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lunedì 24 maggio 2004

MESSAGGIO GIOVANNI PAOLO II CENTENARIO SINAGOGA DI ROMA


CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2004 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, il Cardinale Camillo Ruini, Pro- Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, ha dato lettura di un Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II al Rabbino Capo di Roma, Dottor Riccardo Di Segni, in occasione della commemorazione del centenario della Sinagoga di Roma. Presente alla celebrazione era anche il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e della Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo.

Nel Messaggio il Santo Padre riserva un saluto particolare al Gran Rabbino emerito, Professor Elio Toaff, che incontrò in occasione della Sua storica visita alla Sinagoga, il 13 aprile 1986. "Tale evento" - scrive Giovanni Paolo II - "rimane scolpito nella mia memoria e nel mio cuore come simbolo della novità che ha caratterizzato, negli ultimi decenni, le relazioni tra il popolo ebraico e la Chiesa Cattolica, dopo periodi a volte difficili e travagliati".

Giovanni Paolo II ricorda che: "Nel Concilio Vaticano II, la Chiesa ha ribadito in modo chiaro e definitivo il rifiuto dell'antisemitismo in tutte le sue espressioni. Tuttavia, non basta la pur doverosa deplorazione e condanna delle ostilità contro il popolo ebraico che spesso hanno caratterizzato la storia; occorre sviluppare anche l'amicizia, la stima e i rapporti fraterni con esso. Queste relazioni amichevoli, rafforzate e cresciute dopo l'assise conciliare del secolo scorso, ci vedono uniti nel ricordo di tutte le vittime della Shoà, specialmente di quanti, nell'ottobre del 1943, furono qui strappati alle loro famiglie e alla vostra cara Comunità ebraica romana per essere internati ad Auschwitz. Il loro ricordo sia in benedizione e ci spinga ad operare da fratelli".

"È doveroso, peraltro," - scrive ancora il Pontefice - "ricordare tutti quei cristiani che, (…) hanno reagito con coraggio, anche in questa città di Roma, per dare concreto soccorso agli Ebrei perseguitati, offrendo solidarietà e aiuto, a volte anche a rischio della loro stessa vita. (…) Né si può dimenticare, accanto ai pronunciamenti ufficiali, l'azione, spesso nascosta, della Sede Apostolica, che in molti modi è venuta in aiuto di Ebrei in pericolo, come è stato riconosciuto anche da loro autorevoli rappresentanti".

Il Papa scrive inoltre: "La Chiesa non ha esitato a 'deplorare le mancanze dei suoi figli e delle sue figlie in ogni epoca', ed in un atto di pentimento (teshuvà), essa ha chiesto perdono per le loro responsabilità in qualsiasi modo collegato con le piaghe dell'antigiudaismo e dell'antisemitismo". In merito, Giovanni Paolo II ha ricordato il pellegrinaggio compiuto in Terra Santa nel marzo 2000 e l'omaggio reso alle vittime della Shoà a Yad Vashem.

"Purtroppo" - scrive il Pontefice - "il pensiero rivolto alla Terra Santa suscita nei nostri cuori preoccupazione e dolore per la violenza che continua a segnare quell'area, per il troppo sangue innocente versato da israeliani e palestinesi, che oscura il sorgere di un'aurora di pace nella giustizia. Per questo vogliamo oggi rivolgere una fervida preghiera all'Eterno (…) affinché l'inimicizia non travolga più nell'odio coloro che si richiamano al padre Abramo - ebrei, cristiani e musulmani - e ceda il posto alla chiara consapevolezza dei vincoli che li legano e della responsabilità che grava sulle spalle degli uni e degli altri".

"Molta strada dobbiamo ancora percorrere" - conclude Giovanni Paolo II - "il Dio della giustizia e della pace, della misericordia e della riconciliazione, ci chiama a collaborare senza esitazioni nel nostro mondo contemporaneo, lacerato da scontri e inimicizie. Se sapremo unire i nostri cuori e le nostre mani per rispondere alla divina chiamata, la luce dell'Eterno si avvicinerà per illuminare tutti i popoli mostrandoci le vie della pace, dello Shalom. Vorremo percorrerle con un solo cuore".
MESS/CENTENARIO SINAGOGA ROMA/… VIS 20040524 (620)

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