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lunedì 14 febbraio 2005

LETTERA EPISCOPATO FRANCIA RAPPORTI CHIESA-STATO

CITTA' DEL VATICANO, 12 FEB. 2005 (VIS). Oggi è stata resa pubblica una Lettera del Santo Padre Giovanni Paolo II all'Arcivescovo Jean-Pierre Ricard, di Bordeaux, Presidente della Conferenza dei Vescovi di Francia, e all'Episcopato francese. La Lettera è dedicata ai rapporti fra Chiesa e Autorità civili francesi nella prospettiva del 100° anniversario della legge relativa alla separazione fra Chiesa e Stato in Francia. Tale argomento era stato discusso anche in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum" che i Vescovi francesi avevano compiuto nel 2003 e 2004.

"La legge di separazione fra Chiesa e Stato del 1905 che denunciava il Concordato del 1804" - scrive Giovanni Paolo II - "fu un avvenimento doloroso e traumatico per la Chiesa in Francia", poiché regolava il modo di vivere in Francia "secondo il principio della laicità" e "relegava il fatto religioso nella sfera del privato senza riconoscere alla vita religiosa e all'istituzione ecclesiale un posto nella società".

Il Papa ricorda inoltre che dal 1920 "il governo francese ha riconosciuto in un certo modo il posto della religione nella vita sociale". Nel corso del secolo scorso, il dialogo fra Chiesa e Stato, il ristabilimento di rapporti diplomatici e la firma di un accordo nel 1924, hanno consentito di "superare un certo numero di difficoltà".

"Il principio di laicità, al quale il vostro Paese è molto attaccato" - scrive il Papa - "se è ben compreso, appartiene anche alla Dottrina sociale della Chiesa. Esso ricorda la necessità di una giusta separazione dei poteri che riecheggia l'invito di Cristo ai discepoli: 'Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio'. (...) La Chiesa non ha la vocazione di gestire gli affari temporali, (...) ma nello stesso tempo, è importante che tutti operino nell'interesse generale e per il bene comune".

"Il Cristianesimo ha avuto ed ha tuttora un ruolo importante nella società francese, in ambito politico, filosofico, artistico o letterario". Ricordando i grandi teologi, i pastori e gli educatori francesi, Giovanni Paolo II ribadisce che: "Non si può più dimenticare il posto importante dei valori cristiani nell'edificazione dell'Europa e nella vita dei popoli del continente. Il Cristianesimo ha in larga parte forgiato il volto dell'Europa e tocca agli uomini di oggi edificare la società europea sui valori che hanno presieduto alla sua nascita e che fanno parte della sua ricchezza".

"La Francia non può che rallegrarsi di avere uomini e donne che attingono al Vangelo (...), per servire i loro fratelli, (...) e per diffondere la concordia, la pace, la giustizia, la solidarietà e l'armonia fra tutti". Il Papa esorta i Vescovi a dedicarsi all'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa ai fedeli, in particolare i giovani di oggi che sono il futuro di domani.

Riferendosi alla "crisi dei valori e la mancanza di speranza che si constata in Francia e più in generale in Occidente", il Papa ribadisce che essi "fanno parte della crisi d'identità attraversata attualmente dalle società moderne. (...) La Chiesa si interroga su tale situazione e auspica che i valori religiosi, morali e spirituali, che fanno parte del patrimonio della Francia ed hanno forgiato la sua identità e le generazioni dai primi secoli del Cristianesimo, non cadano nell'oblio".

Il Santo Padre esorta i fedeli di Francia "ad attingere dalla propria vita spirituale ed ecclesiale la forza per partecipare alla 'res publica'" ed auspica la collaborazione, e non l'antagonismo e la separazione fra la sfera religiosa e la sfera civile. "In ragione della vostra missione" - afferma il Papa rivolgendosi ai Vescovi - "voi siete chiamati ad intervenire regolarmente del dibattito pubblico sulle grandi questioni della società".

Giovanni Paolo II scrive ancora: "So che voi siete molto attenti alla presenza della Chiesa nei luoghi dove si pongono le grandi e formidabili domande sul senso dell'esistenza umana", in particolare gli ospedali, i centri sanitari e le istituzioni scolastiche. Riguardo all'educazione il Santo Padre scrive che: "Tocca alla Stato, nel rispetto delle norme stabilite, garantire alle famiglie che lo desiderano la possibilità di impartire ai loro figli la catechesi di cui hanno bisogno".

Il Papa conclude la Lettera ai Vescovi francesi esprimendo la sua fiducia "nel futuro per una buona intesa fra tutti i componenti della società francese. (...) Che nessuno abbia paura del cammino religioso delle persone e dei gruppi sociali! Vissuto nel rispetto della sana laicità, tale cammino non può che essere fonte di dinamismo e di promozione dell'uomo".
GPII-LETTERA/CHIESA:STATO/VESCOVI:FRANCIA VIS 20050214 (740)

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