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martedì 7 luglio 2009

UNA NUOVA ENCICLICA SOCIALE


CITTA' DEL VATICANO, 7 LUG. 2009 (VIS). Questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuta la presentazione della Enciclica di Papa Benedetto XVI, "Caritas in veritate". Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il Cardinale Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consilio "Cor Unum"; l'Arcivescovo Giampaolo Crepaldi, Vescovo eletto di Trieste (Italia) e finora Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ed il Professor Stefano Zamagni, Professore di Economia Politica presso l'Università di Bologna (Italia) e Consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

   Il Cardinale Martino ha evidenziato la necessità di una nuova Enciclica sociale a venti anni dalla "Centesimus annus" di Giovanni Paolo II ed ha passato in rassegna i mutamenti che ci sono verificati negli ultimi decenni.

  "Le ideologie politiche" - ha detto il Cardinale Martino - "che avevano caratterizzato l'epoca precedente al 1989, sembrano aver perso di virulenza, sostituite però dalla nuova ideologia della tecnica. (...) Un secondo elemento distingue l'epoca attuale da quella di venti anni fa: l'accentuazione dei fenomeni di globalizzazione determinati, da un lato, dalla fine dei blocchi contrapposti e, dall'altro, dalla rete informatica e telematica mondiale. (...) Un terzo elemento di cambiamento riguarda le religioni" che "sono tornate alla ribalta della scena pubblica mondiale". Un quarto cambiamento riguarda "L'emergenza di alcuni grandi Paesi da una situazione di arretratezza che sta mutando notevolmente gli equilibri geopolitici mondiali. (...) Torna qui, impellente, il problema della 'governance' internazionale".

  "Queste quattro grandi novità (...) basterebbero da sole a motivare la scrittura di una nuova enciclica sociale" - ha affermato il Porporato - "All'origine della 'Caritas in veritate' c'è, però, un altro motivo che non vorrei venisse dimenticato. Inizialmente la 'Caritas in veritate' era stata pensata dal Santo Padre come una commemorazione dei 40 anni della 'Populorum progressio' di Paolo VI. (...) Il tema della 'Caritas in veritate' non è lo 'sviluppo dei popoli', ma lo 'sviluppo integrale' (...). Si può dire, quindi, che la prospettiva della 'Populorum progressio' venga allargata".

  "La 'Caritas in veritate' dimostra con chiarezza non solo che il pontificato di Paolo VI non ha rappresentato nessun 'arretramento' nei confronti della Dottrina sociale della Chiesa, (...) ma che questo Papa ha contribuito in modo significativo ad impostare la visione della Dottrina sociale della Chiesa sulla scia della 'Gaudium et spes' e della tradizione precedente ed ha costituito le basi, sui cui si è poi potuto inserire Giovanni Paolo II".

  L'Arcivescovo Crepaldi ha indicato le nuove questioni trattate dall'Enciclica. "I due fondamentali diritti alla vita e alla libertà religiosa trovano per la prima volta una esplicita e corposa collocazione in una enciclica sociale" e "sono organicamente collegati con il tema dello sviluppo. (...) Nella 'Caritas in veritate' la cosiddetta 'questione antropologica' diventa a pieno titolo 'questione sociale'".

  "Ci sono nella'Caritas in veritate' due altre tematiche nuove. La prima è quella dell'ambiente" in cui "la 'Caritas in veritate' propone una impostazione in termini di precedenza del ricevere sul fare: da una natura come deposito di risorse materiali alla natura vista come parola creata. Non semplici cose, ma l'affidamento all'uomo di un compito per il bene di tutti. (...) L'altro tema nuovo dell'enciclica è l'ampia trattazione del problema della tecnica (...). E' la prima volta che un'enciclica affronta in modo così organico questo tema. (...) Il riferimento continuo alla Verità e all'Amore infonde alla 'Caritas in veritate' una grande libertà di pensiero con cui l'enciclica toglie di mezzo tutte le ideologie che purtroppo gravano ancora sullo sviluppo".

  "La prima enciclica 'Deus caritas est'" - ha detto il Cardinale Cordes - "sulla teologia della carità, conteneva indicazioni sulla dottrina sociale. Ora siamo di fronte ad un testo dedicato interamente a questa materia".

  "La dottrina sociale della Chiesa è un elemento dell'evangelizzazione" - ha sottolineato il Cardinale affermando che: "Non possiamo leggere la dottrina sociale fuori dal contesto del Vangelo e del suo annuncio" perché essa "nasce e si interpreta alla luce della rivelazione".

  Il Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum" ha affermato inoltre che: "Il cuore della dottrina sociale resta l'uomo" e si è posto i seguente interrogativi: "La questione antropologica implica che si deve rispondere ad una domanda centrale: quale uomo vogliamo promuovere? (...) Può una civiltà sopravvivere senza riferimenti fondanti, senza sguardo all'eternità, negando all'uomo una risposta ai suoi interrogativi più profondi? Può esserci vero sviluppo senza Dio?".

  Infine riferendosi al concetto di progresso, il Cardinale Cordes ha sottolineato che l'Enciclica, oltre ad unificare le due dimensioni della promozione umana e dell'annuncio della fede, introduce un ulteriore elemento nel concetto di progresso: la speranza", alla quale Papa Benedetto XVI ha dedicato la seconda Enciclica "Spe salvi".

  Il Professor Zamagni ha commentato che l'Enciclica prende posizione "a favore di quella concezione del mercato, tipica dell'economia civile, secondo cui si può vivere l'esperienza della socialità umana all'interno di una normale vita economica e non già al di fuori di essa o a lato di essa".

  "Tre i principali fattori strutturali della crisi" - ha spiegato il Professor Zamagni - "Il primo concerne il mutamento radicale nel rapporto tra finanza e produzione di beni e servizi che si è venuto a consolidare nel corso dell'ultimo trentennio. (...) Il secondo fattore è la diffusione a livello di cultura popolare dell'ethos dell'efficienza come criterio ultimo di giudizio e di giustificazione della realtà economica. (...) La terza causa remota ha a che vedere con le specificità della matrice culturale che si è andata consolidando negli ultimi decenni sull'onda, da un lato, del processo di globalizzazione e, dall'altro, dall'avvento della terza rivoluzione industriale, quella delle tecnologia infotelematiche".
OP/PRESENTAZIONE CARITAS IN VERITATE/...               VIS 20090707 (930)

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