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martedì 1 giugno 2004

CONFERENZA QATAR SI CONCLUDE CON SPERANZA DIALOGO


CITTA' DEL VATICANO, 1 GIU. 2004 (VIS). La Conferenza del Qatar sul Dialogo Islamo-Cristiano si è conclusa il 29 maggio, con tre incontri a porte chiuse ed una Conferenza Stampa presieduta dall'Arcivescovo Michael Fitzgerald, Presidente della Pontificia Commissione per i Rapporti Religiosi con i Musulmani. Alla Conferenza Stampa sono intervenuti anche il Professor Youssef Kamal El-Hage, Consultore della Pontificia Commissione e Professore dell'Università di Notre-Dame, (Libano), e la Professoressa Aysha Al-Mannai, Preside della Facoltà di teologia, diritto e studi islamici dell'Università del Qatar.

L'Arcivescovo Fitzgerald ha tenuto a sottolineare che la Conferenza, voluta dall'Emiro del Qatar, Sceicco Abdullah bin Khalifa Al-Thani, rispecchia la volontà del Paese, che ha stabilito rapporti diplomatici con la Santa Sede nel 2002, di continuare a promuovere il dialogo islamo-cristiano.

La Professoressa Al-Mannai, affermando che l'incontro è stato molto positivo e che entrambi i rappresentanti delle due religioni desiderano continuare ad approfondire il dialogo, ha precisato che il Qatar si è sempre adoperato per favorire la comprensione e promuovere la pace attraverso il dialogo. Infine ha ricordato l'auspicio espresso nel discorso inaugurale dall'Emiro Kalifa Al-Thani, di una partecipazione di Rappresentanti di religione ebraica alla prossima Conferenza.

L'Emiro Al-Thani a sua volta ha affermato che: "Sarebbe utile promuovere nella Conferenza del prossimo anno, il dialogo fra cristiani, musulmani ed ebrei, poiché tutti condividiamo la fede in un unico Dio. Su questa base si può edificare una vita umana degna del nome, fondata sui principi dell'amore, della tolleranza e dell'uguaglianza, per il bene di tutta l'umanità".

Il Professor El-Hage ha sottolineato l'importanza del presente incontro - il primo con la partecipazione congiunta di membri della Pontificia Commissione per i Rapporti con i Musulmani e di interlocutori musulmani - caratterizzato da un clima di trasparenza e di cordialità, ed ha ricordato gli argomenti esaminati: la libertà religiosa, il diritto dei credenti di praticare la propria religione nel Paese in cui vivono, ed il problema degli appartenenti alle minoranze.

Nell'incontro con i giornalisti, l'Arcivescovo Fitzgerald ha commentato la preoccupazione della comunità musulmana di tutto il mondo riguardo al tema della libertà religiosa, in particolare quando interpretata da un punto di vista individuale, senza poter contare su di una voce univoca sull'argomento. I Musulmani invitati a partecipare alle sessioni hanno espresso apprezzamento per la cordialità e l'apertura degli incontri e per i risultati conseguiti. Nessuno è rimasto deluso poiché nessuno si era prefissato il conseguimento di risultati strabilianti.

La parte teorica della Conferenza è stata dedicata al riesame della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e l'Arcivescovo Fitzgerald ha precisato che sebbene non si sia riusciti a conseguire un accordo unanime su una definizione comune di libertà religiosa, è stata proposta la definizione enunciata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Alla domanda se i musulmani considerassero la Dichiarazione Universale come un'imposizione da parte dell'Occidente, l'Arcivescovo Fitzgerald ha riposto che alcuni la considerano tale.

La seconda parte dell'incontro è stata dedicata al Magistero della Chiesa Cattolica in materia di libertà religiosa e, la terza parte, ai lavori di autori religiosi contemporanei relativi alla libertà religiosa nell'ambito della legge islamica. La quarta parte dell'Incontro è stata dedicata alla valutazione del rispetto della libertà religiosa nel mondo attraverso l'attività di Organizzazioni quali "L'Osservatorio di Helsinki" e l'Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa (OCSE).

Riferendosi alle differenze esistenti fra l'insegnamento cattolico e il diritto islamico riguardo alla libertà religiosa, l'Arcivescovo Fitzgerald ha affermato che: "Concordiamo sul principio che la libertà religiosa fa parte della dignità umana proveniente da Dio" ed ha illustrato la differenza fra libertà di religione (libertà di credere e di praticare la propria fede, o libertà di non credere) e la libertà nell'ambito della religione. La prima è un pieno diritto, la seconda non lo è, poiché essere credenti implica vivere conformemente a norme di condotta che non si è autorizzati a cambiare.

L'Arcivescovo ha concluso il suo intervento citando le difficoltà derivanti dalla mancanza di un'autorità centrale, o di una struttura gerarchica come quella della Chiesa Cattolica. Spesso, nel mondo musulmano, le persone rappresentano se stesse, non una Chiesa o un gruppo.
DELSS/DIALOGO/QATAR:FITZGERALD VIS 20040601 (850)

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