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sabato 10 ottobre 2009

NONA CONGREGAZIONE GENERALE



CITTA' DEL VATICANO, 9 OTT. 2009 (VIS). Nel pomeriggio di oggi si è tenuta, in presenza del Santo Padre e di 215 Padri Sinodali, la Nona Congregazione Generale dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, durante la quale sono continuati gli interventi in Aula. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Théodore-Adrien Sarr, Arcivescovo di Dakar (Senegal).

  Di seguito riportiamo estratti di alcuni interventi:

ARCIVESCOVO HENRYK HOSER, S.A.C., VESCOVO DI WARSZAWA-PRAGA (POLONIA). "L'educazione ai valori familiari è una necessità urgente nel mondo e, in modo particolare, in Africa, in un momento in cui le crescenti pressioni esterne rimandano l'esercizio della paternità e della maternità responsabili alla sfera puramente sanitaria e ospedaliera, negando in ciò la doppia natura, spirituale e sensibile, dell'amore coniugale. La pastorale familiare e, in particolare, la trasmissione della vita sono state quasi demandate alla medicina e alla tecnica. Esistono già dei programmi: ventisei paesi africani beneficiano di programmi di educazione alla vita familiare e di pianificazione naturale (EVF e PFN) allo stato embrionale o strutturato. Ma si è troppo deboli per potersi permettere di avanzare in ordine sparso. La Federazione africana d'Azione familiare, fondata a Cotonou nel 2001, offre, su richiesta dei vescovi, incontri di formazione per gli educatori e le coppie".

CARDINALE BERNARD AGRÉ, ARCIVESCOVO EMERITO DI ABIDJAN (COSTA D'AVORIO). "Come tutti i paesi organizzati, le giovani nazioni dell'Africa hanno dovuto fare ricorso a banche internazionali e ad altri organismi finanziari per realizzare i numerosi progetti volti al loro sviluppo. Molto spesso i dirigenti poco preparati non sono stati molto attenti e sono caduti nelle trappole di coloro, uomini e donne, che gli intenditori chiamano "gli assassini finanziari", sciacalli mandati da organismi avvezzi ai contratti sleali, destinati ad arricchire le organizzazioni finanziarie internazionali abilmente sostenute dai loro stati o da altre organizzazioni immerse nel complotto del silenzio e della menzogna. (...) Il debito diviene esso stesso un paravento politico per non soddisfare le legittime rivendicazioni, con il seguito di frustrazioni, disordini sociali, ecc. (...) L'attuale Sinodo dovrebbe considerare questo problema dell'annullamento dei debiti che incidono in modo troppo pesante su alcuni popoli. Per non fermarsi soltanto all'aspetto sentimentale, la mia proposta sarebbe che una Commissione internazionale, composta di esperti dell'alta finanza, pastori bene informati, uomini e donne del Nord e del Sud, prendesse in mano il problema. A questa Commissione verrebbe affidata la triplica missione di: studiare la fattibilità dell'operazione essendo evidente che non tutto è uguale dappertutto; prendere ogni tipo di provvedimento per evitare di ricadere nelle stesse situazioni; sorvegliare concretamente l'uso trasparente delle somme così economizzate, perché siano effettivamente utili a tutti gli elementi della piramide sociale: contadini e abitanti della città. Evitare che dalle ricadute di questa abbondante manna del secolo traggano vantaggio sempre le stesse persone, del luogo e gli stranieri".

ARCIVESCOVO PETER J. KAIRO, DI NYERI (KENYA). "I nomadi vivono e sono attivi da secoli in 52 diocesi dei paesi dell'AMECEA; sono presenti anche in Africa Occidentale e nel Nord Africa. Talvolta hanno causato e dato inizio a conflitti armati a causa della carenza di acqua e di pascoli, soprattutto durante i periodi di siccità. La Chiesa deve promuovere il dialogo tra queste diverse tribù, dove il ruolo degli anziani è molto importante visto che i guerrieri non possono fare scorrerie senza la loro benedizione. Il governo dovrebbe impegnarsi anche a realizzare pozzi e dighe nelle zone aride. Le strutture sanitarie ed educative dovrebbero anche essere offerte e promosse fra i pastoralisti. La commissione giustizia e pace dovrebbe fornire al popolo nomade un'educazione sui diritti umani. I genitori dovrebbero essere incoraggiati a educare le figlie femmine. Nelle parrocchie di quest'area diventa estremamente difficile per il sacerdote dedicare un'attenzione pastorale adeguata alla gente. Pertanto, i nomadi che si spostano spesso rimangono indietro rispetto alle comuni attività parrocchiali tradizionali. Occorre che la Chiesa metta in atto nuove forme di evangelizzazione e di attenzione pastorale per la popolazione nomade. Ciò dovrebbe includere la nomina di sacerdoti nomadi, di coordinatori pastorali nomadi e di catechisti nomadi, nonché scuole mobili, assistenza sanitaria per i pastori e centri ecclesiali mobili".

ARCIVESCOVO BONIFACE LELE, DI MOMBASA (Kenya). "Lo stigma associato all'Aids è troppo pesante perché le persone, come individui e come comunità, possano portarlo da sole. (...). Le persone dovrebbero trovare in noi coraggio e speranza. Si sentono dire dai loro leader religiosi, dalla loro famiglia, che in qualche modo sono loro stesse responsabili della malattia.

