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giovedì 24 giugno 2010

IL PAPA BENEDICE STATUA DI MARIA “SALUS POPULI ROMANI”

CITTA' DEL VATICANO, 24 GIU. 2010 (VIS). Questa mattina Benedetto XVI si è recato al Centro Don Orione a Monte Mario per benedire la grande statua di Maria “Salus populi romani” - che veglia sulla Città di Roma – e che al termine dei lavori di restauro è stata ricollocata sulla collina che domina la città.

La maestosa statua della Vergine, alta 9 metri, era crollata dal suo piedistallo di 19 metri a causa di un forte temporale, il 12 ottobre scorso. L’avvenimento ha molto impressionato le autorità e gli abitanti della capitale, molto devoti alla Vergine “Salus populi romani”, che hanno fatto in modo che la Madonnina fosse ricollocata al suo posto il più presto possibile.

Benedetto XVI in un Messaggio al Superiore Generale degli Orionini aveva auspicato che “la statua venga quanto prima ricollocata a devozione di tutti i romani”.

Il Papa è giunto al Centro Don Orione a Monte Mario alle 10:30 e dopo il saluto al Cardinale Agostino Vallini, Vicario di Roma, i Vescovi presenti e il Sindaco Gianni Alemanno, ha pronunciato un breve discorso.

“Ho accolto volentieri” – ha detto il Papa - “l’invito ad unirmi a voi nel rendere omaggio a Maria ‘Salus populi romani’, raffigurata in questa meravigliosa statua tanto cara al popolo romano. Statua che è memoria di eventi drammatici e provvidenziali, scritti nella storia e nella coscienza della Città. Infatti, essa fu collocata sul colle di Monte Mario nel 1953, ad adempimento di un voto popolare pronunciato durante la seconda guerra mondiale, quando le ostilità e le armi facevano temere per le sorti di Roma”.

“Dalle opere romane di Don Orione (San Luigi Orione, 1872 – 1940, Fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza, canonizzato nel 2004, n.d.r.), partì allora l’iniziativa di una raccolta di firme per un voto alla Madonna cui aderirono oltre un milione di cittadini. Il Venerabile Pio XII raccolse la devota iniziativa del popolo che si affidava a Maria e il voto fu pronunciato il 4 giugno del 1944, davanti all’immagine della Madonna del Divino Amore. Proprio in quel giorno, si ebbe la pacifica liberazione di Roma”, ha spiegato il Santo Padre.

“Nel loro voto alla Madonna i romani oltre a promettere preghiera e devozione, si impegnarono anche in opere di carità”, ha ricordato il Pontefice citando il programma di Don Orione: “Solo la carità salverà il mondo”.

Il Fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza “visse in modo lucido e appassionato il compito della Chiesa di vivere l’amore per far entrare nel mondo la luce di Dio. (...) Ha lasciato tale missione ai suoi discepoli come via spirituale e apostolica, convinto che ‘la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio’”.

“Continuate, cari Figli della Divina Provvidenza” – ha concluso il Pontefice – “su questa scia carismatica da lui iniziata, perché, come egli diceva, ‘la carità è la migliore apologia della fede cattolica’, ‘la carità trascina, la carità muove, porta alla fede e alla speranza’. Le opere di carità, sia come atti personali e sia come servizi alle persone deboli offerti in grandi istituzioni, non possono mai ridursi a gesto filantropico, ma devono restare sempre tangibile espressione dell’amore provvidente di Dio”.
BXVI-VISITA/ VIS 20100624 (540)

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