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lunedì 21 maggio 2007

TIMOR ORIENTALE: AFFRONTARE CON FIDUCIA IL FUTURO


CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina il Signor Justino Maria Aparício Guterres, primo Ambasciatore della Repubblica Democratica di Timor Orientale presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Lo stesso giorno della dichiarazione dell'indipendenza nazionale del Paese, il 20 maggio 2002, la Santa Sede ha instaurato relazioni diplomatiche con il Timor Orientale.

  Nel suo discorso al diplomatico, il Papa ha affermato che la grande affluenza alle urne per l'elezione, nel mese di maggio, del nuovo Presidente della Repubblica, Signor José Ramos Horta, Premio Nobel per la Pace, "dimostra la grande maturità civile del popolo di Timor e la sua speranza nel processo di edificazione di uno Stato di diritto democratico".

  "I responsabili della vita politica, sociale ed economica del Timor Orientale" - ha proseguito il Pontefice - "hanno un difficile compito non esente da ostacoli. Non mancano le incomprensioni interne ed esterne; non si dispone di tutte le risorse necessarie per rispondere alle numerose necessità di alloggi, cure sanitarie, istruzione, impiego; non tutti sono disposti a prescindere dagli interessi personali e di parte".

  Il Santo Padre ha ribadito che la Chiesa e i suoi pastori - il 98% della popolazione del Timor Orientale è di religione cattolica - "è una istanza ispiratrice e promotrice di una cultura di solidarietà e di convivenza pacifica nella giustizia, che invita i cittadini a collaborare a favore del progresso e del bene comune, senza dimenticare l'attenzione che occorre riservare ai più poveri e svantaggiati".

  Ricordando che nel Messaggio della Domenica della Pasqua di Risurrezione aveva invocato "la forza della riconciliazione e il dono della pace per la popolazione del Timor Orientale" - il Papa ha lanciato oggi alle Autorità del Paese un appello affinché "facciano tutto il possibile per restaurare un ordine pubblico efficiente con mezzi legali e restituiscano ai cittadini la sicurezza nella vita quotidiana, grazie anche alla fiducia ritrovata nelle legittime istituzioni dello Stato".

  Il Papa ha ricordato che la Chiesa, "nell'illuminare meglio la coscienza morale dei responsabili politici, economici e finanziari", fa risaltare "il principio di solidarietà come fondamento di una autentica economia di comunione e di condivisione dei beni, a livello nazionale e internazionale. Questa solidarietà esige l'equa condivisione degli sforzi per risolvere i problemi del sottosviluppo e dei sacrifici necessari per superare la crisi economica e politica, tenendo conto delle necessità delle popolazioni più indifese".

  "Grazie ad un'assistenza tecnica e ad una formazione idonea, è doveroso incoraggiare i paesi che escono da periodi difficili ad instaurare istituzioni democratiche stabili, a valorizzare le ricchezze per il bene di tutti gli abitanti e ad assicurare alle popolazioni degni insegnamenti morali, civili e intellettuali. (...) La promozione integrale della persona favorirà il progresso dei paesi, aiutandoli ad essere agenti del proprio progresso, a partecipare alla vita internazionale e ad affrontare il futuro con fiducia".

  Benedetto XVI ha concluso il suo discorso assicurando che i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i laici di Timor Est "continueranno a compiere instancabilmente la loro missione evangelizzatrice, assistenziale e caritativa (...) dando testimonianza di oblazione senza riserve a favore dei più bisognosi".
CD/CREDENZIALI/TIMOR ORIENTALE:APARICIO               VIS 20070521 (520)


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