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mercoledì 4 febbraio 2009

SAN PAOLO E LA SUA STRAORDINARIA EREDITÀ SPIRITUALE


CITTA' DEL VATICANO, 4 FEB. 2009 (VIS). Con la catechesi dell'Udienza Generale di questa mattina, dedicata al martirio di San Paolo, il Santo Padre ha concluso la serie di catechesi sulla figura dell'Apostolo delle Genti, nell'Anno Paolino.

  "Il suo martirio" - ha detto il Papa - "viene raccontato per la prima volta dagli 'Atti di Paolo', scritti verso la fine del II secolo. Essi riferiscono che Nerone lo condannò a morte per decapitazione, eseguita subito dopo. La data della morte varia già nelle fonti antiche, che la pongono tra le persecuzione scatenata da Nerone stesso dopo l'incendio di Roma nel luglio del 64 e l'ultimo anno del suo regno, cioè il 68. Il calcolo dipende molto dalla cronologia dell'arrivo di Paolo a Roma, (...). Tradizioni successive preciseranno due altri alementi. L'uno, il più leggendario, è che il martirio avvenne alle 'Acquae Salviae', sulla Via Laurentina, con un triplice rimbalzo della testa, ognuno dei quali causò l'uscita di un fiotto d'acqua, per cui il luogo fu detto fino ad oggi 'Tre Fontane'" a Roma. "KL'altro (...) è che la sua sepoltura avvenne non solo 'fuori della città....', ma più precisamente 'nel podere di Lucina'", sulla Via Ostiense, dove fu eretta la Basilica di San Paolo fuori le Mura.

  "In ogni caso, la figura di San Paolo" - ha proseguito Benedetto XVI - "grandeggia ben al di là della sua vita terrena e della sua morte; egli infatti ha lasciato una straordinaria eredità spirituale. (...) Importante è constatare che ben presto le Lettere di San Paolo entrano nella liturgia, dove la struttura profeta-apostolo-Vangelo è determinante per la forma della liturgia della Parola. Così, grazie a questa 'presenza' nella Liturgia della Chiesa, il pensiero dell'Apostolo diventa da subito nutrimento spirituale dei fedeli di tutti i tempi".

  "I Padri della Chiesa e poi tutti i teologi si sono nutriti delle Lettere di San Paolo e della sua spiritualità. Egli è così rimasto nei secoli, fino ad oggi, il vero maestro e aostolo delle genti (...) Sant'Agostino dovrà a lui il passo decisivo della propria conversione. (...) San Tommaso d'Aquino ci ha lasciato un bel commento alle 'Lettere' Paoline, che rappresenta il frutto più maturo dell'esegesi medioevale. Una vera svolta si verificò nel secolo XVI con la Riforma protestante" quando Lutero "trovò una nuova interpretazione della dottrina paolina della giustificazione. Una interpretazione che lo liberò dagli scrupoli e dalle ansie della sua vita precedente e gli diede una nuova radicale fiducia nella bontà di Dio che perdona senza condizione tutto. Da quel momento Lutero identificò il legalismo giudeo-cristiano, condannato dall'Apostolo, con l'ordine di vita della Chiesa Cattolica. E la Chiesa gli apparve quindi come espressione della schiavitù della Legge alla quale oppose la libertà del Vangelo".

  "Il Concilio di Trento, dal 1545 al 1563" - ha ricordato il Pontefice - "interpretò in modo profondo la questione della giustificazione e ha trovato nella linea di tutta la tradizione cattolica la sintesi tra legge e Vangelo, in conformità con il messaggio della Sacra Scrittura letta nella sua totalità e unità".

  "Il secolo XIX, raccogliendo l'eredità migliore dell'Illuminismo, conobbe una nuova riviviscenza del paolinismo soprattutto sul piano del lavoro scientifico sviluppato dall'interpretazione storico-critica della Sacra Scrittura". Il nuovo paolinismo di tale secolo ha sottolineato "soprattutto come centrale del pensiero paolino il concetto di libertà.: in esso è stato visto il cuore del pensiero paolino, come del resto aveva già intuito Lutero. Ora però il concetto di libertà veniva reinterpretato nel contesto del liberalismo moderno. E poi si sottolineano fortemente le differenziazione tra l'annuncio di San Paolo e l'annuncio di Gesù. San Paolo appare quasi come un nuovo fondatore del cristianesimo. Vero è che in San Paolo la centralità del Regno di Dio, determinante per l'annuncio di Gesù, viene trasformata nella centralità della cristologia, il cui punto determinante è il mistero pasquale. E dal mistero pasquale risultano i Sacramenti del Battesimo e dell'Eucaristia come presenza permanente di questo mistero, dal quale cresce il Corpo di Cristo, si costruisce la Chiesa".

  "Nel progresso dell'esegesi, soprattutto negli ultimi duecento anni, crescono anche le convergenze tra esegesi cattolica ed esegesi protestante realizzando così un notevole consenso proprio nel punto che fu all'origine del massimo dissenso storico. Quindi una grande speranza per la causa dell'ecumenismo, così centrale per il Concilio Vaticano II".

  Il Papa ha citato inoltre "i movimenti religiosi, sorti in età moderna all'interno delle Chiesa Cattolica, che si rifanno al nome di San Paolo. Così è avvenuto nel secolo XVI con la 'Congregazione di San Paolo' detta dei Barnabiti, nel secolo XIX con i 'Missionari di San Paolo' o Paulisti, e nel secolo XX con la poliedrica 'Famiglia Paolina', fondata dal Beato Giacomo Alberione, per non dire dell'Istituto Secolare della 'Compagnia di San Paolo".

  "Resta luminosa davanti a noi" - ha concluso il Santo Padre - "la figura di un Apostolo e di un pensatore cristiano estremamente fecondo e profondo dal cui accostamento ciascuno può trarre giovamento. (...) Attingere a lui, tanto al suo esempio apostolico quanto alla sua dottrina, sarà quindi uno stimolo, se non una garanzia, per il consolidamento dell'identità cristiana di ciascuno di noi e per il ringiovanimento dell'intera Chiesa".
AG/SAN PAOLO/...                                   VIS 20090204 (740)


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