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lunedì 26 aprile 2010

DARE UN’ANIMA ININTERROTTO FLUSSO COMUNICATIVO RETE

DARE UN’ANIMA ININTERROTTO FLUSSO COMUNICATIVO RETE
CITTA' DEL VATICANO, 24 APR. 2010 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre ha tenuto un discorso a conclusione del Convegno Nazionale “Testimoni digitali, volti e linguaggi nell’era crossmediale”, promosso dalla Conferenza Episcopale italiana, il cui Presidente è il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova.
“Il tempo che viviamo conosce un enorme allargamento delle frontiere della comunicazione” – ha detto il Papa – (...) “La rete manifesta, dunque, una vocazione aperta, tendenzialmente egualitaria e pluralista, ma nel contempo segna un nuovo fossato: si parla, infatti, di ‘digital divide’. Esso separa gli inclusi dagli esclusi e va ad aggiungersi agli altri divari, che già allontanano le nazioni tra loro e anche al loro interno”.
“Aumentano pure i pericoli di omologazione e di controllo, di relativismo intellettuale e morale, già ben riconoscibili nella flessione dello spirito critico, nella verità ridotta al gioco delle opinioni, nelle molteplici forme di degrado e di umiliazione dell’intimità della persona. Si assiste allora a un ‘inquinamento dello spirito, quello che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia’”.
“Questo Convegno, invece, punta proprio a riconoscere i volti, quindi a superare quelle dinamiche collettive che possono farci smarrire la percezione della profondità delle persone e appiattirci sulla loro superficie: quando ciò accade, esse restano corpi senz’anima, oggetti di scambio e di consumo”.
“Come è possibile, oggi, tornare ai volti?” – si è chiesto il Pontefice e citando l’Enciclica “Caritas in veritate” ha affermato: “I ‘media’ possono diventare fattori di umanizzazione ‘non solo quando, grazie allo sviluppo tecnologico, offrono maggiori possibilità di comunicazione e di informazione, ma soprattutto quando sono organizzati e orientati alla luce di un’immagine della persona e del bene comune che ne rispetti le valenze universali’”.
“Ciò richiede che ‘essi siano centrati sulla promozione della dignità delle persone e dei popoli, siano espressamente animati dalla carità e siano posti al servizio della verità, del bene e della fraternità naturale e soprannaturale’”.
“Solamente a tali condizioni” – ha sottolineato Benedetto XVI – “il passaggio epocale che stiamo attraversando può rivelarsi ricco e fecondo di nuove opportunità. (...) Più che per le risorse tecniche, pur necessarie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuore credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso comunicativo della rete”.
“È questa la nostra missione, la missione irrinunciabile della Chiesa” – ha concluso il Pontefice – “il compito di ogni credente che opera nei ‘media’ è quello di ‘spianare la strada a nuovi incontri, assicurando sempre la qualità del contatto umano e l’attenzione alle persone e ai loro veri bisogni spirituali; offrendo agli uomini che vivono questo tempo ‘digitale’ i segni necessari per riconoscere il Signore’”.
AC/ VIS 20100426 (450)

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