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giovedì 17 aprile 2008

RELIGIONE FORZA PROPULSIVA STORIA AMERICANA


CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2008 (VIS). Poco prima delle 10:30 (ora locale), il Santo Padre è giunto alla Casa Bianca, residenza ufficiale e privata del Presidente degli Stati Uniti d'America, Signor Gorge W. Bush, che era ad accoglierlo con la First Lady, Laura Welch Bush.

  Il Papa, di cui oggi ricorre l'81° Genetliaco, ha pronunciato un discorso dal podio allestito nel parco antistante la "White House", il "South Lawn". Erano presenti le Autorità politiche e civili statunitensi, i Cardinali degli Stati Uniti, il "Praesidium" della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America (USCCB), i Vescovi Ausiliari di Washington, Vescovo Francisco Gonzalez e Vescovo Martin Holley, il Vescovo Paul Stephen Loverde, di Arlington, nella cui giurisdizione si trova il Cimitero Nazionale di Arlington dove sono sepolti alcuni Presidenti ed i caduti di guerra statunitensi. Alla cerimonia erano presenti cinquemila persone.

  Ringraziando il Presidente Bush per l'invito a recarsi in "questo grande Paese", il Papa ha ricordato che la sua visita coincide con la celebrazione del secondo centenario dell'elevazione ad Arcidiocesi Metropolita della prima Diocesi del Paese, Baltimora, ed ha affermato: "Sono felice di essere ospite di tutti gli Americani. Vengo come amico e annunciatore del Vangelo, come uno che ha grande rispetto per questa vasta società pluralistica".

  "I cattolici americani" - ha proseguito il Pontefice - "hanno offerto, e continuano ad offrire, un eccellente contributo alla vita del loro Paese. (...) Confido che la mia presenza possa essere fonte di rinnovamento e di speranza per la Chiesa negli Stati Uniti, e rafforzi la determinazione dei cattolici a contribuire ancor più responsabilmente alla vita della Nazione".

  Il Santo Padre ha sottolineato che sin dagli albori della Repubblica "la ricerca di libertà dell'America è stata guidata dal convincimento che i principi che governano la vita politica e sociale sono intimamente collegati con un ordine morale, fondato sulla signoria di Dio Creatore" e nel processo che forgiò l'anima della Nazione americana "le credenze religiose furono un'ispirazione costante ed una forza propulsiva, come ad esempio nella lotta contro la schiavitù e nel movimento per i diritti civili. Anche nel nostro tempo, particolarmente nei momenti di crisi, gli Americani continuano a trovare la propria energia nell'aderire a questo patrimonio di ideali e di aspirazioni condivise".

  Riferendosi alle numerose tradizioni religiose presenti negli Stati Uniti, Benedetto XVI ha affermato che: "Storicamente, non solo i cattolici, ma tutti i credenti hanno qui trovato la libertà di culto secondo i dettami della loro coscienza, essendo al tempo stesso accettati come parte di una confederazione nella quale ogni individuo ed ogni gruppo può far udire la propria voce".

  "Ora che la Nazione deve affrontare questioni politiche ed etiche sempre più complesse, confido che il popolo americano trovi nella propria fede religiosa una fonte preziosa di discernimento e di ispirazione per perseguire un dialogo ragionevole, responsabile e rispettoso nello sforzo di edificare una società più umana e più libera".

  "La libertà non è solo un dono,  ma anche un appello alla responsabilità personale. Gli americani lo sanno per esperienza - quasi ogni città di questo Paese ha il suo monumento in onore di quanti hanno sacrificato la vita in difesa della libertà, in patria e all'estero. La difesa della libertà richiede che si coltivi la virtù, l'auto-disciplina, il sacrificio per il bene comune e un senso di responsabilità verso i meno fortunati. Esige inoltre il coraggio di impegnarsi nella vita civile, portando le proprie convinzioni religiose e i valori più profondi nel pubblico ragionevole dibattito".

  "La Chiesa, per parte sua, desidera contribuire alla costruzione di un mondo sempre più degno della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio" perché "è convinta che la fede diffonda una luce nuova su tutte le cose" e "ci ispira ad operare per una società più giusta e fraterna. La democrazia può fiorire soltanto, come compresero i vostri Padri fondatori, quando i responsabili politici e coloro che essi rappresentano sono guidati dalla verità e dalla saggezza, nata da fermi principi morali, nelle decisioni che riguardano la vita e il futuro della Nazione".

  "Da ben oltre un secolo gli Stati Uniti d'America hanno svolto un ruolo importante nella comunità internazionale" - ha concluso il Papa - "L'America tradizionalmente si è mostrata generosa nel venire incontro alle immediate necessità umane, promuovendo lo sviluppo ed offrendo soccorso alle vittime delle catastrofi naturali. Confido che la sollecitudine per la grande famiglia umana continui a trovare espressione nel sostenere i pazienti sforzi della diplomazia internazionale volti a risolvere i conflitti e a promuovere il progresso".

  Al termine della Cerimonia di benvenuto il Papa ha avuto un incontro privato con il Presidente Bush nello Studio Ovale e successivamente ha raggiunto la Nunziatura Apostolica di Washington per il pranzo con i Cardinali statunitensi e con il Praesidium della Conferenza Episcopale. Nel pomeriggio il Papa ha ricevuto i Rappresentanti di cinque fondazioni caritative: "The Knights of Columbus", "The Patrons of the Arts", "Centesimus Annus Pro Pontificie", "The Papal Foundation" e "The Franciscan Foundation for the Holy Land".
PV-USA/BENVENUTO/WASHINGTON                       VIS 20080417 (840)


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