Dobbiamo aiutare la nostra gente a capire che l'HIV/Aids è una malattia e che è sbagliato dare la colpa a se stessi. (...). Ho visto famiglie allontanare la nuora e i bambini a causa del sospetto. Respingere i bambini da parte della famiglia è un abominio. È un peccato grave agli occhi di Dio. È una distorsione del messaggio evangelico di Gesù, che è amore, perdono, riconciliazione, ritorno alla famiglia di Dio. (...) L'Aids/HIV è un kairos che ci sfida a rivelare quanto siano profondi alcuni dei nostri peccati. C'era un uomo che stava morendo di Aids e io ho avuto l'onore di essergli accanto negli ultimi giorni. L'ho osservato lottare con le sue scelte di vita e con la vergogna per la sua malattia, lo stigma che la società gli aveva imposto. Ho iniziato a comprendere la mia umanità e la mia condizione di peccatore quando ha alzato la mano per toccare la croce che indossavo. Ho percepito la sua accettazione di sé e il perdono di Dio e la sua salvezza. È stato in quel momento che mi ha chiesto di prendermi cura dei suoi figli, poiché lui non poteva più farlo. Ho sentito la sua fiducia in me come fratello e Pastore. Dio mi ha sfidato ad accettare me stesso, ad essere riconciliato con me stesso".

Di seguito hanno preso la parola diversi uditori, dei quali riportiamo una sintesi di due interventi:

LAURIEN NTEZIMANA, LAUREA IN TEOLOGIA, DIOCESI DI BUTARE (RWANDA). "Tra il 1990 e il 1994 ho utilizzato il principio di "bonne puissance" nell'ambito del Servizio di animazione teologica affidatomi dal vescovo della diocesi di Butare, il compianto Mons. Jean Baptist Gahamanyi, per formare i responsabili delle comunità  cristiane alla dimensione pubblica della fede; tra aprile e luglio del 1994, il principio di "bonne puissance" mi ha permesso di sopravvivere al genocidio e di aiutare con tutte le mie forze i miei fratelli e le mie sorelle tutsi; tra settembre del 1994 e settembre del 1999 ho utilizzato il principio di "bonne puissance" per formare animatrici e animatori che hanno saputo portare la Buona Novella sulle colline di Butare, nel terribile contesto dell'immediato dopo-genocidio; il premio per la pace di Pax Christi International del 1998 è giunto in riconoscimento del valore universale di questo lavoro".

DOTTORESSA ELENA GIACCHI, GINECOLOGA DEL CENTRO DI STUDI E RICERCHE PER LA REGOLAZIONE NATURALE DELLA FERTILITÀ, UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE (ROMA), PRESIDENTE DI WOOMB-ITALIA (COORDINAMENTO NAZIONALE DEL METODO DI OVULAZIONE BILLINGS ITALIA (ITALIA). "L'insegnamento e la diffusione del Metodo dell'Ovulazione Billings (MOB) in tutto il mondo, sono stati sempre accompagnati dalla proposta di uno stile di vita che promuove l'amore coniugale, l'unità della famiglia, il rispetto per la donna e l'apertura generosa all'accoglienza della vita. Per la sua semplicità il MOB può essere usato da tutte le coppie indipendentemente dal livello di istruzione, dalla religione o dallo stato socioeconomico, ed accolto non solo da Cattolici ma anche da Musulmani, Hindù e persone di ogni credo religioso. La coppia, può gestire la propria fertilità in modo naturale, sia per ottenere,  sia per evitare la gravidanza in ogni situazione della vita fertile: cicli regolari, irregolari, allattamento al seno, premenopausa. L'insegnamento del metodo contribuisce a: 1 )promuovere la famiglia e la procreazione responsabile nel rispetto della vita, dell' amore e della fedeltà coniugale; 2)promuovere la dignità della donna; 3)prevenire l'aborto; 4)evitare il ricorso alla fecondazione artificiale consentendo alle coppie sub fertili di ottenere la gravidanza nel rispetto dei valori etici; 5)prevenire le malattie a trasmissione sessuale, educando i giovani ad una sessualità matura che integra la dimensione spirituale, corporea, psicologica. Il MOB può favorire la diffusione di valori umani e cristiani contribuendo all'impegno pastorale e all'evangelizzazione".

  L'Assemblea di questo pomeriggio si è conclusa con l'intervento di un Inviato Speciale del Santo Padre: Rudolf Adada ex rappresentate speciale congiunto della Segreteria Generale delle Nazioni Unite e del Presidente della Commissione dell'Unione Africana in Darfur (Sudan). Di seguito riportiamo una sintesi del suo discorso:

"Il Sudan è il più grande paese africano. E' una cerniera fra due mondi: l'Africa e il Mondo Arabo. Confina con 9 paesi africani. Dall' Indipendenza (1 gennaio 1956) si può dire che conosciuto la pace solo sporadicamente. L'Accordo di Pace Globale (CPA) che ha messo fine a più di 20 anni di guerra civile fra il Nord e il Sud, ha suscitato molte speranze. Per la prima volta si intravede un Sudan democratico. Nel momento nel quale la violenza sembra diminuire in Darfur, preoccupa osservare che giustamente ora nel Sud riprendono i massacri. La pace sarà forse 'il masso di Sisifo' che per maggior disgrazia dei sudanesi, ricade giù non appena si crede di aver raggiunto la cima della montagna? Il Sudan è uno. E' necessario che la comunità internazionale pensi "Sudan" e non più "Darfur e Sud". In questa visione olistica, la Chiesa ha un ruolo importantissimo da svolgere in un Sudan pluralista, fra un Sud cristiano e animista ed il Nord musulmano, dove è situato il Darfur. Fu il sogno di una grande sudanese John Garang, il sogno di un nuovo Sudan in pace, in un'Africa in pace".
SE/NONA CONGREGAZIONE/...                        VIS 20091010 (1590)


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