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giovedì 17 aprile 2008

INCONTRO CON I VESCOVI: VITA INCENTRATA SU CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2008 (VIS). Alle ore 17:45 (23:45 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione dei Vespri con i Vescovi degli Stati Uniti d'America nel Santuario Nazionale della Immacolata Concezione di Washington.

  All'inizio dell'omelia il Papa ha sottolineato "la grande vitalità e creatività" del popolo americano, e la sua generosità verso i poveri e i bisognosi, che si manifesta anche nelle "innumerevoli forme di assistenza umanitaria offerta dai cattolici americani attraverso le Caritas cattoliche ed altre agenzie".

  "L'America è anche una terra di grande fede" - ha rilevato il Pontefice - "La vostra gente è ben conosciuta per il fervore religioso ed è fiera di appartenere ad una comunità orante. Ha fiducia in Dio e non esita ad introdurre nei discorsi pubblici ragioni morali radicate nella fede biblica. Il rispetto per la libertà di religione è profondamente radicato nella coscienza americana, un dato di fatto che ha contribuito a far sì che questo Paese attraesse generazioni di immigranti alla ricerca di una casa dove poter liberamente rendere culto a Dio secondo i propri convincimenti religiosi".

  "Le persone hanno oggi bisogno" - ha affermato il Pontefice - "di essere richiamate allo scopo ultimo dell'esistenza. (...) Senza Dio, (...), le nostre vite sono in definitiva vuote. (...).  Lo scopo di ogni nostra attività pastorale e catechetica, l'oggetto della nostra predicazione, il centro stesso del nostro ministero sacramentale deve esser quello di aiutare le persone a stabilire ed alimentare una simile relazione vitale con 'Cristo Gesù, nostra speranza' (1 Tm 1,1)."

  "In un'epoca" - ha proseguito il Pontefice - "in cui i progressi nelle scienze mediche portano nuova speranza a molti, possono essere suscitate sfide etiche in antecedenza inimmaginabili. Ciò rende più importante che mai assicurare una solida formazione negli insegnamenti morali della Chiesa a quei cattolici che sono impegnati nella sfera della salute. (...) Quali annunciatori del Vangelo e guide della comunità cattolica" - ha detto il Papa ai Vescovi - "voi siete chiamati anche a partecipare allo scambio di idee nella pubblica arena, (...) la vostra è una voce rispettata che molto ha da offrire alla discussione sulle questioni sociali e morali dell'attualità. (...) E' vostro dovere far sì che la formazione morale offerta ad ogni livello della vita ecclesiale rifletta l'autentico insegnamento del Vangelo della vita".

  "A tale proposito" - ha sottolineato il Santo Padre - "un argomento di profonda preoccupazione per noi tutti è la situazione della famiglia all'interno della società. (...) Il divorzio e l'infedeltà sono in aumento, e molti giovani uomini e donne scelgono di ritardare il matrimonio o addirittura di ignorarlo completamente. (...) Si vede un allarmante decremento di matrimoni cattolici negli Stati Uniti insieme ad un aumento di coabitazioni, nelle quali il reciproco donarsi degli sposi al modo di Cristo, mediante il sigillo di una pubblica promessa di vivere le esigenze di un impegno indissolubile per l'intera esistenza, è semplicemente assente".

  "È vostro compito proclamare con forza gli argomenti di fede e ragione che parlano dell'istituto del matrimonio, compreso come impegno per la vita fra un uomo e una donna, aperto alla trasmissione della vita. Tale messaggio dovrebbe risuonare di fronte alle persone di oggi, poiché è essenzialmente un "sì" incondizionato e senza riserve alla vita, un 'sì' all'amore e un 'sì' alle aspirazioni del cuore della nostra comune umanità, mentre ci sforziamo di portare a compimento il nostro profondo desiderio di intimità con gli altri e con il Signore".

  "Fra i segni contrari al Vangelo della vita" - ha detto il Papa - "(...), ve n'è uno che causa profonda vergogna: l'abuso sessuale dei minori" da parte del clero - "E' responsabilità che vi viene da Dio, quali Pastori, quella di fasciare le ferite causate da ogni violazione della fiducia, di favorire la guarigione, di promuovere la riconciliazione e di accostare con amorevole preoccupazione quanti sono stati così seriamente danneggiati".

  "Mentre si deve ricordare che la stragrande maggioranza dei sacerdoti e dei religiosi in America svolge un'eccellente opera nel recare il messaggio liberante del Vangelo alle persone affidate alle loro premure pastorali, è di vitale importanza che i soggetti vulnerabili siano sempre protetti da quanti potrebbero causare ferite".

  "I bambini hanno diritto di crescere" - ha sottolineato il Santo Padre - "con una sana comprensione della sessualità e il ruolo che le è proprio nelle relazioni umane. (...); essi hanno il diritto di essere educati negli autentici valori morali radicati nella dignità della persona umana. (...) Dobbiamo con urgenza riaffermare i valori che sorreggono la società, così da offrire a giovani e adulti una solida formazione morale. (...) Ogni membro della società può contribuire a questo rinnovamento morale e trarre beneficio da esso".

