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lunedì 7 giugno 2004

UNITÀ DEI CATTOLICI CONTRIBUISCE ALL'ECUMENISMO

CITTA' DEL VATICANO, 6 GIU. 2004 (VIS). Alle 9:45 di questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha lasciato la Residenza Viktoriaheim per recarsi al prato dell'Allmend di Bern, spianata davanti al Palazzo del ghiaccio del BEA Bern Expo, dove nella serata di ieri si è svolto l'incontro con i giovani. Alle 10:30 Giovanni Paolo II ha presieduto la Santa Messa concelebrata da Vescovi svizzeri e di altri paesi e da numerosi sacerdoti. Era presente anche il Presidente della Confederazione Elvetica, Signor Joseph Deiss.

Nell'omelia, pronunciata davanti a 70.000 fedeli, il Papa ha affermato: "La celebrazione del mistero della Santissima Trinità costituisce per i cristiani ogni anno un forte richiamo all'impegno per l'unità. È un richiamo che tocca tutti, Pastori e fedeli, e tutti spinge ad una rinnovata consapevolezza della propria responsabilità nella Chiesa, Sposa di Cristo. Come non sentire impellente, di fronte a queste parole di Cristo, l'assillo ecumenico? Riaffermo anche in questa circostanza, la volontà di avanzare sulla via difficile, ma ricca di gioia, della piena comunione di tutti i credenti".

"È certo tuttavia che un forte contributo alla causa ecumenica", ha proseguito il Pontefice - "viene dall'impegno dei cattolici di vivere l'unità al proprio interno. (…) Una Chiesa locale in cui fiorisca la spiritualità della comunione saprà purificarsi costantemente dalle 'tossine' dell'egoismo, che generano gelosie, diffidenze, smanie di auto-affermazione, contrapposizioni deleterie".

Il Papa ha detto ancora che: "L'evocazione di questi rischi suscita in noi una spontanea preghiera allo Spirito Santo, che Gesù ha promesso di inviarci: 'Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera'. Che cos'è la verità? Gesù ha detto un giorno: 'Io sono la via, la verità e la vita'. La giusta formulazione della domanda non è dunque 'Che cos'è la verità?', ma 'Chi è la verità?'. Questa è la domanda che si pone anche l'uomo del terzo millennio. Cari Fratelli e Sorelle, non possiamo tacere la risposta, perché noi la conosciamo! La verità è Gesù Cristo, venuto nel mondo per rivelarci e donarci l'amore del Padre. Siamo chiamati a testimoniare questa verità con la parola e soprattutto con la vita!".

Ribadendo che la Chiesa "è missione", Giovanni Paolo II ha detto che è giunto il tempo "di preparare giovani generazioni di apostoli che non abbiano paura di proclamare il Vangelo. Per ogni battezzato è essenziale passare da una fede di abitudine a una fede matura, che s'esprima in scelte personali chiare, convinte, coraggiose. Solo una fede così, celebrata e condivisa nella liturgia e nella carità fraterna, può nutrire e fortificare la comunità dei discepoli del Signore ed edificarla in Chiesa missionaria, libera da false paure perché sicura dell'amore del Padre".

L'amore di Dio, ha detto ancora il Papa, "non è un merito nostro; è un dono gratuito. Nonostante il peso dei nostri peccati, Dio ci ha amati e ci ha redenti nel sangue di Cristo. La sua grazia ci ha risanati nel profondo. (…) 'Come è grande, Signore, il tuo amore su tutta la terra!' Come è grande in me, negli altri, in ogni essere umano!", ha esclamato il Pontefice. "È questa la vera sorgente della grandezza dell'uomo, questa la radice della sua indistruttibile dignità. In ogni essere umano si rispecchia l'immagine di Dio. Sta qui la più profonda 'verità' dell'uomo, che in nessun caso può essere disconosciuta o violata. Ogni oltraggio recato all'uomo si rivela, in definitiva, un oltraggio al suo Creatore, che lo ama con amore di Padre".

"La Svizzera" - ha concluso Giovanni Paolo II - "ha una grande tradizione in fatto di rispetto per l'uomo. È una tradizione che sta sotto il segno della Croce: la Croce Rossa! Cristiani di questo nobile Paese, siate sempre all'altezza di questo vostro glorioso passato! In ogni essere umano sappiate riconoscere ed onorare l'immagine di Dio! Nell'uomo creato da Dio si rispecchia la gloria della Santissima Trinità".

Al termine della Messa e prima della recita dell'Angelus, il Papa ha affidato il Popolo svizzero alla Vergine, con queste parole: "Alla Vergine Santa rinnovo quest'oggi l'affidamento del Popolo svizzero. Vegli Maria sulle famiglie, custodendo l'amore coniugale e sostenendo la missione dei genitori. Conforti gli anziani e li aiuti a non far mancare alla società il loro prezioso contributo. Alimenti nei giovani il senso dei valori e l'impegno nel perseguirli. Ottenga per l'intera comunità nazionale la costante e concorde volontà di costruire insieme un Paese prospero e pacifico, al tempo stesso attento e solidale verso quanti sono in difficoltà".

"A Maria" - ha detto ancora il Papa - "vorrei, in modo speciale, affidare la gioventù della Svizzera, alla quale il Papa guarda con affetto e gratitudine. Da cinque secoli, infatti, sono i giovani di questo Paese ad assicurare al Successore di Pietro e alla Santa Sede il prezioso e stimato servizio della Guardia Svizzera Pontificia. Nella generosa fedeltà delle Guardie Svizzere tutti possono ammirare lo spirito di fede e di amore alla Chiesa di tanti cattolici svizzeri".

Giovanni Paolo II ha invocato infine la Vergine Santa affinché "aiuti la vostra Nazione a conservare l'armonia e l'unità fra i vari gruppi linguistici ed etnici che la compongono, valorizzando l'apporto di ciascuno. Con questi sentimenti, recitiamo insieme la preghiera dell'Angelus, mirabile compendio di tutto il Vangelo".

Dopo la seconda colazione nella Casa delle Sorelle della Carità della Santa Croce, il Papa ha preso congedo dalle suore, dai residenti e dal personale di assistenza e, alle 17:15, ha partecipato all'Incontro con l'Associazione delle ex Guardie Svizzere, nel piazzale antistante la Residenza.

"Il Successore di Pietro" - ha detto il Santo Padre - "ha uno speciale debito di riconoscenza verso la comunità cattolica di questo Paese, perché da essa provengono le Guardie Svizzere che da cinque secoli svolgono" un "singolare servizio al Pontefice". Ai Membri dell'Associazione, il Papa ha detto: "Vi ringrazio vivamente per quanto avete fatto e continuate a fare e vi incoraggio a perseverare nel vostro impegno di testimonianza a Cristo e di fedeltà alla Chiesa in mezzo ad un mondo che cambia".

Infine Giovanni Paolo II si è recato all'aeroporto militare di Payerne, e dopo la cerimonia di congedo e il saluto al Presidente Deiss, è ripartito alla volta di Roma.
PV-SVIZZERA/ANGELUS:GUARDIA SVIZZERA/BERNA VIS 20040607 (1030)

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