Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

lunedì 29 novembre 2010

AVVENTO TEMPO DI SPERANZA

CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2010 (VIS). Oggi, Prima Domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

“Oggi” – ha detto il Papa – “ la Chiesa inizia un nuovo Anno Liturgico, un nuovo cammino di fede che, da una parte, fa memoria dell’evento di Gesù Cristo e, dall’altra, si apre al suo compimento finale. E proprio di questa duplice prospettiva vive il Tempo di Avvento, guardando sia alla prima venuta del Figlio di Dio, quando nacque dalla Vergine Maria, sia al suo ritorno glorioso, quando verrà a giudicare i vivi e i morti (...). Su questo suggestivo tema dell’’attesa’ vorrei ora brevemente soffermarmi, perché si tratta di un aspetto profondamente umano, in cui la fede diventa, per così dire, un tutt’uno con la nostra carne e il nostro cuore”.

“L’attesa, l’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale” – ha proseguito il Santo Padre – “L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo. Pensiamo, tra queste, all’attesa di un figlio da parte di due sposi; a quella di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano; pensiamo, per un giovane, all’attesa dell’esito di un esame decisivo, o di un colloquio di lavoro; nelle relazioni affettive, all’attesa dell’incontro con la persona amata, della risposta ad una lettera, o dell’accoglimento di un perdono… Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra ‘statura’ morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo”.

“Ognuno di noi, dunque, specialmente in questo Tempo che ci prepara al Natale, può domandarsi: io, che cosa attendo? A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore? E questa stessa domanda si può porre a livello di famiglia, di comunità, di nazione. Che cosa attendiamo, insieme? Che cosa unisce le nostre aspirazioni, che cosa le accomuna?” – ha detto Benedetto XVI – “Nel tempo precedente la nascita di Gesù, era fortissima in Israele l’attesa del Messia (...) che avrebbe finalmente liberato il popolo da ogni schiavitù morale e politica e instaurato il Regno di Dio”.

“Ma nessuno avrebbe mai immaginato che il Messia potesse nascere da un’umile ragazza come era Maria, promessa sposa del giusto Giuseppe. Neppure lei lo avrebbe mai pensato, eppure nel suo cuore l’attesa del Salvatore era così grande, la sua fede e la sua speranza erano così ardenti, che Egli poté trovare in lei una madre degna. (...) C’è una misteriosa corrispondenza tra l’attesa di Dio e quella di Maria, la creatura ‘piena di grazia’, totalmente trasparente al disegno d’amore dell’Altissimo. Impariamo da Lei, Donna dell’Avvento, a vivere i gesti quotidiani con uno spirito nuovo, con il sentimento di un’attesa profonda, che solo la venuta di Dio può colmare”.

Dopo la recita dell’Angelus Benedetto XVI ha fatto riferimento più volte nei saluti ai pellegrini nelle diverse lingue, alla vita nascente e, rivolgendosi ai pellegrini polacchi, ha detto: “Insieme a Maria, che ha atteso con amore la nascita del Divino Bambino, perseveriamo nella preghiera, ringraziando Dio per il dono della vita, chiedendoGli protezione su ogni esistenza umana. Possa il futuro del mondo diventare la civiltà dell’amore e della vita”.
ANG/ VIS 20101129 (550)

Nessun commento:

Posta un commento

Copyright © VIS - Vatican Information Service