  "Pure i sacerdoti hanno bisogno della vostra guida e della vostra vicinanza durante questo tempo difficile. (...) In questo momento parte vitale del vostro compito è di rafforzare i rapporti con i vostri sacerdoti, specialmente in quei casi in cui è sorta tensione fra preti e Vescovi in conseguenza della crisi. È importante che continuiate a dimostrare nei loro confronti la vostra preoccupazione, il vostro sostegno e la vostra guida attraverso l'esempio".

  "Dobbiamo riscoprire la gioia di vivere un'esistenza incentrata su Cristo, coltivando le virtù ed immergendoci nella preghiera. (...) Il tempo trascorso nella preghiera non è mai gettato via, per quanto siano importanti i doveri che ci pressano da ogni dove".

  Nel corso dell'incontro di oggi pomeriggio, i Vescovi hanno rivolto al Papa alcune domande.

  Nella prima domanda è stato chiesto al Santo Padre di esprimere la propria valutazione sulla sfida del secolarismo in aumento nella vita pubblica e sul relativismo nella vita intellettuale, e i Suoi suggerimenti su come affrontare tali sfide dal punto di vista pastorale.

  "Forse il tipo di secolarismo dell'America pone un problema particolare: mentre permette di credere in Dio e rispetta il ruolo pubblico della religione e delle Chiese, sottilmente tuttavia riduce la credenza religiosa al minimo comune denominatore. La fede diviene accettazione passiva che certe cose 'là fuori' sono vere, ma senza rilevanza pratica per la vita quotidiana. Il risultato è una crescente separazione della fede dalla vita: il vivere 'come se Dio non esistesse'. Ciò è aggravato da un approccio individualistico ed eclettico alla fede e alla religione: lungi dall'approccio cattolico del 'pensare con la Chiesa', ogni persona crede di avere un diritto di individuare e scegliere, mantenendo i vincoli sociali ma senza una conversione integrale, interiore alla legge di Cristo".

  "Sono convinto che ciò di cui vi è bisogno sia un maggior senso del rapporto intrinseco fra il Vangelo e la legge naturale da una parte, e il perseguimento dall'altra dell'autentico bene umano, come viene incarnato nella legge civile e nelle decisioni morali personali. In una società che giustamente tiene in alta considerazione la libertà personale (...) il Vangelo deve essere predicato ed insegnato come un modo di vita integrale, che offre una risposta attraente e veritiera, intellettualmente e praticamente, ai problemi umani reali. (...) Credo che la Chiesa in America, in questo preciso momento della sua storia, ha di fronte a sé la sfida di ritrovare la visione cattolica della realtà e di presentarla in maniera coinvolgente e con fantasia ad una società che fornisce ogni genere di ricette per l'auto realizzazione umana".

  La seconda domanda ha riguardato "un certo silenzioso processo" mediante il quale i cattolici abbandonano la pratica della fede, talvolta mediante una decisione esplicita, ma più spesso quietamente e gradualmente allontanandosi dalla partecipazione alla Messa e dall'identificazione con la Chiesa.

  "Per prima cosa, come sapete, diviene sempre più difficile nelle società occidentali parlare in maniera sensata di 'salvezza'. Eppure la salvezza - la liberazione dalla realtà del male e il dono di una vita nuova e libera in Cristo - è al cuore stesso del Vangelo. Dobbiamo riscoprire, come ho già detto, modi nuovi e avvincenti per proclamare questo messaggio e risvegliare una sete di quella pienezza che soltanto Cristo può dare. È nella liturgia della Chiesa, e soprattutto nel sacramento dell'Eucaristia, che queste realtà vengono manifestate nel modo più potente e vengono vissute nell'esistenza dei credenti; forse abbiamo ancora molto da fare per realizzare la visione del Concilio circa la liturgia, come esercizio del sacerdozio comune e come slancio per un fruttuoso apostolato nel mondo".

  Infine alla domanda di esprimere una sua valutazione sul declino delle vocazioni, Benedetto XVI ha ricordato che: "La capacità di coltivare le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa è un segno sicuro della salute di una Chiesa locale" ed ha riaffermato la necessità della preghiera: "Non parlo soltanto di preghiera per le vocazioni. La preghiera stessa, nata nelle famiglie cattoliche, nutrita da programmi di formazione cristiana, rafforzata dalla grazia dei Sacramenti, è il mezzo principale mediante il quale veniamo a conoscere la volontà di Dio per la nostra vita".

  Infine il Papa  si è soffermato sulla "immensa sofferenza sopportata dal Popolo di Dio nell'Arcidiocesi di New Orleans per effetto dell'uragano Katrina, come anche del suo coraggio nell'affrontare l'opera della ricostruzione. "Desidero fare dono all'Arcivescovo Alfred Hughes di un calice, nella speranza che esso sia accolto come segno della mia orante solidarietà verso i fedeli dell'Arcidiocesi e della mia personale gratitudine per l'infaticabile operosità che egli e gli Arcivescovi Philip Hannan e Francis Schulte hanno dimostrato nei riguardi del gregge affidato alle loro cure"
PV-USA/VESPRI:VESCOVI/WASHINGTON                 VIS 20080417 (1540)


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