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giovedì 25 settembre 2008

ISTRUZIONE SUGLI ISTITUTI SUPERIORI DI SCIENZE RELIGIOSE

CITTA' DEL VATICANO, 25 SET. 2008 (VIS). Il Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studi), l'Arcivescovo Jean-Louis Bruguès, O.P., Segretario ed il Monsignor Angelo Vincenzo Zani, Sotto-Segretario della medesima Congregazione, sono intervenuti questa mattina alla Conferenza Stampa di presentazione della "Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose".

  Il Documento, pubblicato in inglese, francese, spagnolo e italiano, si compone di tre parti: "Fisionomia degli Istituti Superiori di Scienze Religiose"; Procedura per l'erezione di un Istituto Superiore di Scienze Religiose" e "Norme finali".

  Gli Istituti Superiori di Scienze Religiose (ISSR) - si legge nel Documento - hanno lo scopo di "promuovere la formazione religiosa dei laici e delle persone consacrate, per una loro più cosciente e attiva partecipazione ai compiti di evangelizzazione nel mondo attuale, favorendo anche l'assunzione di impieghi professionali nella vita ecclesiale e nell'animazione cristiana della società; preparare i candidati ai vai ministeri laicali e servizi ecclesiali; qualificare i docenti di religione nelle scuole di ogni ordine e grado, eccettuate le Istituzioni di livello universitario".

 "Tutti i docenti, di qualsiasi categoria, devono sempre distinguersi per l'idoneità scientifico-pedagogica, onestà di vita, integrità di dottrina, dedizione al dovere, in modo tale da poter efficacemente contribuire al raggiungimento del fine proprio dell'Istituto. L'insegnamento deve essere improntato all'adesione alla divina Rivelazione, alla fedeltà al Magistero della Chiesa e al rispetto della verità scientifica".

  "L'ISSR "è aperto a tutti i fedeli cattolici - laici e religiosi - che forniti di regolare attestato, idonei per la condotta morale e per i precedenti studi, desiderino avere una qualificata preparazione nelle Scienze Religiose".

  Le disposizioni normative dell'Istruzione, che sostituisce la precedente normativa del 1987 emanata anche dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica - ha precisato il Cardinale Grocholewski - "sono finalizzate ad uniformare i diversi ISSR presenti nella Chiesa universale, ad assicurarne un adeguato livello accademico-scientifico, in fedeltà al Magistero, e a rispondere alle richieste che le Chiese particolari manifestano di creare tali Istituti 'ex novo'".

  Le principali novità dell'Istruzione, ha ricordato il Porporato, sono: "La durata degli studi degli ISSR è ora di cinque anni, strutturati in due cicli: un primo ciclo di tre anni, al termine del quale si consegue il Baccalaureato in Scienze Religiose e un secondo ciclo di due anni, al termine del quale si consegue la Licenza in Scienze Religiose. Nella vecchia Normativa, invece, era previsto un solo ciclo di studi della durata di quattro anni".

  Altra novità riguarda "l'estensione a questi Istituti della nomenclatura dei titoli accademici, utilizzati nelle Facoltà Ecclesiastiche (non più il "Magistero", ma il Baccalaureato e la Licenza). Fra le altre novità vorrei mettere in rilievo: il fatto che per la prima volta è stato stabilito il numero necessario dei docenti stabili in ogni Istituto (devono essere almeno cinque e, se l'Istituto avesse solo il primo ciclo, almeno quattro); la necessità di un congruo numero di studenti ordinari in ogni Istituto (che ordinariamente non deve essere inferiore a 75); l'estensione ai professori di tali Istituti della norma generale di non poter essere contemporaneamente stabili in altre Istituzioni accademiche" ed infine "la migliore precisazione delle competenze e dei compiti delle singole autorità accademiche: quelle comuni con la Facoltà teologica (Gran Cancelliere, il Preside o Decano, il Consiglio della Facoltà) e quelle proprie dell'Istituto (Moderatore, Direttore Consiglio dell'Istituto).

  Nel suo intervento l'Arcivescovo Bruguès, ha spiegato che il Documento "si iscrive in una delle grandi intuizioni del Concilio Vaticano II, la valorizzazione dei laici". Affinché i laici possano svolgere le funzioni loro proprie, dalla "catechesi all'insegnamento nelle scuole o università cattoliche", fino all'assunzione di "nuove responsabilità (...) nei movimenti di azione cattolica e nei media di ispirazione cristiana (...) (essi) devono ricevere una formazione adeguata. Hanno il diritto di richiederla ed è un dovere della Chiesa proporla".

  A tal fine si è seguito il seguente principio, ha proseguito il Presule, "gli studenti chierici seguono la formazione offerta dalle facoltà ecclesiastiche e gli studenti laici sono invitati a rivolgersi agli Istituti Superiori di Scienze Religiose. Questi due distinti percorsi si differenziano soprattutto per la natura degli insegnamenti e il curricolo formativo. Dal secondo percorso formativo ci si attende che fornisca una nuova opportunità di partecipare all'approfondimento della verità e che realizzi una sintesi fra la fede della Chiesa, dalla portata universale e le culture particolari delle Chiese locali", mirando sempre ad "una formazione votata all'eccellenza".

  Monsignor Zani, passando in rassegna la situazione degli Istituti Superiori di Scienze Religiose nel mondo, ha affermato: "Non si può pretendere di ridurre forzatamente dentro un unico modello rigido di formazione per laici la pluralità e la diversità delle istituzioni formative oggi esistenti, molte delle quali già riconosciute dalla Santa Sede".

  "In ogni caso, occorre che, quando si creano Istituzioni accademiche finalizzate a rilasciare titoli ecclesiastici, riconosciuti anche a livello civile, si rispettino i due criteri fondamentali indicati dalla Dichiarazione conciliare 'Gravissimum educationis', e ripresi dai documenti successivi del nostro Dicastero: distribuire le istituzioni di studi superiori in modo conveniente nelle diverse parti del mondo; garantire la loro qualità accademica e l'elevato impegno culturale".
CIC/ISSR/GROCHOLEWSKI                           VIS 20080925 (920)


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