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lunedì 7 giugno 2004

NORMALIZZAZIONE RAPPORTI DIPLOMATICI SVIZZERA-SANTA SEDE

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2004 (VIS). Alle 11:30 di questa mattina, il Santo Padre Giovanni Paolo II è giunto all'aeroporto militare di Payerne, a circa 60 chilometri dalla capitale Berna, dando inizio al Viaggio Apostolico in Svizzera, il terzo nel Paese dall'inizio del suo Pontificato. Ad accogliere Giovanni Paolo II all'aeroporto, il Presidente della Confederazione Elvetica, Signor Joseph Deiss, insieme a numerose Autorità civili e religiose, fra le quali l'Arcivescovo Giacomo De Nicolò, Nunzio Apostolico ed il Vescovo Amédée Grab, di Chur, Presidente della Conferenza Episcopale Svizzera.

Nel discorso di benvenuto, il Presidente Deiss ha annunciato che la Svizzera, dopo la rottura dei rapporti diplomatici con la Santa Sede nel 1873 e la designazione di un Ambasciatore in missione speciale nel 1991, normalizzerà i rapporti diplomatici con la Santa Sede, mediante l'invio a Roma di un Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario nella persona del Signor Hansrudolf Hoffman, attualmente residente a Praga, che l'Annuario Pontificio 2004 indica come "Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario in missione speciale presso la Santa Sede".

Nonostante l'anomalia della situazione, la Santa Sede ha un Nunzio Apostolico in Svizzera. Il primo fu inviato dal Pontefice a Lucerna nel 1597 a rappresentare la Chiesa presso i Cantoni cattolici. Fino al XIX secolo i suoi successori risiedevano a Soleure.

Nel discorso pronunciato all'arrivo, il Santo Padre, definendo la Svizzera, "crocevia di idiomi e di culture", ha affermato di aver voluto recarvisi "per incontrare un popolo custode di antiche tradizioni e aperto alla modernità. (…) Scopo di questo mio pellegrinaggio apostolico è di incontrare i giovani cattolici della Svizzera in occasione del loro raduno nazionale. Li incontrerò questa sera nella Bern Arena e sarà festa per loro ed anche per me".

"È il dovere di annunciare il Vangelo di Cristo a spingermi sui sentieri del mondo" - ha affermato il Santo Padre - "per riproporlo agli uomini e alle donne del terzo millennio, in particolare alle nuove generazioni. Cristo è il Redentore dell'uomo! Chi crede in Lui e lo segue diventa costruttore della civiltà dell'amore e della pace. Cari abitanti della Svizzera, mi permetto di bussare idealmente al cuore di ognuno di voi, entrando nelle vostre case e nei vari luoghi dove vivete e svolgete le vostre quotidiane attività. A tutti vorrei riproporre il gioioso annuncio evangelico di Cristo Salvatore, offrendo a ciascuno l'augurio della sua pace".

Al termine della cerimonia di benvenuto, il Papa ha raggiunto a bordo di un'autovettura speciale, la Residenza di Viktoriaheim, Casa delle Suore di Carità della Santa Croce, dove alloggiano 75 religiose e circa 80 anziani, per la seconda colazione.

Alle 18:00, dopo il saluto del Sindaco di Berna e dei sei Membri del Consiglio Municipale, il Papa si è recato al Palaghiaccio della Bern Expo per l'incontro con i giovani. Il Palaghiaccio, struttura sportiva che dispone di 16.000 posti, ha potuto accogliere, dopo l'allestimento del podio papale, circa 14.000 giovani. L'incontro del Santo Padre con i giovani, provenienti da tutta la Svizzera e rappresentanti le diverse regioni linguistiche del paese, ha rappresentato il culmine della giornata.

Il Vescovo Amédée Grab ha rivolto un indirizzo di saluto al Santo Padre, seguito da una coreografia che illustrava il Salmo 8 e da una testimonianza di fede offerta da tre giovani di lingua tedesca, francese e italiana. Al termine del discorso del Papa i giovani hanno cantato "Levons-nous", inno composto per l'occasione ed hanno recitato il Padre Nostro. Infine Giovanni Paolo II ha impartito a tutti i presenti la Benedizione Apostolica.

La parola del Signore "Lève-toi!", ha ricordato il Pontefice, tratta dal Vangelo secondo Luca, è pronunciata dal Signore al giovane di Nain, e narra di un incontro: da una parte il mesto corteo che accompagna al cimitero il giovane figlio di una madre vedova, dall'altra il gruppo dei discepoli che seguono Gesù. "Anche oggi, giovani amici, ci si può trovare a far parte di quel triste corteo che avanza sulla strada del villaggio di Nain" - ha detto Giovanni Paolo II ai giovani - "Ciò avviene se vi lasciate andare alla disperazione, se i miraggi della società dei consumi vi seducono e vi distolgono dalla vera gioia per inghiottirvi in piaceri passeggeri, se l'indifferenza e la superficialità vi avvolgono, se di fronte al male e alla sofferenza dubitate della presenza di Dio e del suo amore per ogni persona, se ricercate nella deriva di un'affettività disordinata l'appagamento della sete interiore di amore vero e puro".

"Proprio in tali momenti Cristo si accosta a ciascuno di voi e, come al ragazzo di Nain, rivolge la parola che scuote e risveglia: 'Alzati'. 'Accogli l'invito che ti rimette in piedi!'".

"Il Cristianesimo non è un semplice libro di cultura o un'ideologia, e neppure soltanto un sistema di valori o di principi, seppur elevati. Il Cristianesimo è una persona, una presenza, un volto: Gesù, che dà senso e pienezza alla vita dell'uomo".

"Non abbiate paura di incontrare Gesù" - ha detto Giovanni Paolo II ai giovani - "Anch'io, come voi, ho avuto vent'anni. Mi piaceva fare sport, sciare, recitare. Studiavo e lavoravo. Avevo desideri e preoccupazioni. In quegli anni ormai lontani, in tempi in cui la mia terra natale era ferita dalla guerra e poi dal regime totalitario, cercavo il senso da dare alla mia vita. L'ho trovato nella sequela del Signore Gesù".

"Ecco il secondo invito che ti rivolgo: 'Ascolta!'" - ha detto ancora il Santo Padre - "Non ti stancare di allenarti alla disciplina difficile dell'ascolto. Ascolta la voce del Signore che ti parla attraverso gli avvenimenti della vita quotidiana, attraverso le gioie e le sofferenze che l'accompagnano, le persone che ti stanno accanto, la voce della coscienza assetata di verità, di felicità, di bontà e di bellezza. Se saprai aprire il cuore e la mente con disponibilità, scoprirai 'la tua vocazione', quel progetto cioè che da sempre Iddio, nel suo amore, ha pensato per te".

"La Chiesa ha bisogno delle vostre energie, del vostro entusiasmo, dei vostri ideali giovanili" - ha concluso il Pontefice - "per far sì che il Vangelo permei il tessuto della società e susciti una civiltà di giustizia autentica e di amore senza discriminazioni".
PV-SVIZZERA/ARRIVO:GIOVANI/BERNA VIS 20040607 (1020)

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