benedetto XVI – “e porto nel cuore lo stesso amore a Cristo che spingeva l’Apostolo Paolo a intraprendere i suoi viaggi, con l’anelito di giungere anche in Spagna. Desidero unirmi così alla grande schiera di uomini e donne che, lungo i secoli, sono venuti a Compostela da tutti gli angoli della Penisola Iberica e d’Europa, e anzi del mondo intero, per mettersi ai piedi di san Giacomo e lasciarsi trasformare dalla testimonianza della sua fede. Essi, con le orme dei loro passi e pieni di speranza, andarono creando una via di cultura, di preghiera, di misericordia e di conversione, che si è concretizzata in chiese e ospedali, in ostelli, ponti e monasteri. In questa maniera, la Spagna e l’Europa svilupparono una fisionomia spirituale marcata in modo indelebile dal Vangelo”.

“Proprio come messaggero e testimone del Vangelo” – ha proseguito il Pontefice – “andrò anche a Barcellona, per rinvigorire la fede del suo popolo accogliente e dinamico. Una fede seminata già agli albori del cristianesimo, e che germinò e crebbe al calore di innumerevoli esempi di santità, dando origine a tante istituzioni di beneficenza, cultura ed educazione. Fede che ispirò il geniale architetto Antoni Gaudí a intraprendere in quella città, con il fervore e la collaborazione di molti, quella meraviglia che è la chiesa della Sacra Famiglia. Avrò la gioia di dedicare quella chiesa, nella quale si riflette tutta la grandezza dello spirito umano che si apre a Dio”.

“Provo una gioia profonda nell’essere di nuovo in Spagna, che ha dato al mondo una moltitudine di grandi Santi, fondatori e poeti, come Ignazio di Loyola, Teresa di Gesù, Giovanni della Croce, Francesco Saverio, fra tanti altri; Spagna che nel secolo XX ha suscitato nuove istituzioni, gruppi e comunità di vita cristiana e di azione apostolica e, negli ultimi decenni, cammina in concordia e unità, in libertà e pace, guardando al futuro con speranza e responsabilità. Mossa dal suo ricco patrimonio di valori umani e spirituali, cerca pure di progredire in mezzo alle difficoltà e offrire la sua solidarietà alla comunità internazionale”.

“Questi apporti e iniziative della vostra lunga storia, e anche di oggi, insieme al significato di questi due luoghi della vostra bella geografia che visiterò in questa occasione, mi spronano ad allargare il mio pensiero a tutti i popoli di Spagna e d’Europa. Come il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che da Compostela esortò il Vecchio Continente a dare nuovo vigore alle sue radici cristiane, anch’io vorrei esortare la Spagna e l’Europa a edificare il loro presente e a progettare il loro futuro a partire dalla verità autentica dell’uomo, dalla libertà che rispetta questa verità e mai la ferisce, e dalla giustizia per tutti, iniziando dai più poveri e derelitti. Una Spagna e un’Europa non solo preoccupate delle necessità materiali degli uomini, ma anche di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose, perché tutte queste sono esigenze autentiche dell’unico uomo e solo così si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene”, ha concluso il Pontefice aggiungendo al termine del suo discorso alcune parole in lingua galiziana:

“Cari amici, vi ripeto la mia gratitudine per il vostro cordiale benvenuto e la vostra presenza in questo aeroporto. Rinnovo il mio affetto e la mia vicinanza agli amatissimi figli di Galizia, di Catalogna e degli altri popoli della Spagna. Nell’affidare all’intercessione di san Giacomo Apostolo la mia presenza tra voi, supplico Dio che giunga a tutti la sua benedizione. Molte grazie”.

Al termine delle cerimonia il Papa i Principi delle Asturie hanno avuto un breve incontro privato nella “Sala de Autoridades” dell’aeroporto. Infine il Papa si è diretto in autovettura alla Cattedrale di Santiago de Compostela.
PV-SPAGNA/ VIS 20101106 (950)

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