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martedì 15 giugno 2004

ATTI SIMPOSIO INTERNAZIONALE RELATIVO INQUISIZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 15 GIU. 2004 (VIS). Questa mattina presso la Sala Stampa della Santa Sede, il Cardinale Roger Etchegaray, già Presidente del Comitato per il Grande Giubileo dell'Anno 2000, il Cardinale Jean-Louis Tauran, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa ed il Cardinale Georges Cottier, O.P., Pro-Teologo della Casa Pontificia, hanno presentato il volume "L'Inquisizione", che raccoglie gli Atti del Simposio Internazionale sull'Inquisizione, organizzato in Vaticano nei giorni 29-31 ottobre 1998, dalla Commissione Storico-Teologica del Comitato per il Grande Giubileo dell'Anno 2000. Alla Conferenza Stampa è intervenuto anche il Professor Agostino Borromeo, curatore del volume.

Il Cardinale Etchegaray ha detto lettura di un Messaggio del Santo Padre, nel quale il Papa afferma che il Simposio risponde al desiderio espresso nella Lettera Apostolica "Tertio millennio adveniente" (1994): "'È giusto pertanto che... la Chiesa si faccia carico con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli nel ricordo di tutte quelle circostanze in cui, nell'arco della storia, essi si sono allontanati dallo spirito di Cristo e del suo Vangelo, offrendo al mondo, anziché la testimonianza di una vita ispirata ai valori della fede, lo spettacolo di modi di pensare e di agire che erano vere forme di antitestimonianza e di scandalo'".

"Nell'opinione pubblica" - scrive il Papa - "l'immagine dell'Inquisizione rappresenta quasi il simbolo di tale antitestimonianza e scandalo. In quale misura questa immagine è fedele alla realtà? Prima di chiedere perdono, è necessario avere una conoscenza esatta dei fatti e collocare le mancanze rispetto alle esigenze evangeliche là dove esse effettivamente si trovano. È questa la ragione per cui il Comitato si è rivolto a storici, la cui competenza scientifica è universalmente riconosciuta".

Giovanni Paolo II ricorda che il 12 marzo 2000 con la celebrazione liturgica della "Giornata del Perdono", "è stato chiesto perdono per gli errori commessi nel servizio alla verità attraverso il ricorso a metodi non evangelici". Tale richiesta di perdono "vale sia per i drammi legati all'Inquisizione come per le ferite della memoria che ne sono la conseguenza. (...) Il volume" - conclude il Santo Padre - "si iscrive nello spirito di questa richiesta di perdono".

Il Cardinale Cottier ha precisato che il ritardo con il quale esce il volume, non si deve al fatto che la pubblicazione sia stata frenata "dall'opposizione di qualcuno. Voglio smentirla in modo assoluto. Il ritardo è dovuto ad una serie di problemi di salute".

Riferendosi al Simposio, al quale partecipano trenta relatori ed esperti provenienti da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta, Inghilterra, Svizzera, Germania, Danimarca, Repubblica Ceca, Stati Uniti d'America e Canada, il Professor Borromeo ha ricordato che il programma ha preso l'avvio "dalle vicende che portarono alla creazione dell'Inquisizione nel XIII secolo, la sua attività nelle principali aree interessate dalla diffusione dell'eresia (in particolare Francia e Italia), le sue procedure. Nell'affrontare la storia moderna dell'istituzione, le relazioni furono invece divise in due categorie: quelle a taglio prevalentemente geografico (la Spagna e il Portogallo, con i rispettivi imperi coloniali, l'Italia, con particolare riferimento alla Congregazione romana del Sant'Uffizio, i Paesi Bassi, l'Inghilterra); quelle a taglio prevalentemente tematico (la repressione delle eresie giudaizzanti e islamizzanti, del protestantesimo, del fenomeno della stregoneria; la lotta conto la circolazione dei libri proibiti, sia di carattere letterario, sia di carattere scientifico, e delle Bibbie in volgare; il contesto storico in cui avvenne l'abolizione dei tribunali, la storiografia sull'istituzione)".

Gli Atti del Simposio, ha concluso il Professor Borromeo, "sono destinati a rappresentare un'opera di riferimento per gli studi sull'Inquisizione: in primo luogo, per il rigore scientifico delle relazioni, scevre da qualsiasi cedimento alla polemica o all'apologia incresciosa caratteristica di buona parte della storiografia meno recente; in secondo luogo, per la ricchezza dei dati forniti, che hanno consentito di rivedere alcuni luoghi comuni assai diffusi tra i non specialisti (il ricorso alla tortura e la condanna alla pena di morte non furono così frequenti come si è per molto tempo creduto); in terzo luogo perché, tenuto anche conto dell'ampiezza del volume, vi è motivo di sperare che la sua pubblicazione rilancerà il dibattito intellettuale sull'argomento e stimolerà nuove ricerche".
MESS/SIMPOSIO INQUISIZIONE/ETCHEGARAY VIS 20040615 (680)

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