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giovedì 6 ottobre 2005

QUINTA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 5 OTT. 2005 (VIS). Alle 16:30 di oggi, è iniziata, in presenza del Papa, la quinta Congregazione Generale della XI° Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Il presidente delegato di turno è stato il Cardinale Telesphore Placidus Toppo, Arcivescovo di Ranchi (India). Ad essa hanno partecipato 246 padri sinodali.

Seguono estratti di alcuni interventi:

SUA BEATITUDINE GREGORIE III LAHAM, B.S., PATRIARCA DI ANTIOCHIA DEI GRECO-MELKITI, CAPO DEL SINODO DELLA CHIESA GRECO-MELKITA CATTOLICA (REPUBBLICA ARABA DI SIRIA). "Nella situazione attuale, dopo l'11 settembre 2001, con la guerra contro l'Irak, con il conflitto israelo-palestinese, con la crescita del fondamentalismo islamico e l'estensione del fenomeno del terrorismo, è molto importante ricordare ai cristiani arabi il loro ruolo nella Chiesa "degli Arabi", nel contesto dell'Islam, con cui sono storicamente solidali ("Chiesa dell'Islam"). Una tale menzione contribuirebbe a restituire coraggio nel mondo arabo e nei paesi islamici e sarebbe accolta molto favorevolmente in questo mondo e in questi paesi. (...) Per quanto riguarda "L'Eucaristia e la pace" sarebbe opportuno menzionare Gerusalemme e la Palestina, patria spirituale di tutti i cristiani: dire una parola per la pace della Città Santa e della Terra Santa, chiave della pace nel Vicino Oriente e nel mondo intero, e che, per noi, cristiani del mondo arabo, è della massima importanza per preservare la presenza cristiana nel mondo arabo".

ARCIVESCOVO JUAN FRANCISCO SARASTI JARAMILLO, C.I.M., DI CALI (COLOMBIA). "L'Eucaristia è la risposta ai segni negativi della cultura contemporanea. In primo luogo, dinanzi alla cultura, o anti-cultura, della morte, che traffica con le armi, che costruisce sistemi ampi di distruzione, che legittima l'aborto, che autorizza la ricerca su embrioni umani, Gesù si definisce e si dona a noi come "Pane di Vita". In secondo luogo, la nostra cultura è segnata dall'odio e dal terrorismo. (...) L'Eucaristia è la possibilità permanente di riconciliarsi con Dio e con i fratelli e l'invito a riconciliarci tra noi prima di rendere culto al Signore; per questo in molte comunità è profondamente sentito il "rito della pace" rinnovato nella riforma liturgica. Un altro tratto contemporaneo è il positivismo scientifico e il relativismo; tuttavia, nell'Eucaristia viene riaffermata la realtà del "mistero" e il valore del credere e dell'amare come via per la conoscenza; con la fede eucaristica, sostenuta dalla tradizione ecclesiale basata sulle parole del Signore, possiamo accedere a certezze autentiche, sebbene imperfette. (...) Dinanzi alla solitudine e alla disperazione che insidiano l'uomo d'oggi, l'Eucaristia ci offre una compagnia profonda e una promessa di vita eterna che ci riempie di speranza definitiva".

ARCIVESCOVO STANISLAW RYLKO, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI (CITTA' DEL VATICANO). "Il dilagante processo di secolarizzazione e il diffondersi dell'indifferenza religiosa e di una "strana dimenticanza di Dio" come la chiama il Santo Padre Benedetto XVI provocano fra tanti battezzati del nostro tempo un preoccupante affievolimento, se non addirittura la perdita, della propria identità cristiana. In tale situazione una delle sfide più urgenti che la Chiesa deve raccogliere è quella di una adeguata iniziazione cristiana post battesimale, capace di generare comunità cristiane che vivano la fede in profondità. (...) La celebrazione eucaristica costituisce un luogo privilegiato in cui si costruisce la piena, matura e coerente identità cristiana dei fedeli laici. Perché appunto nell'Eucaristia un cristiano laico realizza pienamente la sua partecipazione alla triplice missione affidatagli da Cristo: sacerdotale, profetica e regale. (...) Ci ha ricordato il Santo Padre a Colonia; la vera rivoluzione che cambia il mondo parte proprio dall'Eucaristia. (...) In questo modo l'Eucaristia diventa non solo il cuore pulsante della Chiesa, ma anche del mondo. Per questo una spiritualità laicale autentica non può essere che una spiritualità eucaristica".

VESCOVO PIERRE TRÂN DINH TU, DI PHÚ CUONG (VIETNAM). "I cattolici vietnamiti sono praticanti. Per loro, la celebrazione eucaristica ha un'importanza particolare. La gente che va a Messa è circa l'80 per cento la domenica e il 15 per cento nei giorni feriali. Nelle grandi feste come il Natale e la Pasqua, questo numero può raggiungere il 95 per cento. Volendo cercare una spiegazione, la si può trovare nella formazione catechetica e nell'educazione della famiglia. Durante quest'Anno dell'Eucaristia, tutte le diocesi hanno approntato programmi particolari. I fedeli vengono sensibilizzati allo studio dei documenti del Magistero della Chiesa sull'Eucaristia. Per le celebrazioni, la Conferenza Episcopale ha organizzato un Congresso Eucaristico nel Centro Nazionale Mariano di Lavang, al quale hanno partecipato 500.000 persone. (...) Il culto eucaristico in Vietnam ha effetti salutari: il livello della vita religiosa si è innalzato, le attività comunitarie sono più animate, la comunione fraterna è più tangibile e l'aiuto reciproco tra le famiglie è divenuto più spontaneo e diffuso. In poche parole, vi è ragione di sperare che la devozione eucaristica porti molti frutti al nostro paese".

ARCIVESCOVO JOSEPH POWATHIL, DI CHANGANACHERRY DEI SIRO - MALABARESI (INDIA). "La molteplicità delle tradizioni liturgiche e, quindi, delle tradizioni di fede della Chiesa serve a esprimere la ricchezza del mistero di Cristo e del disegno divino della salvezza. Pertanto, il patrimonio di tutte le Chiese deve "rimanere completo ed integro" e le Chiese devono ritornare a tali tradizioni "se si sono allontanate per seguire le vicissitudini dei tempi o le persone". Purtroppo, le Chiese Orientali, in diversa misura, attraverso le vicissitudini della storia, non sono riuscite a conservare la loro preziosa eredità. Nel contesto attuale della globalizzazione e della standardizzazione si corre il pericolo che queste piccole Chiese possano perdere ulteriormente le loro prospettive. Pertanto, auspichiamo che il Successore di Pietro, che ha il compito di confermare i suoi fratelli nella fede, aiuti le Chiese orientali in modo particolare a crescere e a dare una testimonianza più efficace al mondo con una maggiore fedeltà alla loro preziosa eredità. Questo certamente rafforzerà la causa dell'unità dei cristiani e la proclamazione del mistero di Cristo nei tempi attuali".
SE/QUINTA CONGREGAZIONE/... VIS 20051006 (950)

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